mercoledì 21 aprile 2010

Peroni Team vs Anconetanirozzi 5-1

PUNTO PONENTE PONTE PI TAPPE TA PERUGIA Dopo l’ultima partita di campionato, di cui non si ha la minima traccia, il Peroni riparte dagli ottavi e li supera agevolmente. Un buon 5-1 sugli Anconetanirozzi, generosi più del solito ma troppo deboli rispetto alla compagine di mister Palese. Eppure ce l’hanno messa tutta gli avversari, bloccando i peroniani sull’uno a zero per tutto il primo tempo. Orfani di Marco, assente mal giustificato causa concerto Afterhours (che a chi scrive non piacciono, quindi mal giustificato), i sei contati del Peroni piazzano a sinistra il buon Jesus e un Daniele Magnisio più oratore del solito dietro la punta Kogiun’. Il forte attaccante infatti, pur non giocando una delle sue migliori partite, ha accompagnato la squadra per tutta l’oretta di gara, discutendo del più e del meno, dando consigli per conquistare le donne e illustrando i più curiosi sui numeri primi, l’equivalenze e il sistema metrico decimale. Ciononostante, due reti sono le sue, più un autogol propiziato. Bene un po’ tutta la squadra insomma, che dopo la partita fantasma che ha chiuso la regula r season, secondo alcuni persa in malo modo (ma non ci sono certezze sulle fonti), ritrova se stessa e si prepara per la difficile partita contro il Radioerre, nei quarti di finale.

CRONACA VELOCE Il primo gol arriva su azione d’angolo e merita di essere raccontato. Uno schema cercato anche nel secondo tempo, il quale quasi quasi fa pensare a un qualcosa di realmente costruito. Jesus dalla bandierina, Kogiun che si fa incontro mettendosi davanti al Magnisio, il quale deve solo aspettare che la finta del compagno di reparto inganni mezza difesa. Daniele riceve, stoppa e piazza di piatto. Preciso. Nella ripresa, al gol in contropiede perfetto di Nicola e a quello in azione corale di Gesù di Nazareth, nell’arco di 5 minuti, segue un buffo autogol e un’ultima segnatura a firma di Daniele, che chi scrive proprio non si ricorda. L’1-4 degli avversari arriva subito dopo il fattaccio, nel momento più confuso della partita, di cui si dice di seguito.

IL FATTACCIO Sull’incerto risultato di 4 a 0 per il Peroni, il fattaccio. Lungo l’out di destra, il rissoso Barba Polpaccio si lascia indispettire da un avversario il quale prova a rifilargli una gomitata. L’esterno del Peroni si incaponisce e prende a spintonarsi con l’attaccante. È zuffa. L’arbitro arriva già con il cartellino rosso in mano e, nonostante i chiassosi tentativi di Daniele di rimetterglielo in tasca, lo spiattella in faccia ai due giocatori. Espulsi entrambi. Il Polpaccio esce a muso duro, rincarando la dose delle parolacce verso il proprio avversario, colpevole e consapevole però di aver commesso una frittata soprattutto in vista del match contro Radioerre, su un risultato praticamente acquisito. “Hai peccato di inesperienza” lo moralizzerà negli spogliatoi Daniele, mentre il Barba sarà sotto la doccia a fare il mea culpa con la testa dentro i pelazzi, lontano dal quadro elettrico sotto consiglio di Nicola Kogiun’, data l’infiammabilità dell’abbondante materiale lanuginoso del giocatore.

IL CASO MAGNISIO Subito una tegola a inizio gara per il Peroni. “L’arbitro mi conosce” avverte Magnisio, prima del riconoscimento. Tutti se ne fregano, ma la mezzapunta ha ragione. L’arbitro, un cornutazzo panciuto e irremovibile, non accetta il Tucci con cui si cerca e si è spacciato il buon Daniele per tutto il campionato e minaccia di non farlo giocare. Ci penserà Angelo, l’organizzatore innamorato di Tonino, a togliere le castagne dal fuoco, improvvisando un pre-cartellino che farà riderel i polli. Però, al di là dell’esit0o positivo dell’imbroglio, a fine gara Topone e compagni sollevano le seguenti interrogazioni circa la bislacca campagna acquisti del presidente Ragazzo. “Ma perché mettere in rosa e con cartellino gente come Sasà Ventura, di stanza stabile a Napoli, o Daniele Tucci, mai sceso in campo, invece di Daniele Magnisio, infondo molto presente durante il campionato?”. Il mistero resta.

