POST-SCONFITTA È arrivata. Dopo quattro vittorie e un pareggio subìto all’ultimo secondo su tiro libero dubbio (quindi dopo quasi cinque vittorie), la sconfitta, finalmente, è giunta. Tre pappine, due al primo tempo e una al secondo, a chiudere i giochi di una partita che infondo, il Peroni ha meritato di perdere. Risultato troppo rotondo, di sicuro. Con qualche episodio sfortunato, sia pure. Ma sconfitta ineccepibile, per una combriccola di ubriaconi e cannati (e diciamolo porca madonna!) che in fin dei conti non si sarebbe mai sognata di giocarsi il primo posto alla sesta di campionato, contro una squadra molto più in forma e con tutti i requisiti per stare lì in cima alla classifica. Nessun fenomeno dall’altra parte, sia ben chiaro. Ma tutta gente che corre e questo, per il Peroni, è davvero troppo. Negli spogliatoi il malumore si sente, ma è quasi accennato come per dovere, giusto perché si era lì, ad un palmo di naso (non di Tonino) dall’impresa. Si muovono critiche all’attaccante Gesù Gal’n, colpevole di essere “attaccato”, lui, che dovrebbe svolazzare sulle acque come il nomignolo cristiano imporrebbe. Ma ci si lamenta anche per la mancata costruzione del gioco, per i rifornimenti arrivati col contagocce lì avanti e per Christian, naturalmente. Due, però, le note positive: il ritorno della Curva Sotto, giunta in massa per deridere la squadra (a proposito, purtass’r rogn?), e l’esordio, dopo il lungo infortunio al naso (con un Tonino invidiosissimo), di Nicola Kogiun’.
CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA La partita si decide in due minuti, forse. Verso fine primo tempo, quando il Peroni è (rimasto) sotto di una rete ma ancora in partita, Dario spazza un pallone dalle retrovie che Cristo Gal’n rimpalla di tacco all’indietro, nel tentativo di fermarlo. La sfera raggiunge per intervento diabolico l’attaccante avversario, il quale solo davanti a Topone lo infila senza problemi. Porcoddio, si dirà, ma non è tutto. Due minuti dopo, Gal’n prova a farsi perdonare l’involontario assist all’avversario: raccoglie da sinistra e in corsa spara sul portiere. La palla prende uno strano effetto e sulla ribattuta il nazarenico di sinistro la rimette in porta. Lo stesso diavolo di prima soffia sulla sfera che termina sul palo quasi interno e, nonostante tutti la credano dentro, esce fuori. Se il rimpallo non fosse andato a buon fine e il palo fosse stato più interno, la partita avrebbe anche potuto prendere un’altra via. Ma è anche vero che se Loprieno fosse magro farebbe l’ala sinistra in seconda categoria e Tonino, se non fosse Tonino, sarebbe un premio nobel per la fisica. Quindi, come non detto. Resta il porcoddio per una jella che ha perseguitato i peronisti per tutta la gara. Il resto, poca roba. Un diagonale indovinato nel secondo tempo da parte degli avversari (gol simile al primo) e un orgoglioso forcing nel finale da parte del Peroni, quasi a voler puntualizzare che seppur rimasti sotto, i giallo-birrosi non amano perdere così facilmente. Meglio perdere tra mille difficoltà.
NOTE Intravisto a fine partita, dietro la rete che separa il Pino San Salvatore Stadium dagli spalti, il buon vecchio Daniele Tucci, italo-argentino il cui apporto sarebbe stato più che utile per raddrizzare la partita. Divertita e sorridente, la Curva Sotto è un piacere a vedersi, anche se porta un poco sfiga. Oltre allo zoccolo duro della tifoseria composto da Saveriucc, fotografo e grafico ufficiale, e Beppe il Rosso, ormai vice-capoultrà a sorpresa, fanno la loro comparsa Capacchione, con famiglia a seguito nelle persone di Frangé e Ausy, e gli aficionado dello scorso anno: Ciucikkio, Sisina e zia Olga Monella. Da segnalare durante la partita la tattica disorientante di mister Tonino Palese, il quale ripete più volte a Gesù Gal’n che sarebbe dovuto entrare alla prima occasione e poi, quando questa si presenta, sfruttando un momento di disattenzione si tuffa nella partita, travestito da Tonino Cyrano Morese. Un guizzo interessante. Gli occhi di Polpaccio infine, non meritano nemmeno una menzione . Essi sono ormai una triste consuetudine di ogni gara, che tanto fanno male allo sport.
