lunedì 21 dicembre 2009

Peroni Tim vs Ultimi in Classifica 3-1

ANAL–LISI DEL DOPOPOCOGARA La domanda serpeggia al termine della partita, infilandosi negli spogliatoi tra il puzzo e il vapore delle docce. Ce l’hanno sul volto alcuni peronisti, come il forte baluardo Dario, o il protagonista del match appena finito, Marco, così come l’infortunato a data da destinarsi Polpaccio. Persino nella mescolanza di Borghetti da fiato e sudore rappreso degna di ogni portiere e consona al bravo Topone, compare, sempre aromatizzato al caffè-sport, un certo sapore di convinzione, addirittura di forza (meglio fortezza, forse). Alla fine, il Gesù di turno interpreta in verbo (d’altronde al principio era il verbo) quanto si muove negli animi goliardici della squadra e la fa, quella benedetta domanda, al termine della penultima gara del girone d’andata: “ma non è che niente niente, sto Peroni Tim è forte?” Sorrisi smorzati, qualche ammissione, ammiccamenti. Nicola Kogiun, in tutta risposta, intona canti rossoneri (squadra gemellata col Peroni). Qualcuno fa notare che la vittoria è venuta contro l’ultima in classifica, almeno sulla carta, ma qualcun altro precisa che molti elementi non erano gli stessi e sul campo, va ammesso, s’è visto. Il Peroni Tim non tira le somme ma, Sant’Iddio (era da un po’ che non bestemmiavo), si prende ciò che gli spetta, in attesa di quest’ultimo incontro del girone d’andata che, finalmente, permetterà di tracciare una linea sotto queste prime 12 partite. Perché contro un avversario ben più forte di squadre come Quelli dei Grandi Numeri ad esempio (un brutto 2-1 per il Peroni), o Radioerre (3-2 con tre tiri nello specchio, con gol di Loprienovic…), e con poche o nessuna differenza da compagini come il Nuovo Gruppo (1-1, jellato), il team di Tonino Palese ha giocato davvero una buonissima gara, costruendo parecchio, sciupando altrettanto ma imponendosi con un risultato che sarebbe potuto essere tranquillamente più rotondo. Come ha sentenziato lo stesso Topone al termine del match, “ad un certo punto, dopo che loro hanno pareggiato, abbiamo cominciato a giocare come una di quelle squadre davvero forti che schiacciano gli avversari per prendersi la vittoria”. Il portierone risente dell’entusiasmo post-partita, ma non è andato lontano dalla verità, almeno a parere di chi scrive. Il Peroni ha praticamente assediato gli avversari per tutta la partita e non è un caso che l’unico gol dell’Ultima in Classifica è arrivato su tiro libero. Ciò che colpisce, per concludere, sono due elementi che spesso sono venuti a mancare nelle scorse partite: una convinzione psicologica (frutto forse di qualche droga residuale improvvisamente riemersa) e una capacità costruttiva e di gioco davvero imponente (questa assolutamente inspiegabile). Il resto, lo si dirà al termine della prossima gara (…ma mica è troppo serio sto pezzo?).

