sabato 13 marzo 2010

Peroni Team vs Cugini di Campagna 7-1

IL MONGO-PUNTO La partita del terzo posto, si conclude al terzo posto. Il Peroni team cala il sette e rispedisce indietro i temibili Cugini di Campagna, giunti prima della partita a pari merito con i Ragazzo’s Boys (ci piace sto’soprannome). Un roboante 7 palle 7 contro un’unica segnatura avversaria, peraltro gentilmente offerta dal portiere Topone, in veste di rappresentante di una fortunata ditta di saponette. Eppure, non è stato così facile. Almeno al primo tempo, terminato 1-1. Alla marcatura iniziale di Daniele Magnisio, giunto per l’occasione a blindare il terzo posto, ha risposto sul finale del primo tempo il tiraccio dei Cugini, trasformato in rette sotto le gambe del colpevolissimo Topone, il quale a fine gara dirà: “mi stavo annoiando” – spocchioso sì, ma simpatico, cazzo. 25 Minuti tesi, ben giocati dal Peroni, con una difesa arcigna e un attacco a volte prevedibile ma sempre sul punto di sfondare. Al secondo tempo poi, gli argini si sono rotti: Nicola Kogiun’, autore di una quaterna, ha mandato in tilt la retroguardia, grazie anche agli incessanti rifornimenti di Daniele (che per gli arbitri del mondo è Daniele Tucci). Due splendidi guizzi dal calcio d’angolo hanno permesso al Peroni di mettere le mani sulla vittoria, innervosendo i Cugini che, come aveva pronosticato alla fine della scorsa gara un difensore de La Paca Service, hanno cominciato a litigare tra loro. E qui, la squadra del mister a distanza Palese ha dilagato, mandando in rete altre due volte Nicola, a difesa sformata e ormai sull’orlo di una crisi di nervi, e altre due volte Marco, sempre prezioso con i suoi inserimenti. Sul 5-1 un campione dei Cugini dirà: “stiamo perdendo con i mongoloidi”. Vero. Verissimo. Così vero che l’arbitro sarà costretto a fischiare la fine con 6 minuti di anticipo. Per pietà nei confronti degli avversari, i quali minacciavano di abbandonare il campo già sul 5-1. D’altronde, prendere 7 sberle dai mongoloidi è cosa abbastanza vergognosa. Figurarsi se la squadra era composta da normodotati!

CONTRAPPASSO DI CRONACA All’andata finì 6-3 per loro, che scherzarono contro una squadra che squadra, ancora non era. Questa volta sarebbe finita anche 10 a 1, perché i peronisti, pronti a vendicarsi della sconfitta, avevano tutta l’aria di non volersi fermare a sette. Ogni spazio coperto, ognuno pronto a sacrificarsi, a cominciare da Daniele, al servizio della squadra e per questo meno bomber del solito, passando per Polpaccio, accorto e sempre in sincronia con i movimenti di Marco, e finendo anche con il crist’amico Jesus, il quale entrerà quasi sempre in difesa, facendo la sua porca figura. I gol più belli sono il primo, di Daniele, un diagonale teso e preciso a incrociare, e uno dei quattro di Nicola, con una zampata alla Montella da giovane che ha lasciato sul posto l’intera difesa avversaria, portiere compreso. Il resto è Dario che annulla gli attaccanti e Topone che si annoia in porta.

(nella foto sopra, un mongolo)

MONGO-PAGELLONE

(acuto e affilato, oltre che giustamente generoso, tiene conto dell’idiozia della squadra avversaria)

Topos. Un tiro, se tiro si può chiamare, un gol, sotto le gambe. A fine gara, chi scrive dirà: “certo che, portiere a parte, siamo proprio una grande squadra!”. L’estremo difensore, più estremista che estremo, ridacchiando qua e là, ammetterà: “sul 4-1 mi sono cominciato a rilassare, quel gol pesava”. Menomale che gli si perdona tutto, ma non è che s’è innamorato? Stando alla lezione dei Cugini, gli si diagnostica una leggera spina biffida che l’ha bloccato sul papero-gol. V: appena appena 6 , “fra le nuvole”.

Marco. Ottima gara, due reti, uno su inserimento ben servito da Jesus, l’altro non si sa. In ogni caso, nervoso a puntino, 180 gradi da lasciar riposare a forno spento, è il regista della squadra, con tagli continui e scambi laterali. La diagnosi per lui è “mania di persecuzione ossessivo-compulsiava”, dati i soliti e ormai gustosissimi accanimenti con quel famoso “uomo-uomo” che seguita a girargli intorno, anche a gioco fermo e fuori dal campo. V: 8 “Generalissimo”

Polpaccione. Sulla destra non si passa e se si passa è per sbaglio. Limita e molto le sue scorrerie, consapevole della forza degli avversari, almeno al primo tempo. Al secondo tempo si propone di più e con maggiore disinvoltura. Salta l’uomo, ferma la palla, scambia con i compagni: tutto con grande naturalezza. Per la sua perdita di inibizioni in mezzo al campo, la diagnosi è “sindrome di Tourette”, causa e conseguenza delle sue iniziative e della perdita di contatti con il contesto. V: 7,5 “Tranquillone”

Dario. “Si entra solo con la tessera”. È ciò che dice ad ogni attaccante che tenta di fare il furbo, insinuando il naso in area. Non ne fa avvicinare uno che sia uno. Tanto che il gol non è un vero gol e arriva da lontano, quasi disperato. Sugli anticipi è formidabile. Per la sua capacità di entrare a tempo sugli avversari, come un metronomo, la diagnosi è “autismo nevrotico”, causa dei suoi continui movimenti a scacciare i palloni, ripetuti e identici. V: 7,5 “Ray Man”.

