venerdì 13 luglio 2012
Sedia letteraria dedicata ad "Olivia"
lunedì 17 maggio 2010
TONINO PALESE ESONERATO!
ANDIAMO CON ORDINE La maretta era sembrata palese (si passi il bisticcio), sin dalla serata di premiazione dello scorso campionato. Nonostante il quarto posto raggiunto dal suo Peroni (ex-zona champions) nella regular season, il mister Palese non si era presentato a ricevere i due trofei vinti dal suo club: l’ambitissima Coppa Partecipazione (vinta anche da un ragazzino con la maglia dell’Ajax di Litmanen trovatosi lì per caso) e la sudata e assolutamente immotivata Coppa Puntualità, la cui dicitura aveva destato non pochi turbamenti tra i dirigenti delle varie compagini. L’ultima Coppa così nominata infatti, di cui si ricordi qualcosa, era stata data al Geometra Calboni in un taglio di scena di un non precisato Fantozzi al termine di una Staffetta organizzata dall’ennesimo Supermegadirettore, per giunta anche lui fatto fuori in sede di montaggio. La sera della premiazione di San Salvatore, i soli Jesus Christ, in versione borghese (San Giovanni, diciamo), e Nicola Kogiun’ (forse l’unico meritevole dalla strana coppa perché l’unico davvero puntuale), s’erano presentati per ricevere i detti riconoscimenti. Il redivivo Polpaccio infatti, non era arrivato che a premiazione finita, com’è sua abitudine quando si tratta di prendere parte a qualcosa (dal lancio dello shuttle al torneo di playstation in campagna). Niente Palese insomma, il quale, sotto le mentite spoglie di Nasopolidis, aveva preso parte all’ultima gara, in sostituzione di Topone, prendendosi 5 sberle come ai vecchi tempi. Al telefono poi, l’Alto Dirigente Angelo aveva liquidato con poche frasi il burlesco Palese, che, stando alle voci di corridoio, avrebbe cercato di imbellettare la sua assenza, facendo il simpaticone al telefono così come in altre occasioni, e con un risultato diverso, aveva fatto. Niente risate da parte del dirigente, questa volta. Segno che qualcosa cominciava a non funzionare della gestione Palese.
IL CASO POSTIGLIONE Squalifiche taroccate, affiliazioni lampo a poche ore dai quarti, cambi di nominativi e promesse di tesseramento, oltre ad una serie di intercettazioni reperite dal perito Costanza (mentre lavorava sulla sorella Rita) e poste immediatamente agli atti, nelle quali il presidente Ragazzo del Peroni sembrava identificarsi definitivamente e senza macchia per il presidente camorrista Postiglione. Ebbene,tutto questo, in cima alla società, avrebbe giocato un ruolo fondamentale nella debacle del Peroni. Tanto da far perdere la testa all’allenatore Palese. Proprio in queste ore, alla vigilia della terza giornata di campionato, secondo una notizia appena battuta dalle agenzie, il sedicente allenatore avrebbe chiamato un noto giornalista telematico (che si firma J.C., nato lo 0/0/00) per dirgli quanto segue: “Ho appena dato le mie dimissioni al Presidente, ma il Presidente non le ha accettate”. In evidente stato di shock, il Palese sembra aver ricusato una repentina crisi di identità con conseguente deformazione della realtà dei fatti. Il collega giornalista, stando alle voci, avrebbe soltanto ribadito che “sul sito, c’è scritto altro, mister. Mi spiace. La invito a prendere atto delle decisioni della dirigenza”. Ad ogni modo, pazzia o non pazzia, resta una domanda che, anche se in misura minima, pone qualche dubbio sulla confusione mentale e sul noto disturbo di personalità del Palese. Infatti, se Palese risulta essere stato esonerato e il Presidente Ragazzo si è ormai scoperto essere Postiglione, a tuttora rinchiuso nelle patrie galere, chi ha potuto concretamente cacciare il noto allevatore/allenatore con la passione per le cagnette?