CRONACANDO IN BICICLETTA Dopo una decina di minuti di studio e naturale confusione (d’altronde Tonino Morese parte titolare), il Peroni mette le cose in chiaro. Un’azione corale partita da Polpaccio, incanalata da Kogiun’ e rifinita da Gesù Gal’n, porta Marco, da sinistra, a piazzare il piattone dell’1-0, con tanto di plauso per la manovra peronista. Gli avversari, forti di un buon portiere e un attaccante di peso, attaccano a testa bassa e l’arbitro, troppo morbido con falli e falletti, arriva a conteggiarne 6. L’ultimo fallo decisivo, in un’innocua mediana, è tutto di Tonino, seriamente intenzionato (per dirla alla Loprieno) a boicottare se non la partita, quanto meno il primo tempo. Ci riesce bene, facendo volare “a gamba nasuta” un esile avversario e poi sostenendo che non avrebbe potuto fare altrimenti (a parte non fare fallo, ndr). Ad ogni modo, 1-1. Il secondo tempo però, è tutto di marca Peroni, nonostante l’infortunio subito da Barba Polpaccio, che lo costringe a star fuori per tutto il resto della partita, mandando nella mischia definitivamente l’ex zoppicante Cyrano Morese. Ma quando si tratta di ammucchiate, l’amante degli animali (in senso più che letterale) si trova a suo agio e giocherà persino bene. Il Peroni costringe gli avversari dietro, con tiri da ogni posizione, triangolazioni efficaci e pressing a tutto campo. Il 2-1 è di Nicola Kogiun’, il quale sfrutta una respinta del portiere su conclusione di Jesus Gal’n (un minuto dopo il solito palo) e d’esterno (dopo tanti altri esterni) beffa al volo il portiere nemico. Bel gol, comunque. Dopo il vantaggio però, i giallo-birrosi continuano l’assedio, sospinti da un Marco in grande giornata, versione attaccante aggiunto. Sarà lui, dopo alcuni salvataggi sulla linea, a realizzare su tiro libero il 3-1 finale, grazie ad un fallo preso con mestiere dal Gesù Gal’n (dopo una manciata di calci subìti raramente fischiati dall’arbitro, va detto). Alla fine, c’è ancora il tempo per vedere all’opera Topone, nel frattempo assentatosi per una capatina allo Jacob (rassegna di cortometraggi): due interventi che valgono la partita, uno in uscita l’altro in entrata (nel senso che il pallone è stato estorto con la forza alla linea di porta). Il 3-1 alla fine, sta addirittura stretto al Peroni Tim.

NOTE Ammonito Cristo Gal’n, in versione molto barbuta in vista della Natività, per sciocche proteste contro l’arbitro. È un periodo in cui non riesce a comunicare con i direttori di gara (del tutto simile a quello passato da Polpaccio tre, quattro partite addietro…deve passare). Curva Sotto deserta (meglio, portano sfiga: è ufficiale), Loprieno bloccato in un atipico bordello di castità sulla Maglianella, a Roma, per intercessione del presidente Ragazzo (mercé di suore dell’Equador e ottomani dalle mani lunghe).


(nella foto sopra, Il nulla - fotomachicazzolafattastafoto?).

TIGELLE
(le pagelle risentono dell’orario in cui sono state scritte: 13.25)

Topona (speck, fontina, insalata riccia e borghetti balsamico). Nulla può sul tiro libero. Attento nelle uscite e sicuro nei tiri da lontano (gli unici fino al 3-1), si prende il suo bel voto con un’uscita “a valanga” e una smanacciata nel fine-gara, sorridendo per i fotografi che verranno. V: 7; “mezzobusto”.
Barba & Polpaccio (stinco di maiala rotto, ala di madre di maiala rotta, salsa, e cascata di pelazzi) Buon primo tempo (tanti tiri), dovrà uscire dopo pochi minuti nella ripresa. Subisce un fallo al termine di una sgroppata delle sue, non accontentandosi della punizione e mettendo male la solita caviglia che lo infortuna dal maggio del 1968 (primavera di Praga). V: 6,5; “Alexander Dubcek”.
Una Dario Light (acqua frizzante, polmone al sangue, tanto origano – servire freddo). Alcuni passaggi errati e qualche fallo di troppo. Per il resto, si segna sul suo taccuino ad inizio gara i nomi e cognomi degli avanti avversari e si frappone come un incorruttibile buttafuori davanti alle porte del Topone By Night. “Non sei sulla lista!”, “festa privata!”, “siamo pieni!” . V: 6,5; “THE DOORS”
Marco & Monti (prosciutto e funghi, mozzarella e pomodoro, tonno e cipolla – servire fredda e calda). Due partite: una difensiva e una offensiva. Si sdoppia bene. Copre meno degli altri ma attacca in maniera più efficace di tutti. Due reti, uno si tiro libero, e una partita giocata con forza e fosforo, impostando e rifinendo per i compagni. Neanche poi tanto nervoso. V: 7,5; “bi-cartine”.
Tonino Cyrano alla Morese (naso umano, foglie a’misch’, Kim al sangue – servire a letto o in cuccia). Confuso e disordinato nel primo tempo, efficacie e prezioso nel secondo (non come Loprieno – Tonì mi devi una birra). Prende le misure agli avversari e smette di scalciarli inutilmente, quando sono con le spalle alla porta. Poi, corre (tanto, a dispetto di un ginocchio in disordine) e quasi non fa rimpiangere Polpaccio, talvolta indovinando passaggi e recuperando pulito sugli avversari. Il mezzo voto è per la birra, ma ci sta. V: 6,5 “a’grash!”.
Cristo-Vegetariana (costato di soia, aceto in spugna, spine, tutto innaffiato da un temporale biblico). Stando ai fatti: un assist per Marco, un tiro in porta che ha propiziato il tap-in di Kogiun’, una moltitudine di falli presi di cui uno decisivo per il tiro libero del 3-1. A questi, il solito palo da fuori (la media è 1,5 a partita) e un “menage a trois” sulla linea di porta nemica, vinto dai due difensori piazzati davanti alla sua marcatura. Perde due palloni nel finale per movimentare la partita di Topone ma, cosa di cui va più fiero, mette davanti la porta il compagno d’attacco ogni volta che vuole. V: 6,5; “evangelico”.