(Nella foto sopra, batte un cuore peroni)
LE PANARELLE
(per ragioni di ordine pubblico e d’accordo negli spogliatoi, si è pensato di dare un 5 politico a tutti, tranne che a Topone. Al massimo, per rendere l’idea delle cose, si porrà un + o un – per ogni prestazione individuale)
Topos. Due interventi splendidi gli spalancano le porte dell’incolpevolezza. Non doveva nemmeno venire e forse, per lui, sarebbe stato meglio: si sarebbe evitato la delusione. Vola con la punta del dito nel secondo tempo, verso l’alto, nonostante i due gol sotto. E si ripete dopo qualche minuto, a terra, ostinato nel tenere a galla la zattera peroniana. Quasi romantico. V: 7; “infranto”.
Marco. Si sbraccia e si ribella alla realtà dei fatti, più volte, Ercole contro Dei troppo più forti di lui. Perisce, perdendo via via lucidità e nascondendosi in alcune occasioni cruciali. Tuttavia, a fine gara, è il primo a ricordare a tutti che nulla è perduto, ormai affiliato nella setta psico-spirituale orchestrata dal presidente Antonio Ragazzo. E pensare che non sarebbe dovuto venire neanche lui. V: 5+ “professionista”.
Dario. I suoi anticipi li fa, randella alla solita maniera, ma compie anche qualche errore in fase di impostazione. È molto arrabbiato a fine partita e se la prende ora con la sorte, ora con la mancanza di mordente della squadra…Non è che ci credeva veramente? In ogni caso, la prossima partita non ci sarà e il Peroni dovrà dimostrare di non essergli dipendente. Vedremo. V: 5; “vedremo”.
Polpaccio. Infondo, fa la sua partita. E si dà da fare anche in avanti, soprattutto verso il finale di gara (è uno degli ultimi a mollare). Un gol arriva dalla sua parte, al primo tempo. Ma risulta essere uno dei più lucidi, a conferma che la vita è proprio strana. Tuttavia, il “più” non lo prenderà e sa bene perché. V: 5 “proibizionismo”.
Loprieno. Francamente non si hanno grossi ricordi di lui. Segno che dove non ha inciso nemmeno ha guastato. In un paio di occasioni però, a pensarci meglio, si rifiuta di correre, ostinandosi nella sua ricerca calcistico-filosofica verso la così denominata “posizione universale”: un ruolo magico, che a detta di un oracolo dovrebbe conferirgli il potere di agire in ogni parte del campo senza minimamente spostare un dito del piede. Ricerca quanto mai vana. V: 5 – “Schopenauer”.
Gesù Crist Gal’n. A fine gara, il collega Topone gli appunta una critica: “non puoi tirare sul portiere”. Vero. È il terminale offensivo su cui contano tutti ma, per ragioni pratiche, è costretto a partire da lontano. Fin quando arriva dunque, fa appena in tempo a sbagliare. In due occasioni tira sul portiere, in una, sul palo, è sfortunatissimo, in un’ultima, defilato, fa letteralmente schifo. Tuttavia, non si può dire che sia mancato l’impegno, la corsa e le bestemmie gratuite. Il meno però è quasi un più per lui. V: 5 – “Vrachettone”.
Tonino Cyrano Morese. Sgamba che è un piacere, signori. Quando entra sulla sinistra, gli piace giocare a destra. Se parte davanti, sta dietro. Sulla fascia destra poi, in barba a tutti, cerca di accentrarsi. Non dà punti di riferimento agli avversari, insomma. Ma nemmeno ai suoi compagni di squadra. In ogni caso, è un simpaticone; e siccome il nemico/amico Loprieno ha preso il meno, lui si becca un bel più in pagella (d’altronde, ci sono interessi personali troppo delicati sotto…). V: 5 + “tattico”.
