PRE-PRE-PARTITA La cosa più interessante di questo match, è di sicuro l’animato pre-prepartita, di cui è protagonista a distanza il corsista a Coverciano mister Tonino Palese. Con due, tre giorni di anticipo, l’allevatore spende tutte le energie vitali a sua disposizione per imbastire una formazione a sette, con un cambio, affannandosi solitario in una martellante caccia all’uomo la quale, come converranno i membri della squadra il giorno dell’adunanza pre-gara, sarebbe risultata la cosa più inutile del pianeta. Tutti infatti, interpellati nelle telefonate precedenti la partita, gli hanno fatto notare la non urgenza della situazione, vista la partita abbordabile e, per una rara volta, la presenza del cosiddetto sestetto titolare. Eppure, Tonino tramava dentro qualcosa di mostruoso: l’infortunio. “Metti che qualcuno si fa male?” continuava a ripetere ai gagliardi che gli intimavano di starsene beato a raccogliere primule primaverili in quel di Firenze. E zac! Chi scrive, a metà secondo tempo, sul 3-3, si è preso un calcione al piede ed è dovuto uscire per alcuni minuti, rischiando di lasciare la squadra in cinque per una buona ventina. Per fortuna non è stato così, ma c’è mancato poco. In ogni caso, da questa partita, nasce un nuovo personaggio del Peroni Team: Tonino Gufese. Dio lo stramaledica.
NOSTALGIA Infondo è un modo come un altro per ricordare il presidente-allevatore-gufatore, il quale manca ai suoi giocatori. Mancano soprattutto le sue attività senza senso e quelle indicazioni improvvide che lo hanno iscritto tra gli uomini degni di essere dimenticati e subito. Come quando, ubriaco, prima della partita si fiondò su Dario intimandogli la giusta posizione da tenere in campo: “devi giocare centrale questa volta, hai capito?”. Come se Dario avesse ricoperto mai, nella sua intera vita, un’altra posizione (amarcord)
CLOACA Partita tirata, contro un Radioerre meno Radioerre dell’altra volta, quando andò a segno, nell’unica segnatura di una stagione fortunatamente stroncata e scialba, nientemeno che il Loprieno, con zampone destro in anticipo sul portiere a pallonetto. Eppure, al primo tempo il Peroni sembra avere tute le carte per mettere sotto i piedi gli avversari: Cristopoli è ispirato, Kogiun affamato di reti, la retroguardia puntuale sale e scende a comando, bloccando ogni cosa sul nascere. Il 3-1 è perlopiù firmato da Nicola, la prima volta beffando in diagonale il portiere dopo bell’azione personale di Jesus, la seconda su fallo laterale lampo battuto da Marco, con una zampata da attaccante di razza: quei gol improvvisi che ti fanno vincere le partite. Il terzo gol è un destro di contro balzo sempre di Marco, con deviazione della difesa e reclamato fallo sospetto sempre di Kogiun’, in un’area di rigore ingorgata. Ma nella ripresa Jesus muore – per la verità aveva preso a morire già a fine primo tempo, invocando time-out come ai tempi del Getsemani – e comincia ad agonizzare qua e là, così gli avversari, complici qualche sciocchezza e molta fortuna, pareggiano. Cristo prende il calcione allora, e abbandona per un po’. Pace all’anima sua? No. Perché, come le grandi squadre che si impongono nel momento più duro della gara e quando cominciano a giocare male, anche il Peroni risorge. Basta un calcio di punizione di Marco, di collo pieno, a stendere portiere e avversari. E, soprattutto, basta un intervento in uscita di Topone “più volante” nell’unico uno contro uno concesso dalla difesa a congelare il risultato. A quel punto, anche Cristo Gal’n è tornato a dare una mano e, di nuovo coi poteri divini, guadagna una punizione da metà campo che batte all’improvviso, miracolandola in rete. % a 3.
NOTE L’organizzatore del torneo a Polpaccio, prima dell’ingresso negli spogliatoi: “Oh, ma mi ha chiamato Tonino, dice che sta facendo un corso…a Coverciano?”. Polpaccio: “Lascialo perdere, quello è malato”.
PASSERELLE
(simpatiche e approfondite. La foto sopra non c’è – continua la protesta: servono foto)
Topos Topoi. Vola di piede ancora alla Nasopolidis in un tu per tu sul 3 a 3, mettendo il proprio Borghetti sulla partita. Tanti buoni interventi anche in uscita alta. Vive la sua esperienza Peroni da veterano e trascinatore, puntando alla Snai a favore e contro i propri compagni di squadra. Sfrondato. Voto: 7; “Sfondato”
Dario. Cincischia palla al piede e testa bassa per tutto il primo tempo e il rimprovero, Tonino permettendo, va fatto. Si rifà come sempre nella difesa anticipando ed estirpando centinaia e centinaia di palloni, alla sua maniera. Voto: 6,5 “cincinschione pentito”
Marco. Il suo nervosismo è linfa pura: l’uomo, che nessuno ormai volutamente gli chiama e che lo perseguita in ogni partita (pare sia l’uomo nero, quello dell’infanzia), anche questa volta ha fatto la sua buona prestazione, innervandolo tutto. Bene, perché il peronista gioca una partita maiuscola, non solo per i due gol. Tanta aggressione, buone trame, qualche bel recupero, lui che non ama molto la fase difensiva. La punizione del 4-3 è una manna piovuta dal cielo. V: 7,5 “con matta” (voto Uomo Nero: 8, ha giocato obiettivamente meglio di lui…l’unione fa la forza)
Polpaccio. Grande spinta al primo tempo, la fascia destra è sua e le combinazioni con il pimpante Gal’n di inizio gara sono davvero buone. Randella al momento opportuno dalla distanza, e non sembra soffrire dell’infortunio rimediato in una bisca clandestina nelle stive di una nave battente bandiera afghana nel lontano 1934, causa un debito di gioco non pagato per una storia di assi fasulli. Nella ripresa però, la vecchia ferita da marinaio deve averlo infastidito e anche lui cala. Ciononostante, una buona gara. V: 6,5 “marinaio”.
Cristopoli. Grande partenza: salta uomini come birilli che sembra ritornato bambino. Serve Kogiun nel primo gol, partecipa al terzo scompigliando la retroguardia e chiede e ottiene sempre il pallone. È un bluff: dagli ultimi dieci minuti del primo tempo fino all’infortunio del secondo, a metà secondo tempo, vive ore drammatiche, di profondo decadimento organico. Si riprende quando però la squadra ha bisogno anche del suo contributo, memore della lezione del buon Gianni Definitivamente Pienabarca. Il gol del 5-3, con furbizia, è grasso che cola. V: 6,5 “Gianni Bluffabarca”
Nicola Kogiun’. Sempre meglio, sempre più goleador, sempre più lontano dal periodo in cui soffriva le emorroidi a bordo campo, va detto. Il primo gol è una carezza che si ficca da sola all’angolo, dopo essersi smarcato bene, il secondo è da manuale del buon centravanti: rapido, improvviso, opportunista e cinico. A parte ciò, fa un gran lavoro anche per la squadra e se sfruttasse tutte le occasioni che si crea smarcandosi, realizzerebbe 5-6 gol a partita. In ogni caso, il migliore in campo. V: 8 “rettogel”.