Daniele Magnisio. Gol a parte, gioca un primo tempo così così, anche perché pressato continuamente dagli avversari che individuano in lui il pericolo numero uno. “Wajù, quist m’canoshn” dirà ai compagni, quasi dispiaciuto. Nel secondo tempo però perde la pazienza e si libera dei secondini alle calcagna, cominciando a fabbricare una serie di assist quasi industriale. Ha la percentuale di vendite su tutti i gol di Nicola e forse anche su quel gol di Marco, di cui ad oggi non si sa ancora nulla. Per la capacità di rompere gli argini avversari gli si diagnostica una “sindrome maniaco-distruttiva di origine schizoide”. V: 8 “Azienda Magnisio & Co. Produzione Assist S.p.a.”

Jesus Christ Gal’n. Una partita di sacrificio, in pieno stile peroni team. Duetta nel primo tempo con il Magnisio, negli unici minuti giocati in avanti. Poi entra a destra e a sinistra degli esterni, giocando una buona partita, facendosi vedere anche in fase di anticipo. Certo la propensione è offensiva e quando può si lancia, solo che, tolti di mezzo un paio di avversari, quando arriva sotto porta ha già un principio di infarto. Per la sua capacità di cambiare ruolo in corsa, gli si diagnostica uno “sdoppiamento di personalità di tipo maniacale”. V: 7,5 “Alter ego”

Nicola Kogiun. Grande prova da bomber, ormai sempre più lanciato. Due gol da rapinatore d’area, in quelli che ormai sono i suoi gol: scatto bruciante e zampata al volo. Gli altri due li piazza quando ormai la squadra avversaria è in ginocchio, sotterrandoli definitivamente. Deve tutto a Daniele, uomo-assist anche generoso che, soprattutto alla fine, avrebbe potuto marcare personalmente le reti. In ogni caso, è il peronista più in forma della squadra e le goleade sono la conseguenza di ciò. Se si fossero giocati quei sei minuti ne avrebbe fatti un altro paio, peccato. In virtù della sua spietatezza, la diagnosi è “psicotico seriale omicida”. V: 9 “cattivo”.


2 commenti:

  1. Doverosa precisazione:

    Il tiro non è finito sotto le gambe, ma nel più classico dello stile Antonioli è sfuggito dai guanti per giunta vecchi e logori. Questi ultimi, dunque, si assumono il 50% delle responsabilità. Me lo ha detto il guanto destro uscito dal cassetto in qualità di ambasciatore.

    Non ho mai detto che sul 4-1 stavo iniziando a rilassarmi perchè il gol pesava. I gol sono sostanzialmente privi di peso specifico. Sostenevo soltanto che i sensi di colpa si stavano pericolosamente insinuando risalendo la già citata "spina biffida".

    Circa l'innamoramento: FACIT'V I CAZZA VUSTR'!

    Con immutata stima e affetto costante,
    annoiato dall'estenuante lunghezza del torneo,
    il vostro portiere rappresentante "porta a porta"

    P.S. Questa sera, domenica 14 marzo, è venuto Papa Waigo PienaBarca allo Jacob. In qualità di pizza-taxi, ha portato una diavola con rucola e grana all'affamato Mattia.

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  2. Un piccato Topastro puntualizza capziosamente reiterando il proprio disamore nei riguardi di un torneo che tanto, però, gli sta restituendo in termini di soddisfazioni. Ricordo infatti, e anticipo su questo blog, che il nostro portiere-porta-portato è uscito dall'ultima gara (ancora una volta) indenne. Con il tarallo dei veri numeri uno. Lo sprono, dunque, a trovare in giro suoi parigrado dal destino così fortunato.
    Sul gol il blog fa ammenda: in effetti, fu una svista alla Antonionli, convengo. Quanto al peso dei gol non sono molto d'accordo e rinvio al film di Sean Penn: 21 grammi. Questo, secondo il film, sarebbe il peso dell'anima. Credo che il gol, fatto o subito, abbia un peso simile, soprattutto per la sua incontrovertibile somiglianza all'anima: così etereo e così profondo.
    Ricordo infine, al piccato Topomastro, che è un personaggio pubblico, ultimamente tra i più citati e fotografati sulle pagine dei giornali di rione San Salvatore e che, in quanto tale, la sua vita privata non può essere trattata con i guanti (soprattutto con quelli di Antonioli). I tifosi hanno diritto di sapere se il loro idolo è preso da altre cose futili come un misero innamorento (vietatissimo dal codice peroni). Su "Maristella 6000" (noto gossip news stampato in via B. Croce, proprio di fronte il S.Salvatore Stadium) il Topos è immortalato mentre esce dalla nota "scagliozzerie" (alla francese) di via Matteotti, mano nella mano con una non identificata velina di Sfoggia Domenica, noto talk show seguitissimo nella città. Fotomontaggio? Chissà.
    (p.s.: Solo quel diavolon di un PapaBarca poteva portare una diavola! Dio abbia cura di lui, così fragile)

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