Nicola Kogiun. Il solo fatto che sia rientrato dopo tanto tempo, è già fonte di buonumore per la squadra. Non era in forma e si sapeva. E bisognerà aspettare a lungo, prima che ritorni ai livelli dell’ultima parte della scorsa stagione. Serve un buon assist per il compagno Gal’n che sbaraglia fuori. E il naso nuovo gli dona, tanto che Tonino se la sente a catena. V: 5 “bentornato”
CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA La partita si decide in due minuti, forse. Verso fine primo tempo, quando il Peroni è (rimasto) sotto di una rete ma ancora in partita, Dario spazza un pallone dalle retrovie che Cristo Gal’n rimpalla di tacco all’indietro, nel tentativo di fermarlo. La sfera raggiunge per intervento diabolico l’attaccante avversario, il quale solo davanti a Topone lo infila senza problemi. Porcoddio, si dirà, ma non è tutto. Due minuti dopo, Gal’n prova a farsi perdonare l’involontario assist all’avversario: raccoglie da sinistra e in corsa spara sul portiere. La palla prende uno strano effetto e sulla ribattuta il nazarenico di sinistro la rimette in porta. Lo stesso diavolo di prima soffia sulla sfera che termina sul palo quasi interno e, nonostante tutti la credano dentro, esce fuori. Se il rimpallo non fosse andato a buon fine e il palo fosse stato più interno, la partita avrebbe anche potuto prendere un’altra via. Ma è anche vero che se Loprieno fosse magro farebbe l’ala sinistra in seconda categoria e Tonino, se non fosse Tonino, sarebbe un premio nobel per la fisica. Quindi, come non detto. Resta il porcoddio per una jella che ha perseguitato i peronisti per tutta la gara. Il resto, poca roba. Un diagonale indovinato nel secondo tempo da parte degli avversari (gol simile al primo) e un orgoglioso forcing nel finale da parte del Peroni, quasi a voler puntualizzare che seppur rimasti sotto, i giallo-birrosi non amano perdere così facilmente. Meglio perdere tra mille difficoltà.
NOTE Intravisto a fine partita, dietro la rete che separa il Pino San Salvatore Stadium dagli spalti, il buon vecchio Daniele Tucci, italo-argentino il cui apporto sarebbe stato più che utile per raddrizzare la partita. Divertita e sorridente, la Curva Sotto è un piacere a vedersi, anche se porta un poco sfiga. Oltre allo zoccolo duro della tifoseria composto da Saveriucc, fotografo e grafico ufficiale, e Beppe il Rosso, ormai vice-capoultrà a sorpresa, fanno la loro comparsa Capacchione, con famiglia a seguito nelle persone di Frangé e Ausy, e gli aficionado dello scorso anno: Ciucikkio, Sisina e zia Olga Monella. Da segnalare durante la partita la tattica disorientante di mister Tonino Palese, il quale ripete più volte a Gesù Gal’n che sarebbe dovuto entrare alla prima occasione e poi, quando questa si presenta, sfruttando un momento di disattenzione si tuffa nella partita, travestito da Tonino Cyrano Morese. Un guizzo interessante. Gli occhi di Polpaccio infine, non meritano nemmeno una menzione . Essi sono ormai una triste consuetudine di ogni gara, che tanto fanno male allo sport.
(Nella foto sopra, batte un cuore peroni)
LE PANARELLE
(per ragioni di ordine pubblico e d’accordo negli spogliatoi, si è pensato di dare un 5 politico a tutti, tranne che a Topone. Al massimo, per rendere l’idea delle cose, si porrà un + o un – per ogni prestazione individuale)
Topos. Due interventi splendidi gli spalancano le porte dell’incolpevolezza. Non doveva nemmeno venire e forse, per lui, sarebbe stato meglio: si sarebbe evitato la delusione. Vola con la punta del dito nel secondo tempo, verso l’alto, nonostante i due gol sotto. E si ripete dopo qualche minuto, a terra, ostinato nel tenere a galla la zattera peroniana. Quasi romantico. V: 7; “infranto”.
Marco. Si sbraccia e si ribella alla realtà dei fatti, più volte, Ercole contro Dei troppo più forti di lui. Perisce, perdendo via via lucidità e nascondendosi in alcune occasioni cruciali. Tuttavia, a fine gara, è il primo a ricordare a tutti che nulla è perduto, ormai affiliato nella setta psico-spirituale orchestrata dal presidente Antonio Ragazzo. E pensare che non sarebbe dovuto venire neanche lui. V: 5+ “professionista”.