ANTONIO MOGGESE A risolvere la patata bollente della squalifica di Polpaccio ci pensa la telefonata del nuovissimo direttore generale del Peroni, Tonino Moggese. Fresco di rinvio a giudizio dalla procura di Napoli per spaccio di Borghetti taroccati, implicato nel processo Calciopoli per aver eluso l’antitrust circa una questione di sponsor che ha coinvolto il suo naso di cui è stata contraffatta la misura, Moggese ha fatto valere i suoi grandi contatti e il suo vocione in capitolo. Telefonata ad Angelo e squalifica spostata su richiesta. Per ben due volte. Espulso Barba Polpaccio insomma, squalificato Antonios Nasopolidis. Ma non è tutto. Alla notizia di qualche giorno fa del forfait di Topone, per presunti motivi di lavoro (ormai la sua reputazione dopo l’accertata fuga d’amore della scorsa volta è in costante discredito), Moggese ottiene l’ennesimo cambio. Reintrodotto Nasopolidis, in campo nei quarti e di ritorno da Firenze (matto totale), viene squalificato Loprieno, onde evitare improbe intromissioni nell’importante partita (non si sa mai).

(nella foto sopra, nessuna foto sopra / fotomah!)

PAELLE

(chi scrive l’aveva detto che si sarebbe fatto migliore in campo)

Topo topos topoi. Zuzzurella per tutto il primo tempo, complice una difesa impeccabile e un attacco, il loro, praticamente disinnescato. Sin esalta dopo l’espulsione di Polpaccio, svolacchiando qua e là e togliendo sul 5 contro 5 la gioia agli avversari di accorciare le distanze. Forse è stato lui a suggerire al Polpaccio di reagire al fallo avversario, per mere ragioni di noia. Addirittura molto bravo sul finale di gara, tanto da ammettere a se stesso e agli altri, negli spogliatoi: “oggi mi sono piaciuto”. V: 7 “la solitudine del portiere”

Barbapapà Polpaccio. Un’ingenuità nel finale gli costa almeno un punto di prestazione, in una partita in cui, senza sudare granché, aveva praticamente annullata la fascia avversaria, tentando spesso anche la sorte in attacco. Si vede che è un tipo violento, di quelli che vanno allo stadio per buttare gli oggetti in campo. Per sua fortuna, la mancata squalifica gli ridà mezzo punto. Ma per sua sfortuna ancora, chi scrive ha voglia di abbassargli la media e si riprende quel mezzo voto, tenendoselo per sé. V: 6 “cattivo”

Dario. Arriva praticamente alle 22.35, quasi sul finire del primo tempo. È incazzato nero. Dopo i primi minuti giocati un po’ alla carlona, causa problemi di natura personale, riesce a concentrare l’incazzatura sulla partita e decide di distruggere il centravanti avversario. Nessuno, fino all’espulsione, entrerà in area di rigore. V: 7 “incazzatura zen”

Cristo. Si diverte. Gioca a sinistra, dietro, in un ruolo che ormai ricopre sempre con maggiore sicurezza e gioca una buonissima partita. Oltre al gol, pregevole, combina spesso con gli avanti, tra colpi di tacco e tagli vari. Prende due pali, sbaglia due gol, e salva anche un gol sulla linea. La propensione in avanti è d’obbligo, ma si fa valere anche dietro, complici anche gli avanti avversari. Li salta in scioltezza, come ai vecchi tempi. V: 7,5 (+ 0,5 di Polpaccio= 8). “migliore in campo, l’aveva detto che si metteva il voto più alto”

Daniele Magnisio. Sul finale di gara, ad espulsioni fatte, riceve dal portiere e salta l’avversario alle sue spalle con una giocata al volo: sombrero con il tacco. S’invola e beffa l’ultimo difensore, saltandolo sempre al volo, quindi si presenta a tu per tu col portiere e spara a colpo sicuro: deviazione in angolo. È la cosa più bella della partita, in assoluto. Segna comunque due gol ma ne sbaglia almeno un paio che da lui, solo e tranquillo contro il portiere, proprio non ci si aspetta. Questo gli vale il meno, così chi scrive può avere l’otto pieno. V: 8- “truffato”.

