martedì 26 gennaio 2010

Peroni Team vs Officina D'Angelo 4-3

LA RICETTA Calma, sangue freddo…e Nasopolidis. Ebbene sì, il Peroni si aggiudica il delicato match contrpo L’Officina D’Angelo grazie a questi ingredienti, compreso il terzo (non è uno scherzo). Forse, la reale copertina sarebbe più appropriata per Marco, autore di una tripletta con gol vittoria all’ultimo minuto. Ma il forte mediano sarà ben contento di concedere la passerella al secondo mezzo-portiere del Peroni, nel suo unico (e irripetibile) momento di gloria. Culo? Probabilmente. Ma soprattutto naso e coraggio, in una partita in cui l’estremo difensore, in sostituzione dell’infortunato Topone, ha fatto davvero la differenza. Non ha parato una sola volta da portiere ma, quanto ad efficacia, è stato addirittura perfetto. Parate di naso, col mento, di naso, con i piedi, di naso e con i gomiti. Ma sempre decisive, scoordinate e decisive (e di naso, se non è stato detto). Lo conferma l’episodio finale, quando l’arbitro, uscendo dal campo, insospettendosi chiederà: “Ma davvero non è il vostro portiere quello?” “Che sì pacc’?!” avrebbe risposto chiunque, alla fine di una delle tante partite in cui il Nasopolidis ha ben sfigurato. E invece, la maggior parte dei membri del Peroni ha fatto quasi buon viso, restando sul vago, ma, ammettiamolo, quasi tenendoselo stretto quel nasone scoordinato di portiere. Autore, per la prima e unica e irripetibile volta nella sua vita, di una partita perfetta.
CRONACHELLA Eppure, quando gli avversari hanno pareggiato il primo gol, segnato su punizione da Marco, peraltro con un tiraccio non irresistibile e deviato da fuori area, qualcuno aveva pensato al peggio. Ma Nasopolidis, forte della sua maglia peroni con tappo di bottiglia in bella vista, da quel momento ha “aperto le valvole”, frapponendosi tra attaccanti e porta (spesso di faccia, va detto). Gran parte del merito qui va dato a Marco che, dopo aver aperto le marcature, le ha portate sul 2-1, chiudendo un primo tempo peroniano giocato in maniera ordinata e cinica. Bene i nuovi innesti, pescati sul mercato dei nullafacenti dal presidente Ragazzo in sostituzione di Polpaccio, infortunato e ammonito in panchina per aver rollato senza ritegno, e di Gesù Nazareth Gal’n, in panchina a mezzo servizio a causa un piede gonfio rimediato nel weekend (problemi di sabato sera). Tale Francesco, l’esterno farfuglione preso al posto di Polpaccio, farà la sua figura, perdendo spesso la posizione ma facendo un lavoraccio sulla fascia, tanto da suscitare gli scacazzi del titolare Polpaccio. Giangi, travestito da Nwankwo Kanu, darà il suo contributo, tenendo palla e suggerendo buoni palloni soprattutto nel secondo tempo, sempre senza scomporsi dalla mattonella di metà campo. Il resto, a ben guardare, lo fanno Nicola Kogiun’, segnando con uno splendido pallonetto il gol del 3-1 (dopo averne sbagliati un paio a porta vuota), e Marco, autore della bordata finale del definitivo 4-3, un minuto dopo il sudatissimo pareggio degli avversari. Già, perché il Peroni, anche se in maniera sfortunata, s’era fatto rimontare proprio alla fine, da 3-1 a 3-3. E, qui ancora il caso, senza che né la difesa né il mezzo-portiere avessero grandi colpe. Ma, come detto, alla fine ci ha pensato Marco a rimettere le cose a posto, coronando una grande partita con il gol vittoria. Giusto così (o forse no, ma che importa?).