I PUNTI APPESI Veniamo alla recente attualità. Due pareggi, dunque. Entrambi per 2-2, uno contro i bravi dell’Elettromeccanica, in una partita ben giocata da entrambe e nella quale il Peroni, dopo un inizio sotto per 2-0, ha rivelato di possedere ancora quella rabbia di metà stagione che gli era valso il momentaneo terzo posto. L’altro contro L’Orchidea, in una strana partita che aveva visto i peroniani giocare senza portiere, con 6 uomini contati, tutti ad alternarsi in porta. E qui, c’è stato il capolavoro di mister Palese. Alle 14.25 chi scrive l’aveva colto in evidente stato di ubriachezza che sbagliava, al telefono, i conti dei giocatori. Non è la prima volta che il nostro amico viene sorpreso a farfugliare formazione e altro prima o durante un match importante (celebre la partita giocata da ubriaco in cui aveva intimato il puro Dario di starsene in difesa, per una volta, e di non andarsene avanti, lui che non gioca oltre la metà campo dal 1988, cortile di casa). Ma questa volta, il Palese la fa proprio grossa. Stando alle fonti, avrebbe chiamato il povero Kogiun’ per ben tre volte durante il pomeriggio, dicendogli di tutto, salvo poi dimenticarsi di comunicargli che la partita sarebbe stata quella sera stessa e non l’indomani. Escluso, insomma. Per scelta “alcolica” si direbbe. In una partita in cui si doveva sperare che un non identificato Portiere Amico di Dario fosse riuscito a presentarsi in tempo, alle 22.00, dopo una precedente partita alle 21.00. A due minuti dalla gara pertanto, non c’è né Nicola né sto portiere. Il Palese, interrogato al telefono, comprende la situazione di panico e si inventa un improbabile ritardo di Nicola (proprio lui? L’artefice della Coppa Puntualità?!). Sa di averla fatta grossa, ma crede di averla spuntata quando apprende la notizia del reintegro lampo di Marco, causa partita saltata. Nicola richiama, è furioso: “Tonin’ st’c d’for!” dice, senza girare intorno all’argomento. Non fosse stato per il reintegro fortunoso di Marco e l’inserimento in squadra del padre di Daniele Magnisio, Magnisio Senior, padre di famiglia sulla cinquantina, il Peroni avrebbe giocato in 5 e senza portiere. Invece, con Nwankwo Giangi autore di una buona prova e Jesus, Dario e Marco a sacrificarsi, più un Daniele a tutto campo, ne è venuta fuori persino una bella partita. E alla fine, con una prestazione di grande sacrificio di tutta la squadra e proprio grazie all’ottima partita di Mister Magnisio, gli ormai ex uomini di Palese hanno pareggiato con merito, rischiando anche di vincere nel finale di gara.
(nella foto sopra, il pullman nel quale sarebbe stato trovato a dormire l’ex allenatore Palese la notte del “fattaccio”. Con lui, quello che potrebbe essere il suo successore sulla panchina del Peroni - fotoantoniofotoantoniofotoantonio)
PAGELLA UNICA
(in onore e ringraziamento per il nostro nuovo acquisto)
Mister Magnisio. La sola pagella è per lui. Impone la sua presenza fisica e psicologica al di qua della metà campo, comandando la difesa e sorvegliando dall’alto tutti i suoi ragazzi. Gioca semplice, serve bene gli avanti e blocca, con ottimi recuperi, gli attacchi avversari. Lucido fino alla fine, si permette anche il lusso di chiacchierare con il figlio Daniele durante la partita, rimproverandolo per questo o quell’errore sotto porta. È, con Dario, ma leggermente sopra di lui, il vero simbolo di questo risultato insperato. V: 8,5 “Anima e core”.
IL POST-PALESE Per il momento, la squadra si dichiara in fase di autogestione. Una sorta di “panchina tecnica”, tale da consentire le convocazioni per le prossime due gare, prima di sciogliere le riserve e dare il nome del nuovo allenatore del Peroni Team. Spuntano già le prime voci. Tra i più gettonati, il nome di Tonino Morrison, abile stratega al fantacalcio che potrebbe ripetersi nel calcetto giocato. Qualcuno però, considerando semi-eterno l’ultimo infortunio nuovo di zecca di Barbone Polpaccio, l’avrebbe indicato quale possibile successore dell’ex compagno di merende. Ma si tratterebbe, anche in questo caso, di una “panchina a distanza”, visto che il quasi ex giocatore del Peroni, farebbe fatica a presentarsi in orario alle partite delle 21.00 e seguirebbe solo a sprazzi, dopo la prima mezzora, quelle delle 22.00 (per giunta distraendosi durante le palle inattive per motivi ed usi personali vari). Restano in ballo Pilla, da mettere quale allenatore di rappresentanza per il solo scopo di offendere Tonino, e il fumoso Gianni Pienabarca. Ad oggi, forse, l’unico realmente affidabile.