Nicola Kogiun. Torna al gol e questa è un’ottima notizia, in vista dei quarti di finale. Secondo le malelingue, nell’ultima partita, che comunque resta un mistero, se n’è andato completamente nel pallone, divorando una quantità in serie di gol Ma è passato, ammesso sempre che sia mai accaduto. Nell’ultima gara, si muove molto e scambia parecchio con gli altri avanti del Peroni, riservando anche una buona dose di assist non sempre sfruttati al meglio dagli altri. Bene così. V: 7+ “viva la vita”

martedì 6 aprile 2010

Peroni Team vs Longobarda 0 – 4 & Peroni Team vs Anconetanirozzi 6-1


LONGOBARDATI Na’bella taccar’t. Contro i Longobardi il Peroni perde con merito, trovando sulla propria strada malmessa un avversario simile, ma più cinico in attacco e con più fiato e gambe. Perde nonostante l’innesto di Nwankwo Giangi – impalpabile –, pur restando in partita fino a cinque minuti dal termine, quando nell’assalto all’1-1 ha preso il secondo gol in contropiede. E perde proprio lì, in fin dei conti, dimostrando il solito carattere inossidabile: “tutto è perduto”, “nulla si aggiusta”, “siamo dei falliti”, “Tonino merda”, “Tonino come Postiglione”, eccetera eccetera. Peccato, perché il pari, sfiorato qualche minuto prima del secondo gol, avrebbe cambiato di certo la partita. Intanto, la Longobarda raggiunge i peroniani al terzo posto, portandosi avanti grazie alla propria differenza reti. E mette le mani sulla qualificazione diretta ai quarti. Per fortuna, a risollevare il morale, da Coverciano passando per Firenze, ci pensa proprio il buon Postiglione Antonio Ragazzo Palese, con una dichiarazione rilasciata il giorno del Sabato Santo (San Sabato dunque), alle ore 22.30: “Va bene, allora faremo così. Se arriviamo terzi, diciamo che siamo contenti perché abbiamo raggiunto l’obiettivo della qualificazione diretta. Se invece arriviamo quarti, diciamo lo stesso che siamo contenti, perché una sosta non ci avrebbe giovato e preferivamo giocare una partita in settimana per non perdere il ritmo”. Tornava da un aperitivo ed era, ovviamente, già ubriaco.


CRONACA Niente cronaca


IL MOTIVO Una difesa rocciosa fino al secondo gol, poi sfrondata come una vecchia fica. Una segnatura, quella iniziale, infondo capitata quasi per caso, a causa di un infortunio. A ciò, va aggiunto però un attacco inconsistente, completamente fuori fase, mai davvero pericoloso. Specchio ma non capro espiatorio della sconfitta, il buon Nwankwo Giangi, il quale ha filosofeggiato in mezzo al campo senza mai incidere.


PARUCCHELLE VELOCI VELOCI

(e anche generose, se vogliamo…)


Topos. Infondo incolpevole su tutti i gol. Ottimo al primo tempo in un paio di occasioni, soprattutto nei primi minuti. V:6,5.

Dario. Annulla il centravanti fino al due a zero. Poi molla insieme al resto. V:6

Polpaccio. Non annulla il centravanti ma blocca la sua fascia, anche lui fino alla seconda segnatura. V:6.

Marco. Prova a dare una mano agli avanti e spesso è proprio lui il più pericoloso. Ma si suicida sul 2-0, abbandonando la gara. V:6

Jesus. È lontano dalla porta, all’inizio, ma prova a combinare qualcosa. Dopo si allontana anche dalla partita e finisce come uno scolaretto sui ceci. V:5

Nicola Kogiun’. È il fantasma del bomber delle ultime gare. Il tatuaggio l’ha confuso troppo e la storia di Tonino Come Postiglione deve averlo turbato non poco. V: 5.

Nwankwo Giangi. Forse turbato dall’esito elettorale (com’è evidente, Giangi è Franco Landella), pascola in mezzo al campo senza un vero perché. Scrive un paio di poesie comunque, e anche due brani folk. V: 4,5


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TANICHECOZZE. Più che Anconetanirozzi, gli avversari facilmente battuti nell’ultima gara sono sembrati più vicini alla celebre verdura tanto apprezzata dai foggiani, soprattutto con i tagliolini o le linguine al pomodoro fresco, più un’aggiunta di diavolillo e olio piccante. Sei gol che sarebbero potuti – e dovuti, forse – essere anche di più, se i due attaccanti Jesus e Gal’n, comunque meritevoli di aver segnato le reti giuste, non avessero sbagliato un paio di occasioni nel finale di gara. Ma tant’è. Vale la sentenza del buon Topone, in versione Mughini al Borghetti, giunta al termine della partita nei meno buoni spogliatoi, il quale, rivolgendosi alle due punte peroniane, ha detto: “voi due quando vinciamo vi piacete troppo in campo, dovreste essere più cinici”. Questione di feeling, insomma. Resta in ogni caso un’ottima prova, mai in discussione, giocando senza sprecare molte energie, con un Polpaccio in infradito e un Jesus Gal’n in debito di ossigeno dal primo minuto esatto di partita. Per giunta fatta contro una squadra che, a ben guardare, ha dimostrato di essere molto meglio di altre squadre più in alto di lei in classifica, soprattutto dal punto di vista fisico.


