mercoledì 17 febbraio 2010

Peroni Team vs L'orchidea 1-0

PRESAGIOPARTITA A venti minuti dall’inizio della gara, la squadra messa in campo da mister Palese, dalla sua nuova sede fiorentina di allevatore, è di quelle che lasciano molto al caso. Bucato da Marco (con cui avvierà una dura azione di requisizione morale), bucato da Giangi, bucato da Strollo, tenuto in canzone da Tale Francesco e poi bucato all’ultimo minuto, Palese manda il suo Peroni al patibolo con soli 5 elementi. Roba da rimpiangere Loprieno. Lo scoramento è tanto: chi scrive, giunto negli spogliatoi prima della gara, trova Topos e Nicola Kogiun’ fare i conti con la classifica non aggiornata, come sempre, e lamentarsi della moria di giocatori. “Questo terzo posto – sembrano dire – non s’ha da fare”. L’idea è quella di provarci comunque, anche in 5. Ma a pochi minuti dall’inizio, quando i peronisti vecchia guardia fanno il loro ingresso sul rettangolino di gioco per il consueto riscaldamento lampo, trovano insieme con Barba Polpaccio un novizio giocatore, il quale sembra avere tutta l’aria di quello che risolve i problemi. È Gianni Papa Waigo Pierabarca (o Pienabarca, non si saprà mai), l’asso nella manica di Polpaccio, ricavato a pochi centesimi dell’inizio della partita per chissà quale guizzo d’ingegno. L’infortunato cronico, diretto verso i peronisti, si schermisce: “wojù…nu’sacch, eh!”. Ma il sollievo dilaga subito, è pur sempre un uomo infondo. L’ultimo arrivato allora, s’avvia per il riscaldamento e dopo i primi passi ci si accorge che zoppica vistosamente. L’occhio cala sull’abito, il quale fa, eccome, il monaco: un tutone anni ’80, stile Catanzaro in A con D’Emilio e Palanca, riveste il molle (ggiato) trequartista, da capo a piedi. Non se ne vedeva uno dai tempi del cortile, causa mamma apprensiva del secondo piano (figurine panini, mano di gomma a sorpresa dalle patatine, barba papà, pallone etrusco o tango). Il gigione si lascia andare in un esaltante prepartita, carezzando il pallone e passeggiando qua e là, ammettendo di non giocare da tempo e dando a pensare ai compagni che sarà ancora più dura del previsto. L’atmosfera infatti, diventa subito quella di una “tedesca” sulla spiaggia di Marina di Lesina.

LA PARTITA PRESAGITA Come nel più comune dei Viterbo – Sambenedettese, a metà primo tempo, Gesù Gal’n ri-miracolatosi per la seconda partita consecutiva esterno sinistra a spruzzo, raccoglie una splendida sponda di Nicola Kogiun’, terminale offensivo offeso dal Papa Waigo Gianni, e col portiere in uscita lo beffa nell’angolo, rasoterra. È l’uno a zero. E sarà uno a zero. Il Peroni afferra il senso della vita, riordina le carte, affibbia la croce dell’attacco a Nicola e sguinzaglia Giannone nostro in mezzo al campo, libero di svariare. Il funambolo fa buon viso ma cattivo gioco (mai definizione fu più azzeccata), arretra troppo, appoggia poco, infastidisce gli esterni e, chiamato in causa, s’assopisce, filosofeggiando col pallone tra i piedi e la testa tra le nuvole. Sembra Liedholm, ma versione dieci anni fa in un campo di under 30. I compagni provano a dargli qualche dritta ma la mezzapunta non ci sta: “so giocare a pallone, so giocare” ripete a gran voce. Il muso duro fa il suo effetto e presto si capisce che bisognerà lasciarlo libero di andare, coi suoi taccuini, con il libro dei salmi in mano, le Confessioni in saccoccia: ci sono cose d’altronde, che non si possono controllare. Ad ogni modo, il Peroni gioca la sua gara, in difesa sì, ma punzecchiando sempre l’avversario. Due volte Jesus va vicino al raddoppio, su azioni fotocopia con l’amico Kogiun’, il quale per fortuna regge l’attacco da solo e con grande forza e velocità. Dario e Polpaccio alzano il muro, Topone, guardingo, fa il miracolo dopo pochi minuti dal vantaggio, svolazzando con la zampa destra alla Garella, nell’angolino basso. Il resto, è muro contro muro, sofferenza, ma anche ordine e contropiede. Nella ripresa infatti, Nicola avrebbe potuto chiudere i conti un paio di volte, ma la sfortuna e la stanchezza non gli hanno permesso la segnatura – unica mancanza della sua partita. Poco male: vince la squadra, vince il Peroni, vince Gianni Piena o Pierabarca.