mercoledì 21 aprile 2010
Peroni Team vs Anconetanirozzi 5-1
PUNTO PONENTE PONTE PI TAPPE TA PERUGIA Dopo l’ultima partita di campionato, di cui non si ha la minima traccia, il Peroni riparte dagli ottavi e li supera agevolmente. Un buon 5-1 sugli Anconetanirozzi, generosi più del solito ma troppo deboli rispetto alla compagine di mister Palese. Eppure ce l’hanno messa tutta gli avversari, bloccando i peroniani sull’uno a zero per tutto il primo tempo. Orfani di Marco, assente mal giustificato causa concerto Afterhours (che a chi scrive non piacciono, quindi mal giustificato), i sei contati del Peroni piazzano a sinistra il buon Jesus e un Daniele Magnisio più oratore del solito dietro la punta Kogiun’. Il forte attaccante infatti, pur non giocando una delle sue migliori partite, ha accompagnato la squadra per tutta l’oretta di gara, discutendo del più e del meno, dando consigli per conquistare le donne e illustrando i più curiosi sui numeri primi, l’equivalenze e il sistema metrico decimale. Ciononostante, due reti sono le sue, più un autogol propiziato. Bene un po’ tutta la squadra insomma, che dopo la partita fantasma che ha chiuso la regula r season, secondo alcuni persa in malo modo (ma non ci sono certezze sulle fonti), ritrova se stessa e si prepara per la difficile partita contro il Radioerre, nei quarti di finale.
CRONACA VELOCE Il primo gol arriva su azione d’angolo e merita di essere raccontato. Uno schema cercato anche nel secondo tempo, il quale quasi quasi fa pensare a un qualcosa di realmente costruito. Jesus dalla bandierina, Kogiun che si fa incontro mettendosi davanti al Magnisio, il quale deve solo aspettare che la finta del compagno di reparto inganni mezza difesa. Daniele riceve, stoppa e piazza di piatto. Preciso. Nella ripresa, al gol in contropiede perfetto di Nicola e a quello in azione corale di Gesù di Nazareth, nell’arco di 5 minuti, segue un buffo autogol e un’ultima segnatura a firma di Daniele, che chi scrive proprio non si ricorda. L’1-4 degli avversari arriva subito dopo il fattaccio, nel momento più confuso della partita, di cui si dice di seguito.
IL FATTACCIO Sull’incerto risultato di 4 a 0 per il Peroni, il fattaccio. Lungo l’out di destra, il rissoso Barba Polpaccio si lascia indispettire da un avversario il quale prova a rifilargli una gomitata. L’esterno del Peroni si incaponisce e prende a spintonarsi con l’attaccante. È zuffa. L’arbitro arriva già con il cartellino rosso in mano e, nonostante i chiassosi tentativi di Daniele di rimetterglielo in tasca, lo spiattella in faccia ai due giocatori. Espulsi entrambi. Il Polpaccio esce a muso duro, rincarando la dose delle parolacce verso il proprio avversario, colpevole e consapevole però di aver commesso una frittata soprattutto in vista del match contro Radioerre, su un risultato praticamente acquisito. “Hai peccato di inesperienza” lo moralizzerà negli spogliatoi Daniele, mentre il Barba sarà sotto la doccia a fare il mea culpa con la testa dentro i pelazzi, lontano dal quadro elettrico sotto consiglio di Nicola Kogiun’, data l’infiammabilità dell’abbondante materiale lanuginoso del giocatore.
