martedì 23 marzo 2010

Peroni Team vs Kia Carlisi 6 - 0 & Peroni Team vs Nuovo Gruppo 2- 8/9/10

PUNTO-PUNTONE-PUNTATONE La par condicio elettorale impone a chi scrive di raccogliere nello stesso pezzo entrambe le partite ancora mancanti su questo blog. Una certa sana scorrettezza, considerati gli ultimi sviluppi, avrebbe più facilmente portato ad ignorare l’ultima gara, persa per 8, forse 9, addirittura 10 a 2, concentrando l’attenzione sulla vittoria per 6 a 0 precedente. Ma non sarebbe giusto. Forse giustificato, ma non giusto. Siccome Gesù – con cui mi confronto partita dopo partita – ha insegnato ad essere buoni e giusti, nell’attesa di diventare buoni, faremo i giusti. Per una volta. Ma andiamo con ordine e con sintesi, soprattutto (sono le 19.41 e fra un’ora il peroni, compreso chi scrive, sarà in pieno pre-partita). Il 6-0 contro Kia Carlisi è stata l’ennesima prova di una squadra forte, in palla, con tutti i suoi uomini in forma. Un meccanismo funzionante e altamente qualificato che ha confermato lo schiacciamento della partita precedente (7-1 sui Cugini) e quanto di buono evidenziato nella sconfitta con La Paca Service, prima in classifica. Ha deliziato soprattutto l’attacco, che si è aggiunto ad una difesa ormai considerata dagli esperti (vedi Tonino Palese a distanza, l’Organizzatore SenzaNome, e Quello che porta l’acqua negli spogliatoi) a dir poco granitica: una delle migliori. Dario non ha sudato, il Topastro (che si rifarà disertando l’ultima gara!) ha visto la propria porta ancora una volta rimanere vergine, svolazzando solo in un paio di occasioni (doveva farsi perdonare qualcosa). A questo si è aggiunto che Polpaccio e Marco hanno fatto il loro in difesa e in più, hanno partecipato coralmente alle azioni di attacco più delle altre volte, l’uno cercando il gol per tutta la partita ma senza trovarlo, l’altro trovandolo anche (benché su rigore). A tutto questo si è aggiunta la giornata di grazia delle punte. Kogiun’ autore di una tripletta, sempre più opportunista e cecchino sotto porta, anche uomo assist. Jesus due volte a segno, ma autore di grandi giocate in velocità, sempre in grado di saltare l’uomo e di indovinare il suggerimento giusto. Su di lui, alla fine, il rigore del portiere ciottone, che l’ha praticamente abbattuto in area. Nel secondo tempo i peronisti si sono addirittura presi il lusso di fare un poco di accademia, visto che dopo 15 minuti del primo tempo erano già sul 4 a 0. A distruggere tutta questa bella prova, c’è stata l’ultima partita. Una vera svergognata. Partita male e finita peggio, sin nella sua organizzazione. In breve: la società, con il Presidente in testa (d caz), fa il diavolo a quattro per spostare la partita da martedì a mercoledì: Nicola era out causa tatuaggio maledetto, Topone aveva l’Inter e forse il torneo dei campi plebei (cui chi scrive ha partecipato con riluttanza per soli 20 minuti, abbandonandolo fiero: punti di svista), Dario sarebbe venuto martedì ma non mercoledì. Prediligendo due elementi, tra cui l’introvabile portiere, anziché uno, si è preferito spostare il match. A poche ore dalla partita poi, verso l’una del mattino, il Topone fuggiasco dà forfait. “Questioni più grandi di me” riferirà a Polpaccio. “Cianno?” Domanderà questi, già comprensivo. “No no, roba più grande” risponde il portiere. “Un cianno gigante?” Chiederà ancora il bravo esterno destro, sempre più comprensivo con il compagno. Ma niente. Topos andrà ramingo per il cuore d’Italia, vagabondando senza riferire nulla, completamente insensibile nei confronti dell’amore che la squadra nutre per il suo alito vinoso puzzolente di borghetti. Al suo posto, l’indomani, il Presidente Ragazzo, dopo vari tentativi, manda al macello il sangue del proprio sangue: il fratello quindicenne Alessandro, quello intelligente. Su di lui, minorenne, non si dirà nulla. Ma del fratello-allenatore-presidente-autista di pullman a chiovo c’è molto, molto da dire. Il risultato parla chiaro: la squadra avversaria si è divertita senza pietà, nonostante il Peroni avesse schierato Sasà Lavezzi Ventura, fresco di laurea ma fuori condizione, soprattutto rispetto all’unica partita giocata e peraltro molto bene. Peccato: due punti buttati al vento. Resta però da citare, nuovamente, l’esperto di turno, L’Organizzatore Senza Nome, il quale dirà alla squadra avversaria vincitrice: “Se oggi avit vind è pkkè a quill manc’v u purtir!”. Chissà che non abbia ragione, infondo.