NOTE la calma, la serenità, la tranquillità di una squadra che sembra aver ritrovato se stessa nel giorno in cui ha perso forse per sempre il suo Loprieno (casualità?).
(la foto sopra testimonia il disperato bisogno di nuove fotografia...Sawè, purt a macnet!...appena torni da Londra, ovviamente...ops)
PAN PER PAGELLE
(Tonino aspetta questo momento da una settimana, tanto che ogni giorno ha chiesto a chi scrive e compagni se il blog fosse stato aggiornato)
Antonios Nasopolidis (e va bene, eccola qua sta pagella, contento Tonì?) Paratutto, non si sa perché, non si sa per come. C’è, di sicuro, di mezzo il naso. In un paio di occasioni, duole ammetterlo, esce furibondo sui piedi della punta nemica e gli sconquassa lo spazio visivo, neutralizzando i suoi tiri. In altre, duole ancora di più, para proprio, con i piedi, nevvero, ma bene. Tiri forti, pericolosi. Sui tre gol, a parte il primo, non ha colpe. Chi scrive (e chi ha assistito alla gara) non se lo sa spiegare. Il protagonista dell’impresa, ovviamente, neppure. V: 8 “Topone inconsapevole”. Tale Francesco. Su è giù su quella fascia che è un piacere, sbagliando tanti passaggi ma recuperando palloni. Per essere la prima partita col Peroni, niente male, infondo. Polpaccio dovrà guardarsi le spalle, soprattutto se non smette di fingere di star male (lo sappiamo che va a correre con Gesù Gal’n a Parco San Felice…da mesi). V: 6,5 “aggregato” Dario. Di lui si è parlato poco ma se Tonino si porta a casa la palma del (finto) migliore in campo gran parte del merito va a lui. Una delle sue partite più convincenti, soprattutto per mentalità e forza. Sa che sarà l’estremo difensore più estremo del mondo, con un rimasto-sotto alle spalle, e questo sia perché il nuovo arrivato non ha grande senso della posizione e sia perché (e per fortuna!), Marco darà una mano in avanti. Per questo, fa in modo di prenderle tutte lui. V: 7,5 “estremamente”. Marco. Il vero migliore in campo, infondo. Tre gol, grande lucidità, buona condizione. L’ultimo tiro coglie di sorpresa tutti, in un momento in cui il pari sembrava ormai il risultato inevitabile. Lui prende palla dalla mediana, si accentra un poco e con il destro lascia partire un mezz’altezza che s’insacca nella rete. Il voto finto in onore di Nasopolidis è 8, quello vero è 8,5; “soluzione finale” (in onore del giorno della memoria). Nwankwo Giangi Kanu. Caracolla per il campo con buoni fondamentali, lanciando la questione se sia o meno bravo. Mentre se ne discute in panchina (complice un additivo del Polpaccio), lui cresce e disputa un buonissimo secondo tempo, tenendo palla e sfiorando anche il gol con un velenoso pallonetto. Lentamente, si aggiudica più che la sufficienza. V: 6,5 “caos calmo” Nicola Kogiun’. Si vede che i gol semplici non gli piacciono. Prima di realizzare il 3-1 con un preciso pallonetto su scatto vecchia maniera, ne sbaglia un paio a porta semi e totalmente vuota. Alcuni li butta sul portiere ma, va detto, sembra tornare sempre di più quello dei tempi migliori. Scatta, lotta, si ficca e ci crede fino alla fine, meritandosi un bel voto. Bravo a far salire la squadra nel finale. V: 7 “forza e coraggio” Gesù Gal’n. Gioca poco, giusto quando serve far rifiatare la squadra, soprattutto avanti. Non riesce a calciare ma si dà da fare in fase di copertura e con qualche suggerimento: uno, in verità, nel secondo tempo. Fa in tempo a sbagliare due gol, uno intimidendosi davanti al portiere, l’altro provandoci da lontano a porta semivuota. Infondo, fa quello che può. V:6 “volontario”.