IL CASO MAGNISIO Subito una tegola a inizio gara per il Peroni. “L’arbitro mi conosce” avverte Magnisio, prima del riconoscimento. Tutti se ne fregano, ma la mezzapunta ha ragione. L’arbitro, un cornutazzo panciuto e irremovibile, non accetta il Tucci con cui si cerca e si è spacciato il buon Daniele per tutto il campionato e minaccia di non farlo giocare. Ci penserà Angelo, l’organizzatore innamorato di Tonino, a togliere le castagne dal fuoco, improvvisando un pre-cartellino che farà riderel i polli. Però, al di là dell’esit0o positivo dell’imbroglio, a fine gara Topone e compagni sollevano le seguenti interrogazioni circa la bislacca campagna acquisti del presidente Ragazzo. “Ma perché mettere in rosa e con cartellino gente come Sasà Ventura, di stanza stabile a Napoli, o Daniele Tucci, mai sceso in campo, invece di Daniele Magnisio, infondo molto presente durante il campionato?”. Il mistero resta.
ANTONIO MOGGESE A risolvere la patata bollente della squalifica di Polpaccio ci pensa la telefonata del nuovissimo direttore generale del Peroni, Tonino Moggese. Fresco di rinvio a giudizio dalla procura di Napoli per spaccio di Borghetti taroccati, implicato nel processo Calciopoli per aver eluso l’antitrust circa una questione di sponsor che ha coinvolto il suo naso di cui è stata contraffatta la misura, Moggese ha fatto valere i suoi grandi contatti e il suo vocione in capitolo. Telefonata ad Angelo e squalifica spostata su richiesta. Per ben due volte. Espulso Barba Polpaccio insomma, squalificato Antonios Nasopolidis. Ma non è tutto. Alla notizia di qualche giorno fa del forfait di Topone, per presunti motivi di lavoro (ormai la sua reputazione dopo l’accertata fuga d’amore della scorsa volta è in costante discredito), Moggese ottiene l’ennesimo cambio. Reintrodotto Nasopolidis, in campo nei quarti e di ritorno da Firenze (matto totale), viene squalificato Loprieno, onde evitare improbe intromissioni nell’importante partita (non si sa mai).
(nella foto sopra, nessuna foto sopra / fotomah!)
PAELLE
(chi scrive l’aveva detto che si sarebbe fatto migliore in campo)
Topo topos topoi. Zuzzurella per tutto il primo tempo, complice una difesa impeccabile e un attacco, il loro, praticamente disinnescato. Sin esalta dopo l’espulsione di Polpaccio, svolacchiando qua e là e togliendo sul 5 contro 5 la gioia agli avversari di accorciare le distanze. Forse è stato lui a suggerire al Polpaccio di reagire al fallo avversario, per mere ragioni di noia. Addirittura molto bravo sul finale di gara, tanto da ammettere a se stesso e agli altri, negli spogliatoi: “oggi mi sono piaciuto”. V: 7 “la solitudine del portiere”
Barbapapà Polpaccio. Un’ingenuità nel finale gli costa almeno un punto di prestazione, in una partita in cui, senza sudare granché, aveva praticamente annullata la fascia avversaria, tentando spesso anche la sorte in attacco. Si vede che è un tipo violento, di quelli che vanno allo stadio per buttare gli oggetti in campo. Per sua fortuna, la mancata squalifica gli ridà mezzo punto. Ma per sua sfortuna ancora, chi scrive ha voglia di abbassargli la media e si riprende quel mezzo voto, tenendoselo per sé. V: 6 “cattivo”
Dario. Arriva praticamente alle 22.35, quasi sul finire del primo tempo. È incazzato nero. Dopo i primi minuti giocati un po’ alla carlona, causa problemi di natura personale, riesce a concentrare l’incazzatura sulla partita e decide di distruggere il centravanti avversario. Nessuno, fino all’espulsione, entrerà in area di rigore. V: 7 “incazzatura zen”
Cristo. Si diverte. Gioca a sinistra, dietro, in un ruolo che ormai ricopre sempre con maggiore sicurezza e gioca una buonissima partita. Oltre al gol, pregevole, combina spesso con gli avanti, tra colpi di tacco e tagli vari. Prende due pali, sbaglia due gol, e salva anche un gol sulla linea. La propensione in avanti è d’obbligo, ma si fa valere anche dietro, complici anche gli avanti avversari. Li salta in scioltezza, come ai vecchi tempi. V: 7,5 (+ 0,5 di Polpaccio= 8). “migliore in campo, l’aveva detto che si metteva il voto più alto”
Daniele Magnisio. Sul finale di gara, ad espulsioni fatte, riceve dal portiere e salta l’avversario alle sue spalle con una giocata al volo: sombrero con il tacco. S’invola e beffa l’ultimo difensore, saltandolo sempre al volo, quindi si presenta a tu per tu col portiere e spara a colpo sicuro: deviazione in angolo. È la cosa più bella della partita, in assoluto. Segna comunque due gol ma ne sbaglia almeno un paio che da lui, solo e tranquillo contro il portiere, proprio non ci si aspetta. Questo gli vale il meno, così chi scrive può avere l’otto pieno. V: 8- “truffato”.
