sabato 27 febbraio 2010

Peroni Team vs Radioerre 5-3

PRE-PRE-PARTITA La cosa più interessante di questo match, è di sicuro l’animato pre-prepartita, di cui è protagonista a distanza il corsista a Coverciano mister Tonino Palese. Con due, tre giorni di anticipo, l’allevatore spende tutte le energie vitali a sua disposizione per imbastire una formazione a sette, con un cambio, affannandosi solitario in una martellante caccia all’uomo la quale, come converranno i membri della squadra il giorno dell’adunanza pre-gara, sarebbe risultata la cosa più inutile del pianeta. Tutti infatti, interpellati nelle telefonate precedenti la partita, gli hanno fatto notare la non urgenza della situazione, vista la partita abbordabile e, per una rara volta, la presenza del cosiddetto sestetto titolare. Eppure, Tonino tramava dentro qualcosa di mostruoso: l’infortunio. “Metti che qualcuno si fa male?” continuava a ripetere ai gagliardi che gli intimavano di starsene beato a raccogliere primule primaverili in quel di Firenze. E zac! Chi scrive, a metà secondo tempo, sul 3-3, si è preso un calcione al piede ed è dovuto uscire per alcuni minuti, rischiando di lasciare la squadra in cinque per una buona ventina. Per fortuna non è stato così, ma c’è mancato poco. In ogni caso, da questa partita, nasce un nuovo personaggio del Peroni Team: Tonino Gufese. Dio lo stramaledica.


NOSTALGIA Infondo è un modo come un altro per ricordare il presidente-allevatore-gufatore, il quale manca ai suoi giocatori. Mancano soprattutto le sue attività senza senso e quelle indicazioni improvvide che lo hanno iscritto tra gli uomini degni di essere dimenticati e subito. Come quando, ubriaco, prima della partita si fiondò su Dario intimandogli la giusta posizione da tenere in campo: “devi giocare centrale questa volta, hai capito?”. Come se Dario avesse ricoperto mai, nella sua intera vita, un’altra posizione (amarcord)


CLOACA Partita tirata, contro un Radioerre meno Radioerre dell’altra volta, quando andò a segno, nell’unica segnatura di una stagione fortunatamente stroncata e scialba, nientemeno che il Loprieno, con zampone destro in anticipo sul portiere a pallonetto. Eppure, al primo tempo il Peroni sembra avere tute le carte per mettere sotto i piedi gli avversari: Cristopoli è ispirato, Kogiun affamato di reti, la retroguardia puntuale sale e scende a comando, bloccando ogni cosa sul nascere. Il 3-1 è perlopiù firmato da Nicola, la prima volta beffando in diagonale il portiere dopo bell’azione personale di Jesus, la seconda su fallo laterale lampo battuto da Marco, con una zampata da attaccante di razza: quei gol improvvisi che ti fanno vincere le partite. Il terzo gol è un destro di contro balzo sempre di Marco, con deviazione della difesa e reclamato fallo sospetto sempre di Kogiun’, in un’area di rigore ingorgata. Ma nella ripresa Jesus muore – per la verità aveva preso a morire già a fine primo tempo, invocando time-out come ai tempi del Getsemani – e comincia ad agonizzare qua e là, così gli avversari, complici qualche sciocchezza e molta fortuna, pareggiano. Cristo prende il calcione allora, e abbandona per un po’. Pace all’anima sua? No. Perché, come le grandi squadre che si impongono nel momento più duro della gara e quando cominciano a giocare male, anche il Peroni risorge. Basta un calcio di punizione di Marco, di collo pieno, a stendere portiere e avversari. E, soprattutto, basta un intervento in uscita di Topone “più volante” nell’unico uno contro uno concesso dalla difesa a congelare il risultato. A quel punto, anche Cristo Gal’n è tornato a dare una mano e, di nuovo coi poteri divini, guadagna una punizione da metà campo che batte all’improvviso, miracolandola in rete. % a 3.


NOTE L’organizzatore del torneo a Polpaccio, prima dell’ingresso negli spogliatoi: “Oh, ma mi ha chiamato Tonino, dice che sta facendo un corso…a Coverciano?”. Polpaccio: “Lascialo perdere, quello è malato”.