(Nella foto sopra, "Il cantico dei cantici" di Marc Chagall - fotosenzasenso)

RAPIDE PAGELLE DI PERONI TIM – KIA CARLISI:

Topone 7. Dario 7,5. Polpaccio 7,5. Marco 7,5. Jesus 8. Kogiun 8.

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LA SFILATA DEI CAPROESPIATORI DELLA PARTITA PERONI TIM – NUOVO GRUPPO

(a grande richiesta, anziché le pagelle, ecco questa nuova rubrichetta fresca fresca. Chi scrive, in quanto presente, si sente di tutelare chi si è immolato per la patria nell’ultimo match, puntando il dito contro una buona manciata di nomi, con il fine di provvedere a qualche capro espiatorio, in piena tradizione berlusconiana…comunisti, magistrati e giornalisti faziosi!)

TOPONE RIINA. È il grande capro. Il capo dei capri. S’infischia del team che tanto gli ha donato, sollazzandosi tra le fresche frasche dell’Italia centrale, assaggiando vini di buona qualità e disperdendo, come è probabile ma non accertato, seme infausto per i verdi colli. La sua telefonata all’una di notte è il presagio delle peggiori catastrofi: come i cani che ululano prima dei terremoti. Ne risponderà davanti a Dio.

PRESIDENTE TONINO RAGAZZO. Tutti hanno un cuore, meno che lui. È accertato. Spaccia il proprio fratellino per un portiere consumato, ormai pronto per i grandi palcoscenici europei. Ignora, ignorante, qualsiasi differenza tra la pallanuoto e il calcetto, soprattutto il piccolo particolare dell’acqua. Manda al macello un bravo ragazzo il quale, un domani, dovesse avere problemi sarà soprattutto per causa sua. Il guaio però è di chi scrive: al giovane Alessandro, cui va il grazie della squadra nonostante il fratello, la sorte ha riservato un fratello maggiore che non si è scelto. Noi, amici, compagni di squadra, l’abbiamo invece scelto.Ttemurt!

Il TATUATORE DI NICOLA. Alla fine, sto pieno di corna, l’ha pure bucato a Nicola Kogiun! Per cui, probabilmente, martedì avremmo avuto Nicola e Dario e forse, con la sorte amica, anche un portiere maggiorenne. Pazienz.