Nicola Kogiun. Torna al gol e questa è un’ottima notizia, in vista dei quarti di finale. Secondo le malelingue, nell’ultima partita, che comunque resta un mistero, se n’è andato completamente nel pallone, divorando una quantità in serie di gol Ma è passato, ammesso sempre che sia mai accaduto. Nell’ultima gara, si muove molto e scambia parecchio con gli altri avanti del Peroni, riservando anche una buona dose di assist non sempre sfruttati al meglio dagli altri. Bene così. V: 7+ “viva la vita”
martedì 6 aprile 2010
Peroni Team vs Longobarda 0 – 4 & Peroni Team vs Anconetanirozzi 6-1
LONGOBARDATI Na’bella taccar’t. Contro i Longobardi il Peroni perde con merito, trovando sulla propria strada malmessa un avversario simile, ma più cinico in attacco e con più fiato e gambe. Perde nonostante l’innesto di Nwankwo Giangi – impalpabile –, pur restando in partita fino a cinque minuti dal termine, quando nell’assalto all’1-1 ha preso il secondo gol in contropiede. E perde proprio lì, in fin dei conti, dimostrando il solito carattere inossidabile: “tutto è perduto”, “nulla si aggiusta”, “siamo dei falliti”, “Tonino merda”, “Tonino come Postiglione”, eccetera eccetera. Peccato, perché il pari, sfiorato qualche minuto prima del secondo gol, avrebbe cambiato di certo la partita. Intanto, la Longobarda raggiunge i peroniani al terzo posto, portandosi avanti grazie alla propria differenza reti. E mette le mani sulla qualificazione diretta ai quarti. Per fortuna, a risollevare il morale, da Coverciano passando per Firenze, ci pensa proprio il buon Postiglione Antonio Ragazzo Palese, con una dichiarazione rilasciata il giorno del Sabato Santo (San Sabato dunque), alle ore 22.30: “Va bene, allora faremo così. Se arriviamo terzi, diciamo che siamo contenti perché abbiamo raggiunto l’obiettivo della qualificazione diretta. Se invece arriviamo quarti, diciamo lo stesso che siamo contenti, perché una sosta non ci avrebbe giovato e preferivamo giocare una partita in settimana per non perdere il ritmo”. Tornava da un aperitivo ed era, ovviamente, già ubriaco.
CRONACA Niente cronaca
IL MOTIVO Una difesa rocciosa fino al secondo gol, poi sfrondata come una vecchia fica. Una segnatura, quella iniziale, infondo capitata quasi per caso, a causa di un infortunio. A ciò, va aggiunto però un attacco inconsistente, completamente fuori fase, mai davvero pericoloso. Specchio ma non capro espiatorio della sconfitta, il buon Nwankwo Giangi, il quale ha filosofeggiato in mezzo al campo senza mai incidere.
PARUCCHELLE VELOCI VELOCI
(e anche generose, se vogliamo…)
Topos. Infondo incolpevole su tutti i gol. Ottimo al primo tempo in un paio di occasioni, soprattutto nei primi minuti. V:6,5.
Dario. Annulla il centravanti fino al due a zero. Poi molla insieme al resto. V:6
Polpaccio. Non annulla il centravanti ma blocca la sua fascia, anche lui fino alla seconda segnatura. V:6.
Marco. Prova a dare una mano agli avanti e spesso è proprio lui il più pericoloso. Ma si suicida sul 2-0, abbandonando la gara. V:6
Jesus. È lontano dalla porta, all’inizio, ma prova a combinare qualcosa. Dopo si allontana anche dalla partita e finisce come uno scolaretto sui ceci. V:5
Nicola Kogiun’. È il fantasma del bomber delle ultime gare. Il tatuaggio l’ha confuso troppo e la storia di Tonino Come Postiglione deve averlo turbato non poco. V: 5.