PASSERELLE

(simpatiche e approfondite. La foto sopra non c’è – continua la protesta: servono foto)

Topos Topoi. Vola di piede ancora alla Nasopolidis in un tu per tu sul 3 a 3, mettendo il proprio Borghetti sulla partita. Tanti buoni interventi anche in uscita alta. Vive la sua esperienza Peroni da veterano e trascinatore, puntando alla Snai a favore e contro i propri compagni di squadra. Sfrondato. Voto: 7; “Sfondato”

Dario. Cincischia palla al piede e testa bassa per tutto il primo tempo e il rimprovero, Tonino permettendo, va fatto. Si rifà come sempre nella difesa anticipando ed estirpando centinaia e centinaia di palloni, alla sua maniera. Voto: 6,5 “cincinschione pentito”

Marco. Il suo nervosismo è linfa pura: l’uomo, che nessuno ormai volutamente gli chiama e che lo perseguita in ogni partita (pare sia l’uomo nero, quello dell’infanzia), anche questa volta ha fatto la sua buona prestazione, innervandolo tutto. Bene, perché il peronista gioca una partita maiuscola, non solo per i due gol. Tanta aggressione, buone trame, qualche bel recupero, lui che non ama molto la fase difensiva. La punizione del 4-3 è una manna piovuta dal cielo. V: 7,5 “con matta” (voto Uomo Nero: 8, ha giocato obiettivamente meglio di lui…l’unione fa la forza)

Polpaccio. Grande spinta al primo tempo, la fascia destra è sua e le combinazioni con il pimpante Gal’n di inizio gara sono davvero buone. Randella al momento opportuno dalla distanza, e non sembra soffrire dell’infortunio rimediato in una bisca clandestina nelle stive di una nave battente bandiera afghana nel lontano 1934, causa un debito di gioco non pagato per una storia di assi fasulli. Nella ripresa però, la vecchia ferita da marinaio deve averlo infastidito e anche lui cala. Ciononostante, una buona gara. V: 6,5 “marinaio”.

Cristopoli. Grande partenza: salta uomini come birilli che sembra ritornato bambino. Serve Kogiun nel primo gol, partecipa al terzo scompigliando la retroguardia e chiede e ottiene sempre il pallone. È un bluff: dagli ultimi dieci minuti del primo tempo fino all’infortunio del secondo, a metà secondo tempo, vive ore drammatiche, di profondo decadimento organico. Si riprende quando però la squadra ha bisogno anche del suo contributo, memore della lezione del buon Gianni Definitivamente Pienabarca. Il gol del 5-3, con furbizia, è grasso che cola. V: 6,5 “Gianni Bluffabarca”

Nicola Kogiun’. Sempre meglio, sempre più goleador, sempre più lontano dal periodo in cui soffriva le emorroidi a bordo campo, va detto. Il primo gol è una carezza che si ficca da sola all’angolo, dopo essersi smarcato bene, il secondo è da manuale del buon centravanti: rapido, improvviso, opportunista e cinico. A parte ciò, fa un gran lavoro anche per la squadra e se sfruttasse tutte le occasioni che si crea smarcandosi, realizzerebbe 5-6 gol a partita. In ogni caso, il migliore in campo. V: 8 “rettogel”.