Una Kogiun’ alla Nicola (crauti, salsiccia piccante, gorgonzola, cipollotti, un bove e patatine fritte con ketchup, maionese e ketchup e maionese). La ricetta non mente. I soliti tentativi prima del colpo che, per fortuna, arriva nel momento migliore. Il gol è di ottima fattura, d’esterno al volo, molto più difficile di quelli mancati tra il primo tempo e l’inizio del secondo. L’importante è che segni e, come s’è visto, che riprendi la forma migliore. Il Peroni lo aspetta. V: 6,5; “Gol-gota".

sabato 19 dicembre 2009

Peroni Tim vs Longobarda 6-3 (sospesa al 10' del s.t.)

LA NOTIZIA Partita sospesa al decimo del secondo tempo, sul risultato di 6-3 per il Peroni Team, per inferiorità numerica degli avversari. Per una volta, subito la notizia. Sì, perché se quelli del Peroni si presentano con la peggiore formazione possibile, senza Topone in porta e con Nasopolidis al suo posto, priva di Nicola Kogiun’ e con Loprieno in versione centravanti bluff, la Longobarda fa anche peggio, giungendo al campo con soli 4 uomini. Al decimo della ripresa poi, uno di questi si infortuna e, prima ancora di accertarsi delle sue condizioni, l’arbitro fa prevalere il buonsenso sospendendo la gara e attribuendo i 2 punti al Peroni. Decisione sacrosanta, visto che i giallo-birrosi da alcuni minuti avevano ormai imboccato l’ovvia strada della goleada. Eppure, va detto, sbandierato e ammonito, al primo tempo il Peroni stava riuscendo nell’impresa di soccombere o, quanto meno, zoppicare contro un avversario con due unità in meno. Il 2-2 alla fine del primo tempo d’altronde, lo testimonia. La Longobarda, forte del capocannoniere, era addirittura passata in vantaggio. Si dirà che il Peroni non era al massimo della concentrazione, vero, e che un Loprieno in più non è sempre un vantaggio, verissimo, o che Nasopolidis, poco ortodosso e zoppo in porta, non dà certo la sicurezza di un Topone, altrettanto veritiero; ma certo è che l’impresa, al primo tempo, si può definire praticamente riuscita. Alla fine però, alla Boskov, i due punti fanno più che comodo e risarciscono, forse, qualche altra partita in cui le cose sarebbero dovute andare diversamente. Vedi il punto con l’Elettromeccanica, privato dalla punizione inventata all’ultimo secondo dall’arbitro (stranamente lo stesso di quest’ultima partita, di cui si è apprezzato il buon senso) e vedi anche il pareggio subito dal Nuovo Gruppo, al termine di una partita giocata all’attacco e con tre pali presi. Tutto, alla fine, ritorna (anche Loprieno?).

PER LA CRONACA due reti di Gesù Gal’n, due di Polpaccio, due di Marco. Giusto per tenere i conti.

NOTE Da segnalare le parate “a schiaffo” di Nasopolidis: sganascioni contro il pallone assolutamente privi di stile e di coerenza con lo spazio-tempo. Tuttavia, interessanti.