giovedì 14 gennaio 2010

Peroni Team vs U'prosecc 3-4

BUONI O CATTIVI La buona notizia è che il Peroni è sempre stato in partita. La cattiva è che ha perso, infondo senza ribellarsi più di tanto al suo destino. La buona notizia è che non solo era terzo in classifica al termine della pausa di Natale (pura, purissima disinformazione), ma che lo è ancora, anche dopo questa sconfitta, grazie al pari del temibile Elettromeccanica. La cattiva però è che, tra l’ultima sconfitta del girone di andata, la prima di questo girone di ritorno, e le prossime due difficili partite in calendario, anche l’astrologo più ottimista la vedrebbe grigia, grigissima. La buona notizia infine, è che Loprieno aveva dichiarato il suo ultimo match, giocandolo persino discretamente. La cattiva è che nel post-gara s’è lasciato scappare la riserva di un’ultima probabile partita di congedo, enumerando scusanti vaghe che sembrano confermare la tesi di mister Palese, secondo cui lo faccia apposta allo scopo di scroccare minuti preziosi ed eludere i cambi durante gli incontri. Ad ogni buon conto, questo è il punto. Risibile o meno, esecrabile o più.
Il Peroni ritornato Team, terzo in classifica, affronta la seconda, U’Prosecc, perdendo lo scontro pseudo-diretto per 4-3. Avanti 2-0 gli avversari, 1-2 immediato, 3-1 loro, 2-3 poco convinto del Peroni, 4-2 quasi finale su roboante acrobazia di un nano agile, finale 3-4 a spruzzo, con gli ultimi due minuti di non-arrembaggio. Ed è in questi due minuti, forse, che si concentra il senso della partita. Un Peroni che sapeva d’esser più debole degli avversari ma che, pur giocando discretamente e spesso alla pari, non ha fatto molto per ribellarsi al suo destino, perdendo via via le palle utili a ribaltare ogni cosa e sostituendole con un’irascibilità da checche vergini capitate per sbaglio al corteo dell’orgoglio etero. Tutta così, l’intera partita della squadra di Mister Ubriaco Palese: come quegli ultimi due minuti. Forse, si dirà, ci fosse stato Polpaccio (avvistato a fine gara in gran forma e, secondo le malelingue, con la schiena dritta e non in senso metaforico) la partita non sarebbe finita così. Forse, ci fossero state più palle in campo, qualcuna sarebbe rotolata nella porta giusta e il pari, almeno, non sarebbe stato un risultato così chimerico. Ma tant’è (‘ccoddio).

CRONACHISMI I primi dieci minuti sono alla pari, anzi, meglio il Peroni. Più volte, quello che sembrava un ispirato Kogiun’ (con carico emorroidale firmato Amaro Lucano tra le chiappe post-natalizie) ha la palla buona per fare male, ma una volta il palo esterno, un’altra la mira negano quel vantaggio che avrebbe messo il Peroni nelle condizioni ideali di giocare la solita brutta partita di rimessa. Dopodiché, il due a zero avversario, uno al primo tempo su voragine lasciata sulla destra, l’altro a inizio secondo. Ma, a questo punto, il Peroni ha già perso la sua partita, nonostante l’immediato 1-2 di Gesù Incazzato Nero e Crocefisso Con Merito Gal’n, con un pregevole colpo di tacco su azione d’angolo, dopo un primo tempo da “chi l’ha visto?”. Nemmeno cinque minuti e Dario buca, gli esterni sono alti e TizioCaioSempronio non sbaglia, con Topos in leggero ritardo per uscire “a valanga”. Da qui in poi, solo incazzature, sfanculismi e grida insensate, le quali portano alla ribalta Gesù, un vero asso nel mestiere. Il nazareno però sembra essere l’unico schizoide a credere nella rimonta e più volte ci proverà, pur senza brillare in lucidità. Il 2-3 è di Marco, con il piatto, su servizio di Jesus che gli restituisce il favore dalla bandierina. Ma neanche qui il Peroni si rianima. Il quarto gol avversario arriva perché il nano agile si ferma al limite dell’aria, scorreggia, si alza la palla e fa la rovesciata, mentre Tonino Alcol Cyrano Morese, coi riflessi rallentati dall’ubriachezza molesta, lo guarda lievitare in aria e persino, dicono alcuni, gli dà il cinque alla fine del gesto, confondendolo con qualche amichetto d’avventura – un Claudio Villa, un Roberto il Cinese, un Enzino Laccone. L’ultima segnatura, infine, è di Dario, in una bella proiezione offensiva. Ma quando arriva, i rimasti-sotto sono già con la testa negli spogliatoi, a litigare amabilmente.

