PUNTO-PUNTONE-PUNTATONE La par condicio elettorale impone a chi scrive di raccogliere nello stesso pezzo entrambe le partite ancora mancanti su questo blog. Una certa sana scorrettezza, considerati gli ultimi sviluppi, avrebbe più facilmente portato ad ignorare l’ultima gara, persa per 8, forse 9, addirittura 10 a 2, concentrando l’attenzione sulla vittoria per 6 a 0 precedente. Ma non sarebbe giusto. Forse giustificato, ma non giusto. Siccome Gesù – con cui mi confronto partita dopo partita – ha insegnato ad essere buoni e giusti, nell’attesa di diventare buoni, faremo i giusti. Per una volta. Ma andiamo con ordine e con sintesi, soprattutto (sono le 19.41 e fra un’ora il peroni, compreso chi scrive, sarà in pieno pre-partita). Il 6-0 contro Kia Carlisi è stata l’ennesima prova di una squadra forte, in palla, con tutti i suoi uomini in forma. Un meccanismo funzionante e altamente qualificato che ha confermato lo schiacciamento della partita precedente (7-1 sui Cugini) e quanto di buono evidenziato nella sconfitta con La Paca Service, prima in classifica. Ha deliziato soprattutto l’attacco, che si è aggiunto ad una difesa ormai considerata dagli esperti (vedi Tonino Palese a distanza, l’Organizzatore SenzaNome, e Quello che porta l’acqua negli spogliatoi) a dir poco granitica: una delle migliori. Dario non ha sudato, il Topastro (che si rifarà disertando l’ultima gara!) ha visto la propria porta ancora una volta rimanere vergine, svolazzando solo in un paio di occasioni (doveva farsi perdonare qualcosa). A questo si è aggiunto che Polpaccio e Marco hanno fatto il loro in difesa e in più, hanno partecipato coralmente alle azioni di attacco più delle altre volte, l’uno cercando il gol per tutta la partita ma senza trovarlo, l’altro trovandolo anche (benché su rigore). A tutto questo si è aggiunta la giornata di grazia delle punte. Kogiun’ autore di una tripletta, sempre più opportunista e cecchino sotto porta, anche uomo assist. Jesus due volte a segno, ma autore di grandi giocate in velocità, sempre in grado di saltare l’uomo e di indovinare il suggerimento giusto. Su di lui, alla fine, il rigore del portiere ciottone, che l’ha praticamente abbattuto in area. Nel secondo tempo i peronisti si sono addirittura presi il lusso di fare un poco di accademia, visto che dopo 15 minuti del primo tempo erano già sul 4 a 0. A distruggere tutta questa bella prova, c’è stata l’ultima partita. Una vera svergognata. Partita male e finita peggio, sin nella sua organizzazione. In breve: la società, con il Presidente in testa (d caz), fa il diavolo a quattro per spostare la partita da martedì a mercoledì: Nicola era out causa tatuaggio maledetto, Topone aveva l’Inter e forse il torneo dei campi plebei (cui chi scrive ha partecipato con riluttanza per soli 20 minuti, abbandonandolo fiero: punti di svista), Dario sarebbe venuto martedì ma non mercoledì. Prediligendo due elementi, tra cui l’introvabile portiere, anziché uno, si è preferito spostare il match. A poche ore dalla partita poi, verso l’una del mattino, il Topone fuggiasco dà forfait. “Questioni più grandi di me” riferirà a Polpaccio. “Cianno?” Domanderà questi, già comprensivo. “No no, roba più grande” risponde il portiere. “Un cianno gigante?” Chiederà ancora il bravo esterno destro, sempre più comprensivo con il compagno. Ma niente. Topos andrà ramingo per il cuore d’Italia, vagabondando senza riferire nulla, completamente insensibile nei confronti dell’amore che la squadra nutre per il suo alito vinoso puzzolente di borghetti. Al suo posto, l’indomani, il Presidente Ragazzo, dopo vari tentativi, manda al macello il sangue del proprio sangue: il fratello quindicenne Alessandro, quello intelligente. Su di lui, minorenne, non si dirà nulla. Ma del fratello-allenatore-presidente-autista di pullman a chiovo c’è molto, molto da dire. Il risultato parla chiaro: la squadra avversaria si è divertita senza pietà, nonostante il Peroni avesse schierato Sasà Lavezzi Ventura, fresco di laurea ma fuori condizione, soprattutto rispetto all’unica partita giocata e peraltro molto bene. Peccato: due punti buttati al vento. Resta però da citare, nuovamente, l’esperto di turno, L’Organizzatore Senza Nome, il quale dirà alla squadra avversaria vincitrice: “Se oggi avit vind è pkkè a quill manc’v u purtir!”. Chissà che non abbia ragione, infondo.
RAPIDE PAGELLE DI PERONI TIM – KIA CARLISI:
Topone 7. Dario 7,5. Polpaccio 7,5. Marco 7,5. Jesus 8. Kogiun 8.
LA SFILATA DEI CAPROESPIATORI DELLA PARTITA PERONI TIM – NUOVO GRUPPO
(a grande richiesta, anziché le pagelle, ecco questa nuova rubrichetta fresca fresca. Chi scrive, in quanto presente, si sente di tutelare chi si è immolato per la patria nell’ultimo match, puntando il dito contro una buona manciata di nomi, con il fine di provvedere a qualche capro espiatorio, in piena tradizione berlusconiana…comunisti, magistrati e giornalisti faziosi!)
TOPONE RIINA. È il grande capro. Il capo dei capri. S’infischia del team che tanto gli ha donato, sollazzandosi tra le fresche frasche dell’Italia centrale, assaggiando vini di buona qualità e disperdendo, come è probabile ma non accertato, seme infausto per i verdi colli. La sua telefonata all’una di notte è il presagio delle peggiori catastrofi: come i cani che ululano prima dei terremoti. Ne risponderà davanti a Dio.
PRESIDENTE TONINO RAGAZZO. Tutti hanno un cuore, meno che lui. È accertato. Spaccia il proprio fratellino per un portiere consumato, ormai pronto per i grandi palcoscenici europei. Ignora, ignorante, qualsiasi differenza tra la pallanuoto e il calcetto, soprattutto il piccolo particolare dell’acqua. Manda al macello un bravo ragazzo il quale, un domani, dovesse avere problemi sarà soprattutto per causa sua. Il guaio però è di chi scrive: al giovane Alessandro, cui va il grazie della squadra nonostante il fratello, la sorte ha riservato un fratello maggiore che non si è scelto. Noi, amici, compagni di squadra, l’abbiamo invece scelto.Ttemurt!
Il TATUATORE DI NICOLA. Alla fine, sto pieno di corna, l’ha pure bucato a Nicola Kogiun! Per cui, probabilmente, martedì avremmo avuto Nicola e Dario e forse, con la sorte amica, anche un portiere maggiorenne. Pazienz.
DARIO Ma non ti potevi proprio laureare un’altra volta?