PAGELLE Scherzavo

martedì 8 dicembre 2009

Peroni Team vs Nuovo Gruppo 1-1


(PSICO)ANALISI Chi non lo fa, lo aspetti. Il gol, naturalmente (non la canna). È quello che è accaduto al Pino San Salvatore Stadium nell’ultimo incontro giocato tra il Peroni e il Nuovo Gruppo (mah…). Al bel gol di Nicola Kogiun, sradicato dai piedi del difensore e insaccato di forza con una puntata rasoterra, ha risposto sul finire del secondo tempo l’uno a uno della veloce punta avversaria, nell’unico vero svarione difensivo e, forse, in una delle poche, pochissime sortite pericolose del’intera gara. Peccato. Perché il Peroni avrebbe potuto concludere la partita con almeno un paio di gol di scarto, se Nicola Kogiun, soprattutto al primo tempo, non avesse fatto la solita indigestione di gol, e se i tre pali colpiti nell’ordine da Polpaccio, ancora Nicola e infine Gesù Gal’n, si fossero tramutati in gol. Peccato, come detto. Per un Peroni più che mai nervoso e sciupone sottoporta, oltre che, va aggiunto, duro e concreto in difesa, con un Topone sempre sul “chi va là”. Una squadra di rimasti-sotto ben più viva rispetto a quella dell’ultima gara, vinta sì, ma con i morti e giocando male. Eppure, ancora lontana dal ritrovare quel cinismo che nelle prime 5 giornate di imbattibilità, aveva rappresentato la loro arma vincente. Alla fine, la partita si sarebbe potuta anche perdere. E tutto sommato, prestazione alla mano, mister Palese non può che essere soddisfatto. Il Peroni adesso vagola a ridosso delle grandi, in un presunto quarto posto che, a detta del presidente Ragazzo, rappresenta l’obiettivo della stagione. Chissà se riuscirà a raggiungerlo (“n’n crejd”).

NOTE Un arbitro cornuto, cieco e ubriacone.

(nella foto sopra, Il Portiere / foto Rosanna)

LE PAGINE GIALLE
(lunghe, complete, robuste. Come Dio comanda)