Nwankwo Giangi. Forse turbato dall’esito elettorale (com’è evidente, Giangi è Franco Landella), pascola in mezzo al campo senza un vero perché. Scrive un paio di poesie comunque, e anche due brani folk. V: 4,5
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TANICHECOZZE. Più che Anconetanirozzi, gli avversari facilmente battuti nell’ultima gara sono sembrati più vicini alla celebre verdura tanto apprezzata dai foggiani, soprattutto con i tagliolini o le linguine al pomodoro fresco, più un’aggiunta di diavolillo e olio piccante. Sei gol che sarebbero potuti – e dovuti, forse – essere anche di più, se i due attaccanti Jesus e Gal’n, comunque meritevoli di aver segnato le reti giuste, non avessero sbagliato un paio di occasioni nel finale di gara. Ma tant’è. Vale la sentenza del buon Topone, in versione Mughini al Borghetti, giunta al termine della partita nei meno buoni spogliatoi, il quale, rivolgendosi alle due punte peroniane, ha detto: “voi due quando vinciamo vi piacete troppo in campo, dovreste essere più cinici”. Questione di feeling, insomma. Resta in ogni caso un’ottima prova, mai in discussione, giocando senza sprecare molte energie, con un Polpaccio in infradito e un Jesus Gal’n in debito di ossigeno dal primo minuto esatto di partita. Per giunta fatta contro una squadra che, a ben guardare, ha dimostrato di essere molto meglio di altre squadre più in alto di lei in classifica, soprattutto dal punto di vista fisico.
CRONACHECOZZE Tre gol al primo tempo, tre gol al secondo. Uno, furfante, in mezzo, preso a inizio ripresa. Non pervenuto, per’altro. Un gran gol di Nicola Kogiun’, il primo, a valanga sul portiere anticipandolo e accappottandosi in area di rigore, tutto nell’arco di un secondo. Un paio di contropiedi giusti ben orchestrati da Jesus Christ (in odore di Crocefissione) e Marco, sempre presente nei gol, ora con un assist ora con un’intuizione. Il resto, è venuto da sé.
NOTE Alla fine del primo tempo, inspiegabilmente per gli avversari, il Peroni Team abbandona il campo per farvi ritorno dopo qualche minuto, visibilmente provato. Nella ripresa poi, Marco viene ammonito per aver sorriso. Pare sia vietato sui campi amatoriali di provincia. Dopo l’ammonizione per pioggia di Polpaccio e quella, sempre capitata all’esterno destro, per motivi legati alla lotta antidroga, si aggiunge quest’altra simpatica ammonizione.
(Nella foto sopra, la squadra avversaria)
PANTANELLE
(quann s’vinc so semb lung, ah?)
Topos. Il gol non ci risulta. Quanto al resto si segnala per un paio di uscite impeccabili in presa alta e, soprattutto, per alcuni ottimi interventi. Perché gli ultimi della classe tiravano spesso da fuori e anche bene. Su un’occasione, con gamba alta alla Garella, ma anche alla Parisi (Heather) se si vuole, compie una specie di miracolo, deviando in angolo una punizione velenosa. V: 7 “puntualità e ubriachezza”
Polpaccio. Fa il gradasso e gioca una partita due giorni prima, per giunta di domenica. La conseguenza è una certa immobilità. Sciatico, si accontenta di trotterellare sulla sua fascia di competenza, badando bene di non scoprirla. In ogni caso, non rischia mai nulla. V: 6+ “bloc e motion”
Dario. Si concede molto palla al piede, alla ricerca dell’azione indimenticabile e di un gol che, infondo, gli manca da un po’ di tempo (sempre costretto a fare il guardiano dell’area peroniana). L’impeto e la se te di conquista, bisogna ammettere, gli fanno perdere parecchie pallette. Per fortuna è il miglior difensore della squadra e uno dei migliori del torneo. E gli perdoniamo tutto. V: 6+ “Napoleonico”
Marco. Metronomo della metà campo, per una volta non segna ma regala almeno tre assist vincenti: uno lanciando in velocità Jesus, e un paio al buon Kogiun’, mettendolo in condizione di siglare la sua quaterna. Gioca un’ottima partita, per lucidità e qualità delle giocate, garantendo una spinta costante in avanti. Non c’è traccia dell’uomo nero che gli rovina le partite e infatti se la prende con l’arbitro, sorridendogli minaccioso in faccia. V: 7 “Smile”