Dario. I suoi anticipi li fa, randella alla solita maniera, ma compie anche qualche errore in fase di impostazione. È molto arrabbiato a fine partita e se la prende ora con la sorte, ora con la mancanza di mordente della squadra…Non è che ci credeva veramente? In ogni caso, la prossima partita non ci sarà e il Peroni dovrà dimostrare di non essergli dipendente. Vedremo. V: 5; “vedremo”.
Polpaccio. Infondo, fa la sua partita. E si dà da fare anche in avanti, soprattutto verso il finale di gara (è uno degli ultimi a mollare). Un gol arriva dalla sua parte, al primo tempo. Ma risulta essere uno dei più lucidi, a conferma che la vita è proprio strana. Tuttavia, il “più” non lo prenderà e sa bene perché. V: 5 “proibizionismo”.
Loprieno. Francamente non si hanno grossi ricordi di lui. Segno che dove non ha inciso nemmeno ha guastato. In un paio di occasioni però, a pensarci meglio, si rifiuta di correre, ostinandosi nella sua ricerca calcistico-filosofica verso la così denominata “posizione universale”: un ruolo magico, che a detta di un oracolo dovrebbe conferirgli il potere di agire in ogni parte del campo senza minimamente spostare un dito del piede. Ricerca quanto mai vana. V: 5 – “Schopenauer”.
Gesù Crist Gal’n. A fine gara, il collega Topone gli appunta una critica: “non puoi tirare sul portiere”. Vero. È il terminale offensivo su cui contano tutti ma, per ragioni pratiche, è costretto a partire da lontano. Fin quando arriva dunque, fa appena in tempo a sbagliare. In due occasioni tira sul portiere, in una, sul palo, è sfortunatissimo, in un’ultima, defilato, fa letteralmente schifo. Tuttavia, non si può dire che sia mancato l’impegno, la corsa e le bestemmie gratuite. Il meno però è quasi un più per lui. V: 5 – “Vrachettone”.
Tonino Cyrano Morese. Sgamba che è un piacere, signori. Quando entra sulla sinistra, gli piace giocare a destra. Se parte davanti, sta dietro. Sulla fascia destra poi, in barba a tutti, cerca di accentrarsi. Non dà punti di riferimento agli avversari, insomma. Ma nemmeno ai suoi compagni di squadra. In ogni caso, è un simpaticone; e siccome il nemico/amico Loprieno ha preso il meno, lui si becca un bel più in pagella (d’altronde, ci sono interessi personali troppo delicati sotto…). V: 5 + “tattico”.
Nicola Kogiun. Il solo fatto che sia rientrato dopo tanto tempo, è già fonte di buonumore per la squadra. Non era in forma e si sapeva. E bisognerà aspettare a lungo, prima che ritorni ai livelli dell’ultima parte della scorsa stagione. Serve un buon assist per il compagno Gal’n che sbaraglia fuori. E il naso nuovo gli dona, tanto che Tonino se la sente a catena. V: 5 “bentornato”
La foto è splendida, me la porto a casa...
RispondiEliminaAnche se sullo sfondo i Primi In Classifica non c'accocchiano una mazza. Dovevo esserci io!
Marco
Giungo come da costume a segnalare il nome dell'avversario: La Paca Service. Eppure ne avevamo parlato per una settimana ("wagliù giovedì contro la prima, La Paca...wagliù giovedì contro La Paca, sono primi...wagliù giovedì ci giochiamo il primato contro La Paca...e via discorrendo).
RispondiEliminaSulla storiaccia del palo interno ma non troppo:
Mosca, 1991. Partita d'andata di qualificazione a Euro '92, spareggio playoff. Russia-Italia, 0-0. Ruggiero "quello di Margherita" Rizzitelli colpisce un palo dopo una bella girata in area. Intervistato, commentò così:"se quel palo fosse entrato in gol". Ecco, io penso che siano questi i modelli da seguire.
Topone il portiere infranto a tratti affranto.
Siete una squadra di merda
RispondiEliminaI detrattori abbiano almeno la compiacenza di firmarsi!!
RispondiEliminasaué
Mi piacerebbe essere quel detrattore ma sono solo Gesù. Topone è meraviglioso.
RispondiElimina