AMORE POST-GARA “Parole dure, parole dure”, direbbe l’anchor-man Ken Brockman nei Simpson, se i rimasti-sotto facessero parte della fortunata sit televisiva. Nonostante Christian Homer Simpson Loprieno, i birrosi non sono un prodotto di Matt Groening e spiace davvero che ci siano stati alcuni battibecchi a fine gara. Jesus, a detta di molti, avrebbe incazzato la gara ed è cosa possibile, seppur nel suo tentativo in buona fede di scuotere gli uomini (troppo, troppo omosessuali in alcuni frangenti). Nicola Kogiun’ ha accusato Marco di antipatie tattiche, secondo le quali gli avrebbe negato alcuni palloni buoni. Topos ha accusato la squadra di non voler sottoscrivere l’unica legge sacra del pallone, la quale dice che se tiri segni e se segni vinci. Tonino Delirium Tremens Morese, nelle vesti da clochard di Antonio Avana 7 Palese, ha farfugliato motivazioni pseudo-tattiche, incaponendosi sul solito anti-amico Loprieno, il quale nel frattempo, con una ciliegina in mano, annunciava la sua probabile presenza per un’ultima – “davvero” – partita. Alla fine, come deve essere, tutto è finito e il sorriso è ritornato sulle facce dei protagonisti rimasti-sotto. Anche perché là fuori, il Polpaccio di turno la stava già facendo. Apposta per loro.

NOTE Antonio Morese (con tutte le sue personalità a seguito) era ubriaco fradicio. Mezza bottiglia di rum stappata alle ore 18.00. I tabulati telefonici lo testimoniano. I testimoni (Loprieno, l’anti-amico fedele) lo testimoniano. Alle 20.00 circa, farfugliava in Mongolfiera, tentando con una carabina da giostraio di vincere l’orsacchiotto per la sua bella. Loprieno, a suo dire, era il vero orsacchiotto (questa, forse, l’unica cosa sensata detta e fatta durante tutta la giornata dal Morese).
P.S. : in campo, puzzava di cantina (o di Felé).

(la foto sopra, non ha senso /foto sestosenso)

PALOMMELLE
(chi scrive è convinto che, tra una peroni e l'altra, si può fare qualcosa di buono. Per questo ritiene che nessuno, nonostante la sconfitta, sia da insufficienza. Per qusto si incazza tanto, forse. Anzi no, gli piace proprio)

