Peccato per una prestazione di grande sacrificio da parte di tutti gli elementi, persino del rientrante Loprieno il quale, aiutato (e male) da Cyrano Morese, ha vestito i panni (stretti) di centravanti boa, al posto dell’insostituibile Daniele Magnisio. La squadra ha comunque risposto alla grande alle invadenze delle malelingue, tutte orientate a smentire l’ottimo inizio di campionato dei giallo-birrosi. Senza Magnisio, l’italo-argentino Daniele Tucci (che forse non tornerà mai) e Nicola Kogiun, il Peroni ha fatto la sua partita, puntando tutto sulle ripartenze e sulla sua difesa, ormai una delle migliori del campionato. Ha fatto la sua partita e l’ha fatta bene, mettendo il redivivo Gesù tra retroguardia e Loprieno, e lanciando i suoi esterni Marco e Polpaccio, veri attaccanti aggiunti di una squadra operaia e faticatrice. Non è un caso che le prime due segnature portino la firma di Marco, con un gran tiro dopo uno scambio da fuori area, e dell’ottimo Dario, nell’unica sortita offensiva della sua partita, in rete con un tocco da guizzante attaccante navigato. Nella ripresa, è Gesù Gal’n a riportare a + 2 il vantaggio, grazie ad una ribattuta sul portiere che ha fatto gridare allo scandalo la squadra avversaria, convinta del fallo del numero dieci (scritto sulla mano) del Peroni. Da quel momento l’albero ha perso la bussola, sciorinando tiri liberi, rimesse dubbie e falli a favore di fantasia. Un trimone, nella fattispecie. Sul 3 a 3, causato da una disattenzione difensiva e da un rimpallo sfortunato, il Peroni Tim avrebbe anche potuto perderla la partita, se non fosse stato per qualche grande intervento del numero uno Beppone Topone (numero uno non solo di maglia). Invece, a pochi minuti dal termine, la squadra di mister Palese ha trovato la lucidità del meritato vantaggio, con un preciso tiro a giro di Gesù Gal’n su verticalizzazione di Marco. Poi, ci ha pensato ancora l’alberello profumato a rimettere le cose a posto, nonostante la disperazione e le proteste dei guiallo-birrosi. Peccato, ma onore al merito al Peroni, ormai una vera squadra, in grado di lottare fino alla fine anche senza elementi importanti. La sbronza della vetta continua.
NOTE A fine gara, nonostante la vittoria mancata, i peronisti sono soddisfatti per la prestazione. Tutti tranne uno: Polpaccio. Guidoucc’ si aggira nello spogliatoio tastandosi le mutande e suscitando i sospetti omofobi dei compagni. Scuote la testa, si arrabbia, si guarda intorno, cerca in terra, fuori lo spogliatoio, negli indumenti lasciati nel borsone. Alla fine, svela il mistero: “mi sa che mi è caduta…una cosa in campo”. La squadra capisce e lo canzona, finalmente intuendo la confusione del’arbitro durante tutta la partita. Il sorriso ritornerà sul volto del Polpaccio a doccia fatta, dopo un fortunoso ritrovamento. Inutile dire che il medesimo sorriso si espanderà per tutto il dopo partita, davanti al Sommelier.
Da segnalare il compleanno del Loprieno, 27 o forse 34 primavere ben pasciute. Ha festeggiato con una prestazione generosa, in un bivacco da centravanti boa evocante il miglior Mark Hateley (Topos ricorderà). Fra qualche anno sarà pronto per lo squarto, in una lussuriosa brace di paese.
Mica male nemmeno il solito Tonino, nelle vesti di mister Palese, quando prima della partita, accanto i catechisti del San Salvatore Stadium (che nonostante le bestemmie durante le partite resta pur sempre una chiesa), si prodigava nel reperire il suo attaccante Gesù Gal’n per il consueto riconoscimento, chiamandolo appunto per soprannome e urlando sproloqui a suo carico, dimentico che il Gesù Cristo cui dava del “bastardo disperso” avrebbe potuto evocare anche il celebre Nazareno, quello vero. Curva-sotto nutrita, con Dolores esonerata dalle fotografie ma sempre sofferente, Saveriucc sostenitore armato di birre ma mai di acqua e Giuseppe il Rosso, all’esordio sugli spalti peroniani. Sbucherà anche una saltellante Valentina Rizzitelli, relegata fuori la rete di protezione perché visibilmente analcolica.