Topone Beppone Topone. S’incazza con la squadra più volte, spronandoli a far meglio e in questo non ha torto. In un paio di occasioni toglie la palla dall’angolino. In una, come un gatto (suo acerrimo nemico), sobbalza quasi da terra, estirpando la sfera dall’angolo alto, a seguito di una deviazione di un difensore su un tiro velenoso. Un errore, in uscita, in cui chiede scusa. V: 7- ; “onesto”.
Marco. Nervoso come al solito, benché un poco meno di qualche altro elemento, gioca una partita di grande sacrificio. Parte a sinistra, poi lo spostano a desta, infine a ridosso della punta per poi, sull’1-1, ritornare a sinistra ma con licenza di accentrarsi e colpire. Lo sfiatano e difatti, in alcune circostanza, perde la lucidità, sia nei passaggi che nei ripiegamenti. Comunque, non molla mai ed è anche sfortunato in alcune conclusioni. V: 6,5 “abusato”.
Dario. Ha la colpa, al 60% lui e 40% Gesù Gal’n, di aver lasciato un buco nel gol del pareggio. E spesso, si avventura palla al piede dalla difesa, rischiano molto, con testa bassa, bassissima. Ma glielo si perdona. Infondo, se non c’è lui la difesa perde sé stessa. E comunque, giocatori soli davanti al portiere non ne arrivano mai. Geniale in un paio di anticipi. V: 6+ “cocco di mamma”.
Barba Polpaccio. Duole ammetterlo, ma forse è il migliore in campo. Anzi, di sicuro. Preme tanto, facendosi vedere molto in zona offensiva e lasciando qualche spazio vuoto dalla sua parte. In ogni caso, da lì, non arrivano quasi mai i guai. Tira parecchio, coglie un palo che se avesse girato un secondo in più sarebbe stato un gran gol e si lancia in proiezioni offensive di grande livello. In una, sarebbe andato dritto in porta se il difensore avversario non l’avesse letteralmente abbattuto. È uno di quelli che, giustamente, a fine gara sente derubato della vittoria. V:7 “capa gloriosa”.
Loprieno Malefico. Dopo Dario e Marco, è quello che ha giocato di più. Eppure, nega, giurando e spergiurando, lamentandosi di non veder fruttare i suoi sette euro, come se gli altri li giocassero in BOT e CCT statali. Negli spogliatoi fa il diavolo a quattro, abbandona, getta la maglia. Tonino lo scruta con la coda dell’occhio, pronto a rescindergli il contratto, ma deve riporre penna e calamaio nel taschino. Il Loprieno è vivo e vegeto, e ce l’abbiamo solo noi. Quanto alla partita, che dire? Diciamo che non è stata la sua migliore uscita (addirittura mistico in un paio di fari illuminanti da fascia a fascia). Vero è che lo innervosiscono anche gli altri. Però… V: 5 “ludico”.
Gesù Gal’n. Parte bene, tagliando a metà la difesa dopo un minuto di partita e mettendo solo davanti alla porta Nicola Kogiun’, inutilmente. La rifarà più volte durante la gara, e sempre inutilmente e non per colpa sua. Spesso salta l’uomo, o almeno fino a quando non comincia a perdere di mano la partita, nel secondo tempo, incaponendosi contro l’arbitro per varie ragioni. Non ripiega sul gol avversario, spartendosi con Dario la colpa, anche se in percentuale minore. Un suo pallonetto si ferma a metà strada tra l’errore e la sfortuna. Un tiro, verso la fine, gli viene deviato dal bravo portiere sul palo e da lì in calcio d’angolo. All’ultimo minuto poi, non arriva per un centimetro all’appuntamento con il 2-1 finale. L’avesse fatto, avrebbe avuto a disposizione ancora una volta il culo della signora Kim Ragazzo. V: 5,5 “più croce che delizia”
Nicola Kogiun. Sta riprendendo la forma, almeno fisicamente. Ma difetta ancora molto sottoporta. Il compagno di reparto, che gioca fisso alle sue spalle, lo serve più e più volte. Anche Polpaccio e Marco, quando possono, lo mettono in condizione di concludere. Solo in una occasione, quella del palo, è davvero sfortunato, con un tiro angolato. In ogni caso, il gol che segna è molto bello, nell’unica sortita in cui non è stato servito da nessuno. Nell’occasione va in pressing sul difensore, gli stradica il pallone con la forza, lo protegge, si lancia verso al porta e di punta insacca rasoterra, fulminando il portiere. Tutto da solo. Che gli diano fastidio gli assist? V: 5,5 “problematico”.
Mister Tonino Palese. Chiede sacrificio ai suoi, soprattutto a Loprieno. Lo vorrebbe lontano dalla difesa, lontano dalla panchina, forse dal campo, magari in autostrada, meglio se a Roma, perfetto se fuori dall’Italia. In realtà, uno è il pupillo dell’altro, e non è un caso che quando il Loprieno è in forse, di ritorno dai suoi finti colloqui di lavoro romani, il mister non fa che nominarlo. Cosa dice però, è top secret. V: 6+-; “Arrigo”

Peroni Tim vs Quelli dei Grandi Numeri 2-1


IL PUNTO (CROCE) “Gesù aiutami tu!”. Deve essere stata questa la supplica di mister Palese al momento del pareggio immeritato (e immotivato) della squadra avversaria. A 7 minuti dal termine, dopo una partita (si conceda l’espressione sbagliata ma efficace) “tirata” nella loro porta, al secondo tiro semiserio dell’intera gara e a causa di uno svarione neanche poi tanto svarione, l’allevatore del Peroni Tim vedeva la sua panchina mancargli da sotto al culo. L’1-1, contro una squadra di gran lunga inferiore, non era neanche da mettere in ipotesi. Insistenti infatti, s’erano fatte le voci in settimana di un possibile avvicendamento in panchina. Il Presidente Ragazzo, presente sugli spalti in compagnia della signora Ragazzo (alias Kim Ragazza), aveva paventato più volte il cambio in panchina, in caso di mancati 3 punti. S’erano fatti i nomi di un redivivo Puccettone, nella versione di player-manager alla Gianluca Vialli, di Puccettino, nel caso in cui il fratello non avesse potuto, e della coppia Alberto-Maggie, l’uno alla tattica l’altra alla motivazione. Ma per fortuna del goffo allevatore (come testimonia lo striscione nella foto), il giocatore Gesù Gal’n, da buon misericordioso, ha pensato bene di salvargli la panchina (la quale attualmente è in verità l’unica occupazione benché non retribuita del bell’Antonio). Un colpo di testa che aveva molto della provvidenza e molto poco della reale qualità del quarto di punta o, più “peronianamente” parlando, della punta da trequarti, ha restituito credibilità al Palese, il quale non ha mancato di ringraziare il suo Salvatore con un chiaro invito ad abusare delle chiappette della signora Kim Ragazzo, in pieno conflitto di interessi. Fortuna vuole che un solo malato di “zooerastia” basti e avanzi, in una squadra tutto sommato normale, almeno da quel punto di vista.