mercoledì 17 febbraio 2010

Peroni Team vs L'orchidea 1-0

PRESAGIOPARTITA A venti minuti dall’inizio della gara, la squadra messa in campo da mister Palese, dalla sua nuova sede fiorentina di allevatore, è di quelle che lasciano molto al caso. Bucato da Marco (con cui avvierà una dura azione di requisizione morale), bucato da Giangi, bucato da Strollo, tenuto in canzone da Tale Francesco e poi bucato all’ultimo minuto, Palese manda il suo Peroni al patibolo con soli 5 elementi. Roba da rimpiangere Loprieno. Lo scoramento è tanto: chi scrive, giunto negli spogliatoi prima della gara, trova Topos e Nicola Kogiun’ fare i conti con la classifica non aggiornata, come sempre, e lamentarsi della moria di giocatori. “Questo terzo posto – sembrano dire – non s’ha da fare”. L’idea è quella di provarci comunque, anche in 5. Ma a pochi minuti dall’inizio, quando i peronisti vecchia guardia fanno il loro ingresso sul rettangolino di gioco per il consueto riscaldamento lampo, trovano insieme con Barba Polpaccio un novizio giocatore, il quale sembra avere tutta l’aria di quello che risolve i problemi. È Gianni Papa Waigo Pierabarca (o Pienabarca, non si saprà mai), l’asso nella manica di Polpaccio, ricavato a pochi centesimi dell’inizio della partita per chissà quale guizzo d’ingegno. L’infortunato cronico, diretto verso i peronisti, si schermisce: “wojù…nu’sacch, eh!”. Ma il sollievo dilaga subito, è pur sempre un uomo infondo. L’ultimo arrivato allora, s’avvia per il riscaldamento e dopo i primi passi ci si accorge che zoppica vistosamente. L’occhio cala sull’abito, il quale fa, eccome, il monaco: un tutone anni ’80, stile Catanzaro in A con D’Emilio e Palanca, riveste il molle (ggiato) trequartista, da capo a piedi. Non se ne vedeva uno dai tempi del cortile, causa mamma apprensiva del secondo piano (figurine panini, mano di gomma a sorpresa dalle patatine, barba papà, pallone etrusco o tango). Il gigione si lascia andare in un esaltante prepartita, carezzando il pallone e passeggiando qua e là, ammettendo di non giocare da tempo e dando a pensare ai compagni che sarà ancora più dura del previsto. L’atmosfera infatti, diventa subito quella di una “tedesca” sulla spiaggia di Marina di Lesina.

LA PARTITA PRESAGITA Come nel più comune dei Viterbo – Sambenedettese, a metà primo tempo, Gesù Gal’n ri-miracolatosi per la seconda partita consecutiva esterno sinistra a spruzzo, raccoglie una splendida sponda di Nicola Kogiun’, terminale offensivo offeso dal Papa Waigo Gianni, e col portiere in uscita lo beffa nell’angolo, rasoterra. È l’uno a zero. E sarà uno a zero. Il Peroni afferra il senso della vita, riordina le carte, affibbia la croce dell’attacco a Nicola e sguinzaglia Giannone nostro in mezzo al campo, libero di svariare. Il funambolo fa buon viso ma cattivo gioco (mai definizione fu più azzeccata), arretra troppo, appoggia poco, infastidisce gli esterni e, chiamato in causa, s’assopisce, filosofeggiando col pallone tra i piedi e la testa tra le nuvole. Sembra Liedholm, ma versione dieci anni fa in un campo di under 30. I compagni provano a dargli qualche dritta ma la mezzapunta non ci sta: “so giocare a pallone, so giocare” ripete a gran voce. Il muso duro fa il suo effetto e presto si capisce che bisognerà lasciarlo libero di andare, coi suoi taccuini, con il libro dei salmi in mano, le Confessioni in saccoccia: ci sono cose d’altronde, che non si possono controllare. Ad ogni modo, il Peroni gioca la sua gara, in difesa sì, ma punzecchiando sempre l’avversario. Due volte Jesus va vicino al raddoppio, su azioni fotocopia con l’amico Kogiun’, il quale per fortuna regge l’attacco da solo e con grande forza e velocità. Dario e Polpaccio alzano il muro, Topone, guardingo, fa il miracolo dopo pochi minuti dal vantaggio, svolazzando con la zampa destra alla Garella, nell’angolino basso. Il resto, è muro contro muro, sofferenza, ma anche ordine e contropiede. Nella ripresa infatti, Nicola avrebbe potuto chiudere i conti un paio di volte, ma la sfortuna e la stanchezza non gli hanno permesso la segnatura – unica mancanza della sua partita. Poco male: vince la squadra, vince il Peroni, vince Gianni Piena o Pierabarca.

NOTE A due minuti dal termine, Jesus, coi polmoni in culo, grida a Kogiun’ e Gianni di dare anche loro una mano. Il fantasista è lontano, nei pressi del portiere avversario, inspiegabilmente. Da lontano, lo si vede cavare un fazzolettone di stoffa, alla mio padre, e prendere a soffiarsi il naso, prima di riporlo nella tasca. Non si vedeva roba del genere dai tempi dei Goonies.