(nella foto sopra, la mamma dell'arbitro)
LE PASTEFROLLE
Topos Beppone Barrassi. Con 4 borghetti sul groppone si presenta con la sicumera dei grandi portieri di una volta, quelli con il numero uno dietro le spalle (o al massimo con il dodici). Roba da scomodare il furibondo N’Kono, il malsano Pumpido, l’ottimo e sbruffone Pfaff o il sempi-dubbio Zubizzarreta. Ha ragione però, perché disputerà una grande partita. Incolpevole su tutti i gol avversari, sul tre a tre devia in angolo un paio di rasoiate avversarie, con guizzi da cerbiatto. Mirabile la mano aperta su un tiro che ha visto arrivargli quando era già quasi in porta. Preciso anche nei rilanci, è ormai un protagonista del Tim Peroni. V: 7,5; “Café sport”.
Polpaccio. Non gioca come la scorsa gara ma fa comunque una buona partita. È offensivo quanto basta e difensivo più del solito. Dalle sue parti è difficile saltarlo nel tu per tu. Nella ripresa perde terreno, forse alleggerito dal suo amuleto magico che scoprirà di aver perduto solo negli spogliatoi. In un frangente di confusione Topone gli grida: “Guido, sai giocare! Sai giocare!”. E, difatti, si riprende presto, scacciando i fantasmi del mai pronto Morese. Voto: 6,5; “Erbivoro”.
Dario. È l’ultimo uomo della difesa, ma anche il primo quando si tratta di soffrire. Sbaraglia al largo senza complimenti i palloni più insidiosi, chiude bene e, nell’unico scatto in avanti, realizza anche un gol. Con Topone dietro è ormai feeling perfetto: se per caso manca uno c’è sempre l’altro. Si candida come uno dei migliori difensori del torneo. Voto: 7; “Carnivoro”.
Marco. È tanto nervoso quanto determinato a vincere. Gioca una gran partita, dando una mano in avanti e proponendosi in mediana. Va duro sugli avversari e morbido nelle palle da impostare. Invita i suoi compagni a non fare complimenti (nel primo tempo urlerà: “non ve ne fregate di quello che dice l’arbitro…entrate! Entrate!”). Meglio in avanti che dietro, come ammette anche lui, considerato il gran bolide da fuori area che ha aperto le marcature e i due assist, uno per Dario l’altro per Gesù Gal’n. V: 7,5; “Dunga”.
Tonino Cyrano Morese. Ricordate la palla-pazza che usciva dalle patatine e la lanciavi contro il muro e schizzava per tutta la casa attentando alla vista dei bambini? Ecco, precisamente. Celebri i suoi falli laterale, tenta di boicottare la partita sul 3-1 scontrandosi (volutamente) con i suoi compagni di squadra e facendosi trovare nelle traiettorie di ogni rilancio, attaccante aggiunto ma degli avversari. È, però, più generoso del solito e chissà che non si rimetta a posto con “le cervella”. Voto: 6; “pittoresco”.
Gesù Crist Gal’n. Seppur ancora in debito di ossigeno, rispetto all’altra partita è non un altro giocatore, ma un altro uomo. Si sacrifica molto. Fin quando ha gambe viene a prendersi il pallone, sfruttando la buona ispirazione della giornata che gli fa perdere pochi palloni. Fa salire la squadra, ma sbaglia due occasioni limpide nella ripresa, arrivando sotto porta quasi con la gobba dietro le spalle. Segna due gol, uno dubbio secondo gli avversari, dopo aver duettato con Polpaccio e rimesso in rete, con la forza, un’incerta respinta del portiere. Un altro di buona fattura, depositando d’interno destro il pallone dell’illusione. La strada della forma è lunga, ma almeno l’ha imboccata. Voto: 6,5; “Lazzareno” (un mix tra Nazareno e Lazzaro).