Topos Topos Topos. Niente miracoli sta’ volta. Un ritardino in uscita su una rete, ma l’analisi è di Tonino Cyrano Stock 84 Morese. Il resto, incolpevole; a volte solo e abbandonato. V: 6+ “xenofobato”
Dario. Intimorito come il resto della squadra al primo tempo, sale male sulla seconda rete. Nel secondo tempo è uno di quelli che ci crede più e il gol lo testimonia. “Abbiamo giocato come se avessimo già perso” dirà negli spogliatoi, unico a mantenere la serenità, “eppure siamo sempre stati in partita”. V: 6,5 “padre pio”.
Marco. Sopraffatto nell’incazzatura dal compagno di squadra Jesus, perde un poco di lucidità nei passaggi, come spaesato dalla cosa. Comunque, la spinta non gli manca mai e se c’è qualcosa da dire è solo dal punto di vista difensivo. Negli spogliatoi rimbrotta che deve e rincuora la squadra, come una specie di vero capitano. V: 6+ “Zio Tom”
Loprienovic. Il porco gioca la sua finta ultima partita e non la gioca nemmeno poi così male. Certo è lento e non scatta e, pensandoci meglio, fa anche bene, perché spesso riesce a fare qualche buona chiusura. Il crack mentale-fisico avviene nella ripresa, quando tenterà di capovolgere ogni teoria sul calcetto, lanciando palloni alti da 40 metri tutti terminati, appunto, 40 metri dopo. V: 6, “teorie e tecniche del cal-ciotto”
Tonino George Best Cyrano Morese. Se avesse fatto una bella azione personale si sarebbe potuto scrivere “si beve la difesa avversaria”, ma non ne ha fatte, ovviamente. Comunque, fa rifiatare la squadra col suo alito di rum e, come quando hai il coraggio di provarci con la più bella solo perché sei ubriaco, si esibisce in un bel po’ di tiri verso la porta, coraggioso e meno sbilenco del solito. In ogni caso, il quarto gol è colpa sua. Punto e basta. V: 6- -, “un caffè doppio”
Gesù con Croce a seguito. Il primo tempo lo passa dallo psicologo. Nel secondo, risolti i traumi infantili, si riprende e segna e prova la porta più volte, correndo come un matto appresso a pallone e difensori. Una traversa scheggiata, su deviazione del portiere, gli nega il 3-3. Purtroppo la sua crescita va di pari passo con la sua incazzatura e la squadra ne risente. V: 6- “mestruato”
Nicola Kogiun’. È al 50%, dice subito, indicando in basso, zona emorroidale. Eppure, parte bene, con grinta e rapidità, per poi spegnersi nel corso della gara,quando più sarebbe servita una sua zampata sotto porta. Risente del clima di nervosismo e si vede. È una di quelle punte che ha bisogno di fiducia, come quel Sandro Tovalieri che giocava con i rivali storici della sua squadra del cuore. V: 6 - - “rettogel”

lunedì 11 gennaio 2010

2010, tutte le novità

PERONI CHE? Innanzitutto, un nome diverso dal presunto avuto dall’inizio di questo campionato. Nessun Tim: l’alleanza con la compagnia telefonica, concentrata nel nome del dirigente Gibby Giobby proprietario del 187 di via Conte Appiano, si è rivelata un bluff. Il presidente Ragazzo ha vaneggiato a lungo di questo sponsor, senza mai ottenere (e dimostrare) la benché minima garanzia. Il prete, a suo dire, l’avrebbe gabbato, adducendo in tutta scusa una serie di cavilli burocratici. Le malelingue non hanno mancato di smontare la tesi Ragazzo, la quale, in verità, non esiste. Fatto sta che, per il momento, il peso dell’iscrizione al campionato pesa tutto sulle finanze del presidente Ragazzo il quale, va detto con serietà, non può contare sui soliti sdoppiamenti di personalità per tali questioni economiche. Nessun Tonino Cyrano Morese, Antonios Nasopolidis, mister Palese, Tonino Punto e Virgola infatti, gli andranno in aiuto. Il Peroni non è più Tim e ritorna Team ma, con onestà, dovrà condividere le quote azionarie con tutti i suoi elementi. Come è giusto che sia.

CALCIOMERCATO Volano le indiscrezioni. Pare che la prossima partita (la prima del girone di andata) sia l’ultima per l’esterno sinistro Christian Babe Porceddu Loprieno-loprienovic. Non uno, non due, ma tre lavori lo attendono nella capitale. La sua assenza sarebbe un rinforzo non da poco per la squadra. Ma non è tutto. Perché, assicurazione e bollo permettendo, anche Tonino Cyrano Morese potrebbe andar via (dopo aver scollettato per la benzina). Destinazione Firenze, in attesa dei primi soli di Chianga Masitto (vedi l’anno scorso). Con lui, in ogni caso, andrebbero via anche Antonios Nasopolidis, il bidello Punto e Virgola e la metà del cartellino dell’allevatore Palese e il presidente Ragazzo (detentore degli stessi cartellini). I due infatti, infaticabili, avrebbero manifestato la loro intenzione di continuare a ricoprire a distanza i loro rispettivi ruoli (infondo già ricoperti a distanza anche in questi mesi di vicinanza). A conferma di ciò, una telefonata avvenuta alle ore 15.30 dello scorso sabato tra l’allevatore Palese e il giocatore Gesù Crist Gal’n. Eccola riproposta di seguito:

Palese: Gesù, ti ricordi che domani si gioca?
Jesus: domani? Ma che domani, Tonì? Che stai dicendo?
Palese: Oh, te l’avevo detto, che si giocava…
Jesus: Tonino, domani è domenica
Palese:…
Jesus (incredulo): oggi è sabato, lo sai sì?
Palese: …(inizia a ridere)
Jesus : Ma veramente, Tonino?
Palese: hai capito? Ero convinto che fosse lunedì, oggi…
Jesus:…
Palese: è che mo’ mi sono svegliato…
Jesus: lo sai che questa telefonata farà il giro del mondo, sì?

Un chiaro segno del disamore da parte dell’allevatore nei confronti della squadra e, ovviamente, degli irrisolti e irrimediabili problemi mentali di costui.
Ad ogni modo, secondo gli analisti più cinici, il Peroni sarebbe l’unica squadra della storia delle squadre di calcio e di tutti i calciomercati in grado di rafforzarsi mediante la cessione di due elementi. In realtà, il ricorso ad almeno un uomo (a differenza degli altri due) sarà assolutamente necessario.
(nella foto sopra, il Presidente Ragazzo presenta in conferenza stampa un probabile nuovo inserimento, l'ala sinistra Scappa Schippy /la foto potrebbe essere stata ritoccata un pochettino)

QUARTO POSTO Bé, infondo, anche questa è una novità. Il Peroni chiude un girone di ritorno di tutto rispetto, conquistando la quarta posizione in classifica su 13 squadre. Ben oltre le previsioni, soprattutto se si considera che il grosso dei punti la squadra l’ha ottenuto con i suoi elementi storici. Forse i peggiori, si dirà, ma forse lo zoccolo duro di un gruppo che si cementa in campo, durante le litigate, le bestemmie, gli sfanculamenti, le assenze, i simpatici pre e post partita e, non ultime, le telefonate di Tonino. Ma anche, si conceda, attraverso questo blog, in grado di mettere tutti d’accordo sul fatto che, prima e dopo ogni risultato, occorra farsi sempre due risate. E, perché no, anche due peroni.

INFINE, UN POCO DI NUMERI Presunto capocannoniere della squadra sarebbe Gesù Gal’n, con 8 reti in 12 partite. Un bottino così così. Da un lato, perché ha giocato tutte le gare senza indovinarle tutte, ma tutt’altro. Dall’altro perché non ha fatto una sola partita da punta, ma sempre dietro un terminale offensivo. La metà dei suoi gol infatti, giocando praticamente la metà delle partite (causa infortuni) l’ha realizzata Nicola Kogiun’: 4. Meglio di lui hanno fatto Daniele Magnisio (vero bomber, con 6 gol in 2 partite, addirittura 4 in un solo match), Marco (anche lui 6 reti) e anche Dario, le cui 5 reti attestano la grande qualità del suo campionato: forte, fortissimo dietro, e bravo anche in proiezione offensiva. 4 Segnature invece per Polpaccio, 2 per Sasà Lavezzi in un’unica, ottima apparizione, e nientemeno che un gol anche per Loprienovic, con un pallonetto di destro di buona fattura contro il Radioerre (ma molto, molto lontano dal gol-miracolo dell’anno passato, quando si arrampicò sulla forza di gravità rovesciando col mancino). Una squadra di rimastoni che gioca un calcetto corale, nel quale c’è posto per tutti. E che deve molto, va ammesso, alle prodezze del suo portiere. Topos Topone è stato l’unico vero acquisto del Peroni per questa nuova stagione. Forse, quanto bastava per quel salto di qualità tanto invocato dal Presidente.