Jesus Christ Pasquale. Una partita in debito di ossigeno, ma infondo giocata bene. Due bei gol, uno in contropiede, come quando era Gesù Bambino, un altro praticamente inventato, dopo essersi alzato il pallone e averlo girato sotto le gambe del portiere. La cosa più soddisfacente però, resta l’assist sul secondo gol di Kogiun, filtrato in mezzo a tre difensori avversari. Il resto giochicchia qua e là, sereno, sbagliando anche un gol per la troppa generosità. Ma altrimenti che Gesù sarebbe? V: 7 + “Pasquito’s way”
Nicola Kogiun’. Dopo la partita appannata con la Longobarda ritrova se stesso e la squadra, grazie a lui, ritrova gol e convinzione. Due reti al primo tempo, due al secondo. Sbagliando poco e trafiggendo con sicurezza il portiere avversario, soprattutto nella seconda e nella terza segnatura: entrambe precise e rasoterra. La prima rete è uno spot dei suoi gol: in anticipo su tutti, portiere compreso, in un’azione dalla bandierina (che non c’è, ovviamente). A fine gara racconterà così il suo gol: “N’aghj capit nind…mi sono buttato sulla palla e ho visto dopo che stava in porta”. Ti vogliamo così! V: 7,5 “predator” (spot alle adidas)
martedì 23 marzo 2010
Peroni Team vs Kia Carlisi 6 - 0 & Peroni Team vs Nuovo Gruppo 2- 8/9/10
PUNTO-PUNTONE-PUNTATONE La par condicio elettorale impone a chi scrive di raccogliere nello stesso pezzo entrambe le partite ancora mancanti su questo blog. Una certa sana scorrettezza, considerati gli ultimi sviluppi, avrebbe più facilmente portato ad ignorare l’ultima gara, persa per 8, forse 9, addirittura 10 a 2, concentrando l’attenzione sulla vittoria per 6 a 0 precedente. Ma non sarebbe giusto. Forse giustificato, ma non giusto. Siccome Gesù – con cui mi confronto partita dopo partita – ha insegnato ad essere buoni e giusti, nell’attesa di diventare buoni, faremo i giusti. Per una volta. Ma andiamo con ordine e con sintesi, soprattutto (sono le 19.41 e fra un’ora il peroni, compreso chi scrive, sarà in pieno pre-partita). Il 6-0 contro Kia Carlisi è stata l’ennesima prova di una squadra forte, in palla, con tutti i suoi uomini in forma. Un meccanismo funzionante e altamente qualificato che ha confermato lo schiacciamento della partita precedente (7-1 sui Cugini) e quanto di buono evidenziato nella sconfitta con La Paca Service, prima in classifica. Ha deliziato soprattutto l’attacco, che si è aggiunto ad una difesa ormai considerata dagli esperti (vedi Tonino Palese a distanza, l’Organizzatore SenzaNome, e Quello che porta l’acqua negli spogliatoi) a dir poco granitica: una delle migliori. Dario non ha sudato, il Topastro (che si rifarà disertando l’ultima gara!) ha visto la propria porta ancora una volta rimanere vergine, svolazzando solo in un paio di occasioni (doveva farsi perdonare qualcosa). A questo si è aggiunto che Polpaccio e Marco hanno fatto il loro in difesa e in più, hanno partecipato coralmente alle azioni di attacco più delle altre volte, l’uno cercando il gol per tutta la partita ma senza trovarlo, l’altro trovandolo anche (benché su rigore). A tutto questo si è aggiunta la giornata di grazia delle punte. Kogiun’ autore di una tripletta, sempre più opportunista e cecchino sotto porta, anche uomo assist. Jesus due volte a segno, ma autore di grandi giocate in velocità, sempre in grado di saltare l’uomo e di indovinare il suggerimento giusto. Su di lui, alla fine, il rigore del portiere ciottone, che l’ha praticamente abbattuto in area. Nel secondo tempo i peronisti si sono addirittura presi il lusso di fare un poco di accademia, visto che dopo 15 minuti del primo tempo erano già sul 4 a 0. A distruggere tutta questa bella prova, c’è stata