CRONACHECOZZE Tre gol al primo tempo, tre gol al secondo. Uno, furfante, in mezzo, preso a inizio ripresa. Non pervenuto, per’altro. Un gran gol di Nicola Kogiun’, il primo, a valanga sul portiere anticipandolo e accappottandosi in area di rigore, tutto nell’arco di un secondo. Un paio di contropiedi giusti ben orchestrati da Jesus Christ (in odore di Crocefissione) e Marco, sempre presente nei gol, ora con un assist ora con un’intuizione. Il resto, è venuto da sé.


NOTE Alla fine del primo tempo, inspiegabilmente per gli avversari, il Peroni Team abbandona il campo per farvi ritorno dopo qualche minuto, visibilmente provato. Nella ripresa poi, Marco viene ammonito per aver sorriso. Pare sia vietato sui campi amatoriali di provincia. Dopo l’ammonizione per pioggia di Polpaccio e quella, sempre capitata all’esterno destro, per motivi legati alla lotta antidroga, si aggiunge quest’altra simpatica ammonizione.



(Nella foto sopra, la squadra avversaria)

PANTANELLE

(quann s’vinc so semb lung, ah?)


Topos. Il gol non ci risulta. Quanto al resto si segnala per un paio di uscite impeccabili in presa alta e, soprattutto, per alcuni ottimi interventi. Perché gli ultimi della classe tiravano spesso da fuori e anche bene. Su un’occasione, con gamba alta alla Garella, ma anche alla Parisi (Heather) se si vuole, compie una specie di miracolo, deviando in angolo una punizione velenosa. V: 7 “puntualità e ubriachezza”

Polpaccio. Fa il gradasso e gioca una partita due giorni prima, per giunta di domenica. La conseguenza è una certa immobilità. Sciatico, si accontenta di trotterellare sulla sua fascia di competenza, badando bene di non scoprirla. In ogni caso, non rischia mai nulla. V: 6+ “bloc e motion”

Dario. Si concede molto palla al piede, alla ricerca dell’azione indimenticabile e di un gol che, infondo, gli manca da un po’ di tempo (sempre costretto a fare il guardiano dell’area peroniana). L’impeto e la se te di conquista, bisogna ammettere, gli fanno perdere parecchie pallette. Per fortuna è il miglior difensore della squadra e uno dei migliori del torneo. E gli perdoniamo tutto. V: 6+ “Napoleonico”

Marco. Metronomo della metà campo, per una volta non segna ma regala almeno tre assist vincenti: uno lanciando in velocità Jesus, e un paio al buon Kogiun’, mettendolo in condizione di siglare la sua quaterna. Gioca un’ottima partita, per lucidità e qualità delle giocate, garantendo una spinta costante in avanti. Non c’è traccia dell’uomo nero che gli rovina le partite e infatti se la prende con l’arbitro, sorridendogli minaccioso in faccia. V: 7 “Smile”

Jesus Christ Pasquale. Una partita in debito di ossigeno, ma infondo giocata bene. Due bei gol, uno in contropiede, come quando era Gesù Bambino, un altro praticamente inventato, dopo essersi alzato il pallone e averlo girato sotto le gambe del portiere. La cosa più soddisfacente però, resta l’assist sul secondo gol di Kogiun, filtrato in mezzo a tre difensori avversari. Il resto giochicchia qua e là, sereno, sbagliando anche un gol per la troppa generosità. Ma altrimenti che Gesù sarebbe? V: 7 + “Pasquito’s way”

Nicola Kogiun’. Dopo la partita appannata con la Longobarda ritrova se stesso e la squadra, grazie a lui, ritrova gol e convinzione. Due reti al primo tempo, due al secondo. Sbagliando poco e trafiggendo con sicurezza il portiere avversario, soprattutto nella seconda e nella terza segnatura: entrambe precise e rasoterra. La prima rete è uno spot dei suoi gol: in anticipo su tutti, portiere compreso, in un’azione dalla bandierina (che non c’è, ovviamente). A fine gara racconterà così il suo gol: “N’aghj capit nind…mi sono buttato sulla palla e ho visto dopo che stava in porta”. Ti vogliamo così! V: 7,5 “predator” (spot alle adidas)