(nella foto sopra Papa Waigo Gianni, il quale in realtà raccoglie per sbaglio un soprannome dato ad un suo somigliante...ma che fa, va bene anche così)

TAPPARELLE

(il sette politico è d’obbligo, per sottolineare l’aver giocato da vera squadra, tutti ad aiutare tutti e con grande armonia…rob d’ luss)

Topos. Pochi interventi veri, da Topone. Uno di piede, fantastico, con riflesso borghettiano che non si vedeva da un po’. Un paio nella ripresa, da lontano, ben parati. Il resto si limita a fare quello che, con tutti i miracoli possibili, Nasopolidis non ha mai fatto: dare sicurezza alla difesa. V: 7; “Angelillo show room” (mi serviva un’immagine che desse sicurezza)

Dario. “E quist st’c semb annanz!” lo urla uno degli avanti avversario e da solo, come commento alla sua partita, può bastare. Non scende mai, intelligentemente, avendo sul suo asse Gianni Papa Waigo. Nessun attaccante riesce a presentarsi solo davanti alla porta. Il resto, tanti, tanti anticipi puntualissimi. V: 7 “Mexes più Thiago Silva diviso Carannante”.

Polpaccio. Ha il merito di aver portato un uomo evitando alla squadra di giocare in cinque. No, scherzo, in realtà il vero merito è la partita oculata, precisa, senza sbavature né progressioni avventate. Non butta un pallone e dalle sue parti non si passa. Impeccabile negli appoggi e anche nei, pochi, rifornimenti alle punte. Una partita giocata con gli occhiali. V: 7 “quatt’uocchj e na gazzos”

Jesus Gal’n. Alla seconda partita da esterno di sinistra, il miglioramento c’è anche in fase difensiva, anche se non è un caso che quei pochi pericoli arrivino proprio da lì. Il resto gioca d’astuzia e con ottimi inserimenti: 3 per la precisione, con un gol, un rasoterra al lato e un collo al volo su esterno splendido di Kogiun’, ottimamente parato dal portiere. Anche lui, forse per indole, non butta un pallone là dietro. V: 7+ “ri-propositivo” (Il più è per il gol…e anche per il blog)

Gianni Papa Waigo Piera/Pienabarca detto Nils Liedholm. Di lui s’è già detto tutto, meno che, infondo, a tratti ha dato anche il suo contributo, numerico, politico, fisico. Ottimo il prepartita. V: 7- “Eppur si muove” (il meno è per la tuta lunga)

Nicola Kogiun’. Lì avanti canta e porta la croce. Raccoglie palloni, li smista, salta l’uomo, scatta, impegna la difesa e gioca di sponda che è una meraviglia. Solo contro tutti. Gli è mancato solo il gol, ma fa niente. Con la squadra al completo e un aiuto serio non avrà problemi. In ottima forma. V: 7 “autosufficiente”.

martedì 9 febbraio 2010

Peroni Team vs Elettromeccanica Cagno 3-3

IL FLASH Al decimo minuto del secondo tempo, il Peroni Team riparte in velocità. Polpaccio, schierato centrale al posto dell’influenzato Dario, pur col ginocchio scricchiolante arresta i temibili avanti dell’Elettromeccanica e serve a destra Marco, avviando il contropiede. L’esterno vede Daniele Magnisio (pescato dal cilindro a sorpresa dal presidente Ragazzo e quale regalo per il suo commiato fiorentino) il quale gli si fa incontro per l’ennesima volta durante la gara, puntualmente. Palla di prima al giamaicano naturalizzato rossonero che apre le gambe e lascia sfilare per Jesus Gal’n, accorrente sulla sinistra, per la prima volta nel campionato non schierato in attacco ma in linea con la difesa. Il Cristetto di provincia capisce tutto e ancora di prima triangola con il Magnisio di turno, già smarcatosi per raccogliere il passaggio. Neanche il tempo di pensarci e il servizio è confezionato su misura per Nicola Kogiun’, pronto davanti il portiere avversario. La rete è giusta, leggera, angolata, precisa. Il catalogo del contropiede perfetto, si direbbe, stile Italia – Brasile nella scorsa Confederation Cup, con i rimasti-sotto del Peroni nell’inedito ruolo di Brasile. È il 3-1 del Peroni sull’Elettromecanica Cagno, temibilissima avversaria che già all’andata era riuscita a scroccare un pareggio all’ultimo secondo, usufruendo di un tiro libero quanto meno “generoso”. Sembrerebbe la fine, ma la fine non è. Perché dopo una partita giocata fino a quel momento in maniera quasi impeccabile, con una rete subìta nel primo tempo a causa di un’incomprensione con l’arbitro, il Peroni cede il passo e subisce la riscossa avversaria che, meritatamente, arriverà prima della fine. Anzi, all’ultimo minuto, un presunto rigore in favore degli avversari e non fischiato dall’arbitro rende la cosa molto più che equilibrata. Ma va bene così. A conti fatti, a livello solamente estetico, il 3-3 tra Peroni Team ed Elettromeccanica Cagno è forse una delle partite più belle che si siano viste al San Salvatore Stadium. Pali, traverse, grandi giocate, azioni di prima e, udite udite, grandi parate dei portieri. Sì, il plurale è d’obbligo, ancora una volta. Nella sua ultima partita, prima di cadere nel pozzo dei desideri a mattino (e gennaio) inoltrato per pescare il gioiello per la sua lady, e prima di partire alla volta di Firenze alla ricerca di fama, gloria, lavoro e Chianga Masitto, Antonios Nasopolidis ha detto ancora una volta la sua. Guadagnandosi la palma del “quasi migliore in campo”, per la seconda volta. Un addio così (che addio non sarà) non poteva andare meglio.