l’ultima partita. Una vera svergognata. Partita male e finita peggio, sin nella sua organizzazione. In breve: la società, con il Presidente in testa (d caz), fa il diavolo a quattro per spostare la partita da martedì a mercoledì: Nicola era out causa tatuaggio maledetto, Topone aveva l’Inter e forse il torneo dei campi plebei (cui chi scrive ha partecipato con riluttanza per soli 20 minuti, abbandonandolo fiero: punti di svista), Dario sarebbe venuto martedì ma non mercoledì. Prediligendo due elementi, tra cui l’introvabile portiere, anziché uno, si è preferito spostare il match. A poche ore dalla partita poi, verso l’una del mattino, il Topone fuggiasco dà forfait. “Questioni più grandi di me” riferirà a Polpaccio. “Cianno?” Domanderà questi, già comprensivo. “No no, roba più grande” risponde il portiere. “Un cianno gigante?” Chiederà ancora il bravo esterno destro, sempre più comprensivo con il compagno. Ma niente. Topos andrà ramingo per il cuore d’Italia, vagabondando senza riferire nulla, completamente insensibile nei confronti dell’amore che la squadra nutre per il suo alito vinoso puzzolente di borghetti. Al suo posto, l’indomani, il Presidente Ragazzo, dopo vari tentativi, manda al macello il sangue del proprio sangue: il fratello quindicenne Alessandro, quello intelligente. Su di lui, minorenne, non si dirà nulla. Ma del fratello-allenatore-presidente-autista di pullman a chiovo c’è molto, molto da dire. Il risultato parla chiaro: la squadra avversaria si è divertita senza pietà, nonostante il Peroni avesse schierato Sasà Lavezzi Ventura, fresco di laurea ma fuori condizione, soprattutto rispetto all’unica partita giocata e peraltro molto bene. Peccato: due punti buttati al vento. Resta però da citare, nuovamente, l’esperto di turno, L’Organizzatore Senza Nome, il quale dirà alla squadra avversaria vincitrice: “Se oggi avit vind è pkkè a quill manc’v u purtir!”. Chissà che non abbia ragione, infondo.
RAPIDE PAGELLE DI PERONI TIM – KIA CARLISI:
Topone 7. Dario 7,5. Polpaccio 7,5. Marco 7,5. Jesus 8. Kogiun 8.
LA SFILATA DEI CAPROESPIATORI DELLA PARTITA PERONI TIM – NUOVO GRUPPO
(a grande richiesta, anziché le pagelle, ecco questa nuova rubrichetta fresca fresca. Chi scrive, in quanto presente, si sente di tutelare chi si è immolato per la patria nell’ultimo match, puntando il dito contro una buona manciata di nomi, con il fine di provvedere a qualche capro espiatorio, in piena tradizione berlusconiana…comunisti, magistrati e giornalisti faziosi!)
TOPONE RIINA. È il grande capro. Il capo dei capri. S’infischia del team che tanto gli ha donato, sollazzandosi tra le fresche frasche dell’Italia centrale, assaggiando vini di buona qualità e disperdendo, come è probabile ma non accertato, seme infausto per i verdi colli. La sua telefonata all’una di notte è il presagio delle peggiori catastrofi: come i cani che ululano prima dei terremoti. Ne risponderà davanti a Dio.
PRESIDENTE TONINO RAGAZZO. Tutti hanno un cuore, meno che lui. È accertato. Spaccia il proprio fratellino per un portiere consumato, ormai pronto per i grandi palcoscenici europei. Ignora, ignorante, qualsiasi differenza tra la pallanuoto e il calcetto, soprattutto il piccolo particolare dell’acqua. Manda al macello un bravo ragazzo il quale, un domani, dovesse avere problemi sarà soprattutto per causa sua. Il guaio però è di chi scrive: al giovane Alessandro, cui va il grazie della squadra nonostante il fratello, la sorte ha riservato un fratello maggiore che non si è scelto. Noi, amici, compagni di squadra, l’abbiamo invece scelto.Ttemurt!
Il TATUATORE DI NICOLA. Alla fine, sto pieno di corna, l’ha pure bucato a Nicola Kogiun! Per cui, probabilmente, martedì avremmo avuto Nicola e Dario e forse, con la sorte amica, anche un portiere maggiorenne. Pazienz.
DARIO Ma non ti potevi proprio laureare un’altra volta?