NOTE A due minuti dal termine, Jesus, coi polmoni in culo, grida a Kogiun’ e Gianni di dare anche loro una mano. Il fantasista è lontano, nei pressi del portiere avversario, inspiegabilmente. Da lontano, lo si vede cavare un fazzolettone di stoffa, alla mio padre, e prendere a soffiarsi il naso, prima di riporlo nella tasca. Non si vedeva roba del genere dai tempi dei Goonies.

(nella foto sopra Papa Waigo Gianni, il quale in realtà raccoglie per sbaglio un soprannome dato ad un suo somigliante...ma che fa, va bene anche così)

TAPPARELLE

(il sette politico è d’obbligo, per sottolineare l’aver giocato da vera squadra, tutti ad aiutare tutti e con grande armonia…rob d’ luss)

Topos. Pochi interventi veri, da Topone. Uno di piede, fantastico, con riflesso borghettiano che non si vedeva da un po’. Un paio nella ripresa, da lontano, ben parati. Il resto si limita a fare quello che, con tutti i miracoli possibili, Nasopolidis non ha mai fatto: dare sicurezza alla difesa. V: 7; “Angelillo show room” (mi serviva un’immagine che desse sicurezza)

Dario. “E quist st’c semb annanz!” lo urla uno degli avanti avversario e da solo, come commento alla sua partita, può bastare. Non scende mai, intelligentemente, avendo sul suo asse Gianni Papa Waigo. Nessun attaccante riesce a presentarsi solo davanti alla porta. Il resto, tanti, tanti anticipi puntualissimi. V: 7 “Mexes più Thiago Silva diviso Carannante”.

Polpaccio. Ha il merito di aver portato un uomo evitando alla squadra di giocare in cinque. No, scherzo, in realtà il vero merito è la partita oculata, precisa, senza sbavature né progressioni avventate. Non butta un pallone e dalle sue parti non si passa. Impeccabile negli appoggi e anche nei, pochi, rifornimenti alle punte. Una partita giocata con gli occhiali. V: 7 “quatt’uocchj e na gazzos”

Jesus Gal’n. Alla seconda partita da esterno di sinistra, il miglioramento c’è anche in fase difensiva, anche se non è un caso che quei pochi pericoli arrivino proprio da lì. Il resto gioca d’astuzia e con ottimi inserimenti: 3 per la precisione, con un gol, un rasoterra al lato e un collo al volo su esterno splendido di Kogiun’, ottimamente parato dal portiere. Anche lui, forse per indole, non butta un pallone là dietro. V: 7+ “ri-propositivo” (Il più è per il gol…e anche per il blog)

Gianni Papa Waigo Piera/Pienabarca detto Nils Liedholm. Di lui s’è già detto tutto, meno che, infondo, a tratti ha dato anche il suo contributo, numerico, politico, fisico. Ottimo il prepartita. V: 7- “Eppur si muove” (il meno è per la tuta lunga)

Nicola Kogiun’. Lì avanti canta e porta la croce. Raccoglie palloni, li smista, salta l’uomo, scatta, impegna la difesa e gioca di sponda che è una meraviglia. Solo contro tutti. Gli è mancato solo il gol, ma fa niente. Con la squadra al completo e un aiuto serio non avrà problemi. In ottima forma. V: 7 “autosufficiente”.

3 commenti:

  1. E questo è l'articolo più divertente, senonchè irriverente che il buon Galano abbia buttato giù. Si ride mediamente ogni 2-3 righe. Il che mi ha trasformato in uomo vistosamente paonazzo, o paonazzerrimo.

    Topone Garella, a tratti Angelillo.

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  2. Aspettavo con ansia l'articolo relativo a questa partita e posso affermare con decisione che il blogger non ha deluso le aspettative. Ovviamente i particolari più esilaranti riguardano il buon Gianni che,conoscendo la sua "sensibilità", è meglio che nn venga mai a sapere dell'esistenza di questo blog.
    P.S. Sul "fazzolettone di stoffa" (particolare che avevo rimosso) ho rischiato di svenire.

    Polpaccio

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  3. Contento di contentare i lettori e peronisti..devo dire però, che la partita e gli attori, come ho già detto in separato messenger, hanno fatto il grosso. Solo vincere 1 a 0 a calcetto è già di suo uno spettacolo burlesque.
    In realtà, dopo le dipartite di Loprieno e Tonino (palese, ragazzo, cyrano e punto e virgola), queste cronache (scusate il termine) stavano diventando quasi serie. Per forntuna ci ha pensato il buon gianni...

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