DARIO Ma non ti potevi proprio laureare un’altra volta?



sabato 13 marzo 2010

Peroni Team vs Cugini di Campagna 7-1

IL MONGO-PUNTO La partita del terzo posto, si conclude al terzo posto. Il Peroni team cala il sette e rispedisce indietro i temibili Cugini di Campagna, giunti prima della partita a pari merito con i Ragazzo’s Boys (ci piace sto’soprannome). Un roboante 7 palle 7 contro un’unica segnatura avversaria, peraltro gentilmente offerta dal portiere Topone, in veste di rappresentante di una fortunata ditta di saponette. Eppure, non è stato così facile. Almeno al primo tempo, terminato 1-1. Alla marcatura iniziale di Daniele Magnisio, giunto per l’occasione a blindare il terzo posto, ha risposto sul finale del primo tempo il tiraccio dei Cugini, trasformato in rette sotto le gambe del colpevolissimo Topone, il quale a fine gara dirà: “mi stavo annoiando” – spocchioso sì, ma simpatico, cazzo. 25 Minuti tesi, ben giocati dal Peroni, con una difesa arcigna e un attacco a volte prevedibile ma sempre sul punto di sfondare. Al secondo tempo poi, gli argini si sono rotti: Nicola Kogiun’, autore di una quaterna, ha mandato in tilt la retroguardia, grazie anche agli incessanti rifornimenti di Daniele (che per gli arbitri del mondo è Daniele Tucci). Due splendidi guizzi dal calcio d’angolo hanno permesso al Peroni di mettere le mani sulla vittoria, innervosendo i Cugini che, come aveva pronosticato alla fine della scorsa gara un difensore de La Paca Service, hanno cominciato a litigare tra loro. E qui, la squadra del mister a distanza Palese ha dilagato, mandando in rete altre due volte Nicola, a difesa sformata e ormai sull’orlo di una crisi di nervi, e altre due volte Marco, sempre prezioso con i suoi inserimenti. Sul 5-1 un campione dei Cugini dirà: “stiamo perdendo con i mongoloidi”. Vero. Verissimo. Così vero che l’arbitro sarà costretto a fischiare la fine con 6 minuti di anticipo. Per pietà nei confronti degli avversari, i quali minacciavano di abbandonare il campo già sul 5-1. D’altronde, prendere 7 sberle dai mongoloidi è cosa abbastanza vergognosa. Figurarsi se la squadra era composta da normodotati!

CONTRAPPASSO DI CRONACA All’andata finì 6-3 per loro, che scherzarono contro una squadra che squadra, ancora non era. Questa volta sarebbe finita anche 10 a 1, perché i peronisti, pronti a vendicarsi della sconfitta, avevano tutta l’aria di non volersi fermare a sette. Ogni spazio coperto, ognuno pronto a sacrificarsi, a cominciare da Daniele, al servizio della squadra e per questo meno bomber del solito, passando per Polpaccio, accorto e sempre in sincronia con i movimenti di Marco, e finendo anche con il crist’amico Jesus, il quale entrerà quasi sempre in difesa, facendo la sua porca figura. I gol più belli sono il primo, di Daniele, un diagonale teso e preciso a incrociare, e uno dei quattro di Nicola, con una zampata alla Montella da giovane che ha lasciato sul posto l’intera difesa avversaria, portiere compreso. Il resto è Dario che annulla gli attaccanti e Topone che si annoia in porta.

(nella foto sopra, un mongolo)

MONGO-PAGELLONE

(acuto e affilato, oltre che giustamente generoso, tiene conto dell’idiozia della squadra avversaria)

Topos. Un tiro, se tiro si può chiamare, un gol, sotto le gambe. A fine gara, chi scrive dirà: “certo che, portiere a parte, siamo proprio una grande squadra!”. L’estremo difensore, più estremista che estremo, ridacchiando qua e là, ammetterà: “sul 4-1 mi sono cominciato a rilassare, quel gol pesava”. Menomale che gli si perdona tutto, ma non è che s’è innamorato? Stando alla lezione dei Cugini, gli si diagnostica una leggera spina biffida che l’ha bloccato sul papero-gol. V: appena appena 6 , “fra le nuvole”.