LA FREDDA CRONACA Che dire? Un autogol al primo tempo propiziato da Jesus Gal’n, un pareggio improbo degli avversari e un colpo di testa un poco a culo al termine dell’ennesimo assedio, su respinta del portiere dopo l’altrettanto ennesima occasione sprecata da Nicola Kogiun (ancora lontano dalla forma). In mezzo, una squadra, il Peroni, ancora scossa dalla doppia sconfitta e con evidenti problemi in fase di costruzione, oltre che sotto porta. E un’altra che, per tutta la gara, ha giocato con la difesa a 4, sparacchiando palloni lunghi per un triste attaccante sbilenco il quale però, nell’unico svarione, stava per uccellare l’intera partita di tutti e, come detto, la stessa panchina del Palese. Il resto, poca, pochissima roba.

NOTE Da segnalare un’unica, splendida nota, la quale ha dato il nome alla squadra avversaria, come di consueto ignorata da chi scrive. Dopo il 2-1 di Gal’n, Topone, esausto dal vedere sbattere in faccia al portiere avversario i palloni dei propri attaccanti, sbottava così: “E che cavolo! Secondo la legge dei grandi numeri…prima o poi”. Al che, irritato, un omino avversario si girava e, ringhiandogli tutto il suo agonismo represso, replicava: “Ma che grandi numeri e grandi numeri! Avete solo tirato in porta per tutta la partita!”. Il portierone peroniano, incredulo, si ritirava nella propria arietta, a meditare sulla filosofia del giuoco calcio e a porsi, per tutta la serata, la seguente amletica domanda: “ma i tiri in porta, portano la felicità?”

(nella foto sopra, lo striscione dedicato a Gesù Gal’n, propiziatorio del miracolo salva-Palese / foto lamammadellamammamanonlanonna)

PIATTELLE
( siccome sono passati tanti giorni e chi scrive ha bruciato cellule cerebrali, le valutazioni saranno brevi e un poco superficiali. Però esatte. Soprattutto per Loprieno)

Topos Increduli. Due tiri circa, uno preso l’altro no, indurrebbero a pensar male di lui. Eppure, non è così. Infondo incolpevole. In ogni caso, bravo nel commentare le azioni della sua squadra durante la partita e anche dopo. Cosa che gli vale un bel mezzo voto in più. V: 6,5 “arguto”.
Dario. Bene, forse. V: 6,5 “a fiducia”
Barba Polpaccio. Non deve aver giocato una grande partita, altrimenti me lo ricorderei. V: 5,5 “a sfiducia”.
Marco. Vedi sopra.
Gesù Gal’n. Non è che abbia fatto il fenomeno, anzi. Però almeno ha segnato un gol e mezzo, salvando la panchina dell’amico allevatore. V: 7 “santo”.
Nicola Kogiun’. Si vede che sta a dieta, tanto che appena ha potuto lasciarsi andare non si è fatto pregare. Una grande abbuffata di gol sbagliati (e questo chi scrive se lo ricorda). V: 5 “felliniano”.
Loprieno. Bloccato sull’autostrada, regala la vittoria ai compagni di squadra, arrivando a Foggia con un paio d’ore di ritardo. È lui il vero eroe. V: 8 “autosquadra”.