CRONCACAZZI Come detto, formazione d’emergenza. Polpaccio centrale, Marco a destra, Cristo, piede addolorato, a sinistra, Daniele Magnisio mezzapunta, Nicola terminale offensivo. Nasopolidis, causa una spalla truffaldina di Topone, è ancora una volta in porta. Nessun cambio, porcoddio. Nessun Loprieno…pazienza. Eppure, dopo venti minuti, il Peroni gira che è un piacere. Daniele, che non ha la lucidità di inizio stagione causa anche gli allenamenti del primo pomeriggio con la vera squadra (un qualunque elemento del Peroni sarebbe crepato anche solo al pensiero), fa il suggeritore e lo fa bene. Nicola Kogiun’ è in forma, e si vede subito: l’interno destro alla prima occasione che beffa difesa e portiere in uscita è un saggio della sua serata, nella quale farà la parte del protagonista. Dopo una manciata di minuti, triangolazione rapida sulla sinistra e Gesù Nazareno, automiracolatosi esterno sinistro, trova il diagonale vincente. Al che, il Peroni meriterebbe e potrebbe allargare più volte, con azioni veloci e ben organizzate, nelle quali la forza e la bravura di Daniele sono più che evidenti (memorabile uno scambio tutto di prima fatto con Jesus: 4 passaggi per 4 con tacco un po’ sbilenco di poco al lato). A ridimensionare il team di mister Palese, un momento di confusione alla Peroni Team. Sciocca punizione fischiata agli avversari, i rimasti si allontanano credendola a favore, l’attaccante avversario batte a sorpresa e infila Nasopolidis. A nulla serviranno le proteste. Il secondo tempo, come detto, a parte l’azione brasiliana vede il risorgere degli ospiti, i quali raggiungono il pari con merito e senza che il Peroni abbia grandi colpe, considerato che Polpaccio ha stretto i denti per l’infortunio e il mal difensivo Gesù i suoi polmoni. Da segnalare, solo una randellata da fuori di Daniele con traversa interna ma non troppo, tale da non far fischiare l’arbitro e, occorre dirlo, un tu per tu sempre di Magnisio, in cui, con più forza nelle gambe, avrebbe di certo zittito portiere e squadra avversaria. Ma infondo, giusto così.

(nella foto sopra una foto del torneo scorso, a testimoniare ancora una volta il bisogno di foto nuove. Da notare, però, un Palese old style che dà disposizioni ai suoi e un solito Polpaccio infortunato che, guardandolo, ne diffida i suggerimenti..)

PANDISTELLE

(chi scrive lo fa dopo giorni, ma il ricordo è ancora forte, nonostante la febbre…)

Antonios Nasopolidis Naso bagnato, naso fortunato! È quanto verrebbe da dire a seguito dell’immersione arrivata dopo qualche giorno dalla partita…ma la cosa è vita privata e, avendola già sputtanata abbastanza, meglio attenersi alla partita. Che dire? Non senza imbarazzo, occorre ammettere che il nasuto portiere, forte della sua maglia rosso peroni con tappo in bella posta, ha fatto ancora la differenza. Non una parata normale, ma tutte efficaci. Alcune, persino con le mani, come quei portieri che si vedono in televisione. Certo qualche rinvio un po’ alla carlona…uno, va detto, con i piedi alla Franco Mancini con palla nel profondo stuzzo…però, che importa? Il Nasopolidis di turno per la sua ultima partita voleva lasciare un buon ricordo e forte era il suo desiderio di giocare fuori dai pali. Per fortuna, Topone si è infortunato, e tutto è andato per il verso giusto…Quando ci si mette Dio! voto: 7,5 “porta-portiere”