Marco. Ottima gara, due reti, uno su inserimento ben servito da Jesus, l’altro non si sa. In ogni caso, nervoso a puntino, 180 gradi da lasciar riposare a forno spento, è il regista della squadra, con tagli continui e scambi laterali. La diagnosi per lui è “mania di persecuzione ossessivo-compulsiava”, dati i soliti e ormai gustosissimi accanimenti con quel famoso “uomo-uomo” che seguita a girargli intorno, anche a gioco fermo e fuori dal campo. V: 8 “Generalissimo”

Polpaccione. Sulla destra non si passa e se si passa è per sbaglio. Limita e molto le sue scorrerie, consapevole della forza degli avversari, almeno al primo tempo. Al secondo tempo si propone di più e con maggiore disinvoltura. Salta l’uomo, ferma la palla, scambia con i compagni: tutto con grande naturalezza. Per la sua perdita di inibizioni in mezzo al campo, la diagnosi è “sindrome di Tourette”, causa e conseguenza delle sue iniziative e della perdita di contatti con il contesto. V: 7,5 “Tranquillone”

Dario. “Si entra solo con la tessera”. È ciò che dice ad ogni attaccante che tenta di fare il furbo, insinuando il naso in area. Non ne fa avvicinare uno che sia uno. Tanto che il gol non è un vero gol e arriva da lontano, quasi disperato. Sugli anticipi è formidabile. Per la sua capacità di entrare a tempo sugli avversari, come un metronomo, la diagnosi è “autismo nevrotico”, causa dei suoi continui movimenti a scacciare i palloni, ripetuti e identici. V: 7,5 “Ray Man”.

Daniele Magnisio. Gol a parte, gioca un primo tempo così così, anche perché pressato continuamente dagli avversari che individuano in lui il pericolo numero uno. “Wajù, quist m’canoshn” dirà ai compagni, quasi dispiaciuto. Nel secondo tempo però perde la pazienza e si libera dei secondini alle calcagna, cominciando a fabbricare una serie di assist quasi industriale. Ha la percentuale di vendite su tutti i gol di Nicola e forse anche su quel gol di Marco, di cui ad oggi non si sa ancora nulla. Per la capacità di rompere gli argini avversari gli si diagnostica una “sindrome maniaco-distruttiva di origine schizoide”. V: 8 “Azienda Magnisio & Co. Produzione Assist S.p.a.”

Jesus Christ Gal’n. Una partita di sacrificio, in pieno stile peroni team. Duetta nel primo tempo con il Magnisio, negli unici minuti giocati in avanti. Poi entra a destra e a sinistra degli esterni, giocando una buona partita, facendosi vedere anche in fase di anticipo. Certo la propensione è offensiva e quando può si lancia, solo che, tolti di mezzo un paio di avversari, quando arriva sotto porta ha già un principio di infarto. Per la sua capacità di cambiare ruolo in corsa, gli si diagnostica uno “sdoppiamento di personalità di tipo maniacale”. V: 7,5 “Alter ego”

Nicola Kogiun. Grande prova da bomber, ormai sempre più lanciato. Due gol da rapinatore d’area, in quelli che ormai sono i suoi gol: scatto bruciante e zampata al volo. Gli altri due li piazza quando ormai la squadra avversaria è in ginocchio, sotterrandoli definitivamente. Deve tutto a Daniele, uomo-assist anche generoso che, soprattutto alla fine, avrebbe potuto marcare personalmente le reti. In ogni caso, è il peronista più in forma della squadra e le goleade sono la conseguenza di ciò. Se si fossero giocati quei sei minuti ne avrebbe fatti un altro paio, peccato. In virtù della sua spietatezza, la diagnosi è “psicotico seriale omicida”. V: 9 “cattivo”.