(per i rimasti davvero rimasti-sotto, si segnala che sotto c’è il pezzo sulla sconfitta dell’ultima giornata di andata /ndr)

Peroni Tim vs Nonmeloricorderòmai 1-3

ANALISI ILLOGICA A TEMPO SCADUTO E il Peroni Tim non è forte. È ufficiale. Nell’ultima gara del girone d’andata, ultima anche del 2009, la squadra del traballante (cerebralmente parlando) mister Antonio Palese perde, con merito, contro i temibili avversari del Nonmeloricorderòmai. Un 3-1 che parla chiaro, chiarissimo, con l’unico gol segnato da Dario praticamente a tempo scaduto, segno di una inferiorità fisica-tecnica-tattica e psicosomatica assolutamente inoppugnabile. Chi scrive, bivaccando grasso in questa lunga pausa, ha cercato in tutti i modi di offuscare il faro della memoria su quest’ultima partita, rinviando puerilmente il momento della resa dei conti e sperando così, che il brutto ricordo potesse svaporare definitivamente. Ma, nonostante la disonestà, il ricordo e la sconfitta sono rimasti. L’uno, indelebile nella memoria di un poco tutti i rimasti sotto del Peroni, l’altro, inevitabilmente, negli archivi del torneo. Il Peroni perde il terzo posto e chiude al quarto, su tredici squadre partecipanti. Niente male, comunque. Non fosse per l’ultima prestazione la quale, palesemente (riferimento neanche poi tanto casuale), ha evidenziato i problemi di una squadra che, se private anche solo di uno dei titolai, va letteralmente in tilt. Due, infatti, sono le attenuanti: Topone e Marco. Il primo assente e mal sostituito da Nasopolidis; il secondo rimpiazzato da un generoso Michele Strollo (all’esordio col Peroni) il quale, seppur giocando una partita ben più dignitosa degli altri compagni di squadra, non ha fornito gli equilibri che solitamente è in grado di garantire il bravo mediano di spinta assente e un poco traditore perché impegnato in un altro torneo (“si era detto il lunedì non posso” dirà il tesserato Peroni, “ma porcoddio”, risponderà la società – la quale sudiciamente non riserba lo stesso trattamento per il portiere Topone, anche lui impegnato allo stesso torneo ma giustificato per evidente iniquità). Ad ogni modo, bravi gli avversari a liquidare la pratica Peroni in poco tempo, correndo il doppio e attaccando con quasi tutti gli elementi. Il resto, non me lo ricordo davvero. Ma la squadra ha fatto sinceramente cacare.

NOTE Il Palese delle Meraviglie convoca tutti i giocatori per le 21.00 salvo poi chiamarli uno per uno alle 20.45, dicendo loro di presentarsi alle 22.00 a causa di un ghiribizzo della sua memoria, sempre più random. Della serie Amici miei atto II: “che cos’è il genio? Fantasia, intuizione e velocità di esecuzione” (n.b. la citazione potrebbe essere errata).

MAZZE E PAGELLE FANNO I FIGLI BELLE (esigenze di rima)

(sintetiche, disordinate, strafottenti)

Gesù Gal’n. La peggiore partita della sua vita, forse. Di sicuro della stagione. Ciuccio e presuntuoso, parte benino per involversi durante la partita, sino ad un quarto d’ora finale da brivido: bestemmie, passaggi sbagliati, bestemmie, stop mancati, bestemmie e tiri sbilenchi. Voto: 4; “cacavracone”
Polpaccio. Poco meglio del precedente ma neanche poi tanto. Litigioso, svogliato, indifferente nei riguardi dei grandi problemi dell’umanità. Egoista ed esistenzialista. V: 4,5; “bell’apparire”
Michele Strollo. Infondo, il meno colpevole. Sta alla squadra come la squadra alla lucidità il sabato sera, questo va detto. Però, l’impegno e la corsa ci sono tutti, soprattutto nel primo tempo. Arruolabile per un futuro migliore. V: 5 “vittima”.
Dario. Morbido, impacciato, quasi intimidito. E, soprattutto, distratto. Per una volta, faremo finta di nulla. Nonostante il gol nel finale. Ca(s)pita. V: 5--; “Esci da questo corpo, satana!”
Nicola Kogiun. Evaporato in una nuvola rossa, in una delle molte feritoie della notte. V: n.g.; “Amico fragile”.
Antonios Nasopolidis. Perché sparare sulla croce-rossa?