Marco. Forse il meno brillante della squadra, soprattutto dopo la sua ultima partita, nella quale ha letteralmente trascinato i suoi. Un calo emotivo, più che altro. In uno sfoggio di inguaribile ottimismo infatti, alla fine del primo tempo e sul risultato di 2-1, l’esterno-mediano del Peroni si è avvicinato a chi scrive e gli ha detto: “queste sono le partite che alla fine perdiamo”. Mah. In ogni caso, si sacrifica molto per la squadra, trattenendo le sortite offensive, consapevole di non avere dall’altra parte un partner affidabile. V: 6,5 “Leopardiano”

Polpaccio. Voleva che gli si commentasse la prestazione con l’aggettivo “stoico” e forse, per una volta, andrebbe accontentato. Gioca un gran primo tempo, nelle vesti, per lui troppo lunghe, di vice-Dario. Blocca gli avanti, imposta, va duro e con grande lucidità. Deve contenere le sue scorribande, causa l’assenza del centrale del Peroni ma la cosa non influisce sulla prestazione, tutt’altro. Nel secondo tempo la gamba, il solito infortunio, lo abbandona, ed è costretto a stringere i denti fino alla fine, facendo il possibile. Che basta. V: 7- “Stoico a richiesta”

Gesù Gal’n
. Si miracola difensore e, dopo i primi minuti di imbarazzo, gioca la sua partita. Anzi, segna anche un gol e, a conferma dei compagni di squadra, non subisce particolarmente gli attacchi avversari. Da lontano poi, riesce a leggere bene le azioni e ad inserirsi con prontezza: molte le combinazioni con Daniele, alcune davvero ottime. Nella ripresa soffre il piede dolorante e l’assedio avversario ma, con rabbia, riesce a tenere (in un’occasione, con attaccante a un secondo dalla porta vuota, sbucherà alle sue spalle e con un crocefisso portatile salverà il risultato mettendo in angolo…l’attacante dirà: “mamm, è da dove sì uscit’ tu?”…le vie del Signore sono infinite). Voto: 7 “battezzato”

Daniele Giamaica Magnisio. Gli è mancato solo il gol, si dice in questi casi. Lui, che in sole due partite, quelle iniziali della stagione, ne ha fatte addirittura 6. Ma se il Peroni trova l’equilibrio, praticamente con 3 attaccanti in campo e 2 esterni offensivi cui piace attaccare e senza cambi, gran parte del merito è suo. È l’assist man in tutte e tre le occasioni. La mancanza di lucidità si vede in quelle due palle sprecate, davanti la porta, quando ormai tutti i compagni, conoscendolo, stavano già sul punto di esultare e pregustare la vittoria. Sfortunato nella traversa da lontano: una cannonata che avrebbe meritato di più. Esteticamente valido nella sforbiciata (ma quelle sono cose da Loprieno). V: 7,5+ “Ispirato ispiratore” (il + è per evitare che Tonino dica di aver preso lo stesso voto…)
Nicola Kogiun’. Finalmente in forma. Ce ne ha messo un po’, ma la squadra sapeva che avrebbe dovuto solo aspettarlo. D’altronde, nello scorso torneo, come ha ammesso lo stesso attaccante, è entrato in forma perfetta nell’ultima partita giocata, quella dell’eliminazione sfortunata, in cui realizzò una doppietta. Anche qui, il nostro Kogiun’ ha fatto bis, capitalizzando al meglio le occasioni ricevute. Il primo gol è da attaccante puro, d’area, con un interno forte e preciso, praticamente alla prima palla giocabile. Il secondo lo fa da seconda punta, piazzando la palla al termine di un contropiede da manuale . La cosa più bella però, è che corre e scatta in continuazione, nel pieno delle sue possibilità. Sembrano ormai dimenticati i problemi di culo (che detto così…).. V: 8- “vitasnella".