lunedì 8 marzo 2010

Peroni Team vs La Paca Service 3-4


MINESTRONE PRE-POST -PARTITA I complimenti se li porta il vento. Vero. Ma fanno piacere e, soprattutto, danno convinzione, maggiormente quando è la squadra che sta stracciando il campionato a farli. La Paca Service mostra tanto di cappella al Peroni Team: vince sì, ma porta rispetto e ammette che il pari sarebbe stato un risultato più che giusto. I complimenti, al termine della partita, si sprecano. Sono ancora in campo gli eroi della birra più amata dagli italiani poveri, stremati, increduli, quando nella porta avversaria scorrono ancora i fantasmi delle ultime due prodezze del portierone del La Paca, l’una al penultimo minuto, l’altra all’ultimissimo secondo. Entrambe a negare un 4 a 4 che avrebbe completato la rimonta peronista, iniziata sul 3-1 avversario e mai interrotta, anche dopo il 4-2 che era sembrato a tutti definitivo. La squadra del mister a distanza Palese (sempre più idolo dell’organizzazione del torneo) fa la sua figura e, nel momento più critico del match, quando chiunque contro un avversario così forte avrebbe gettato la spugna, tira fuori i coglioni e mette sotto i rivali, assediando la loro metà campo. Per una volta, il Peroni perde ma esce a testa alta, senza litigare, senza musi lunghi. La quinta sconfitta del campionato, in un torneo giocato praticamente sempre nelle prime quattro posizioni della classifica, ha un sapore diverso. Di convinzione dei propri mezzi, quasi di temerarietà agonistica. Forse, quella persa contro i primi in classifica, per qualità di gioco e determinazione è la migliore partita del Peroni Team. Peccato.

CRONICA CRONACA Illude Kogiun’, sempre più in forma, svettando di testa su lancio perfetto di Marco, dopo meno di dieci minuti. La Paca fiuta il pericolo e si fa sotto: le due reti sono due mezze indecisioni del portierone Topone, che si fa cogliere impreparato da lontano su due tiri molto potenti. Evidentemente il Borghetti era finito e allo Jacob gli avranno propinato una sottomarca: capita anche ai migliori (e nelle bettole migliori). La terza entra ed esce nella memoria di chi scrive: ad oggi, non v’è traccia. Sul 3-1 però, il Peroni ci prova e comincia a far ballare i rivali: un palo, molte conclusioni, belle azioni. Sarà Marco, dalla distanza, a trovare il 2-3. Ma nel meglio della rimonta peroniana arriva la punizione del centravanti avversario, che ha tutta l’aria di essere il capocannoniere del campionato: una frustata da distanza ravvicinata che beffa barriera e portiere, senza colpe. Passano cinque minuti e Jesus Gal’n trova la zampata del 3 a 4 che apre al forcing finale, rabbioso, a volte poco lucido, ma davvero ammirevole dei ragazzi del presidente Ragazzo (definiti su alcune testate d’oltremanica “i Ragazzo’s Boys”). Al penultimo minuto sempre il Crist’amico Gal’n scambia e riceve da Kogiun’ e di prima batte verso la porta: la palla rimarrà indecisa sulla linea, tra i guanti prodigiosi del portiere avversario che negherà il miracolo al piccolo figlio di Dio formato foggiano. Un minuto dopo, dalle retrovie, Dario cercherà la gloria che merita e che il destino gli ha negato facendolo giocare al centro di una difesa in una squadra che senza di lui non è una difesa. Ma anche questa volta, il super portiere farà il suo miracolo, smanacciando in angolo. Peccato al quadrato.

NOTE Esordio in maglia giallo-birrosa di Egidio, omone di grossa cilindrata schierato tra la mediana e l’esterno. Affaticato, appesantito, dà il suo contributo facendo rifiatare gli altri, senza incidere, causa uno stato di forma ancora lontano. “Nel secondo tempo mi veniva da vomitare” dirà al termine della partita, come un peronista di vecchia data.

(Nella foto sopra, Sabrina Salerno ai tempi in cui cantava "boys boys", colonna sonora dei Ragazzo's Boys)

PAGELLATORE EQUO-SOLIDALE

(l’unione fa lo sforzo: il voto è politico ma meritato, soprattutto condiviso)

Tutti. V: 8. “una vera squadra”.