Loprieno Porceddu. È il suo compleanno e per regalo lo fanno giocare di punta. Galleggia per quasi tutta la partita, muovendosi abbastanza, va ammesso, e svolgendo il suo compitino, senza strafare o tentare inutili giochi di prestigio. Sa che è l’osservato speciale e furbescamente si eclissa al momento opportuno. Infondo, generosa la sua prestazione in un ruolo che non è affatto suo. Determinante poi, in un ripiegamento difensivo verso la fine della partita, quando anticiperà un avversario a difesa scoperta. Qualcuno urlerà al miracolo. Voto: 6,5 “Quatto quatto” (il mezzo voto è per il suo compleanno)
Onore ai Combattenti del Peroni Tim.
RispondiEliminaCuore, polmoni e fegato ormai in fase termilani hanno retto per tutti i 50 minuti che il Padre del nostro n°10 ci ha dato, fino a quando l'arbitro, anzi albitro, ha definitivamente scassato i coglioni, già grattuggiati da tutta la sua direzione, con l'ultimo e determinante fallo fischiato contro i giallo-birrosi, come se avesse deciso a chi darlo giocando a morra con se stesso.
Il rientrante Loprieno, temutissimo elemento insignito di fascia di Compleanno (e non di capitano), non ha affatto sfigurato nell'inedito ruolo di boa alla Corradi tentando una sforbiciata con palla presa male a causa dello sbilanciamento da parte del difensore avversario, un tiro di destro che forse era meglio non vedere, un assist al bacio per Gesù Gal'n il quale, forse con gli occhi bendati da un'invisibile Sacra Sindone, ha deciso di mettere fuori a tu per tu con l'irato portiere avversario, e tanto tanto (ed inaspettato) movimento.
Il mio Assistito si merita di certo un'occhi di riguardo anche perchè se non fosse per il mezzo voto in più per il compleanno, sarebbe messo allo stesso piano del boicottatore Tonino Cyrano Morese, autentico anti-peroni, la pecora nera nella famigia giallorossa.
Aspetto risposte chiarificatrici dall'ufficio stampa ufficiale e approfitto per porgere distinti saluti.
Procuratore BABE PORCEDDU.
In piena sintonia con le parole del mio procuratore decido di andare in ritiro spirito-vacanziero nella sede romana fino a data da destinarsi saltando sicuramente la prossima uscita del Peroni Tim.
RispondiEliminaSpero vivamente che questa assenza faccia pensare e rimpiangere la mia presenza.
Esterno sinistro, poco esterno e molto sinistro,
Loprienovic.
L'ufficio stampa del presidente Ragazzo raccoglie le dichiarazioni del procuratore Porceddu e l'annuncio dell'esterno sinistro Loprienovic, da poco divenuto serbo-croato (prendiamo atto anche di questo). Si riserva però, per il futuro, di prendere provvedimenti disciplinari circa l'improvvisa e, francamente, improvvida dipartita del dipendente del Peroni Tim, alla volta di un non meglio precisato luogo di ristoro in quel di Roma. Si fa notare che i vertici della società (nell'animale Kim, dirigente accompagnatore con forte ascendenza sul presidente; nella persona di Tonino Punto e virgola, bidello ma non troppo; e nella doppia-tripla personalità dell'allevatore Palese) non vedono di buon occhio questi comportamenti, almeno nell'ufficialità immediata. Ciononostante, giunti a tale punto di "forme e facce", incoraggiano l'esterno Loprienovic a sostare quanto mai più del dovuto in quel di Roma, a maramaldeggiare definitivamente lontano dalla maglia Peroni la quale, come forse non avrà ancora inteso il dipendente, non è di certo un albergo. Non è escluso, si aggiunge, che venga deciso di accasare il Loprieno in un prestito punitivo in qualche società romana, quale L'Atletico Burbuka, il Real Porchetta e il Manchester De Noantri - tutte società amiche del Peroni.
RispondiEliminaCordiali e ipocriti saluti,
l'ufficio stampa