SIPARIO SUL PERONI Riparte il campionato al San Salvatore Stadium e i giallo-birrosi si rifanno il look. Il Team cambia ragione sociale e diventa Tim, vendendosi (e giustamente) all’imprenditore Gibby Giobby, in cambio della promessa del saldo-iscrizione al torneo. Il presidente Antonio Ragazzo (alias mister Tonino Palese, alias l’esterno Tonino Cyrano Morese, alias il portiere Antonios Nasopolidids, alias il bidello Tonino Punto E Virgola) stringe un patto per ora soltanto verbale con il magnate della telefonia foggiana, il quale solo fra qualche giorno scioglierà le riserve. In attesa dei baiocchi, l’incertezza rimane. Ma il fatto che nostra grazia Gibby fosse presente alla partita d’esordio, sportivo/a in una mountain bike ultimo grido, la dice lunga sull’interessamento.Eppure, la vigilia della partita era stata più volte minata dall’ansia del presidente Ragazzo. Telefonate ripetute e ripetutamente a vuoto, minacce metaforiche e chiare figure di merda nei riguardi dell’organizzazione del torneo lo avevano più volte portato sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Al Bar 2000, studio legale del Ragazzo, non tirava una buona aria. I birrosi dal canto loro, uniti e solidali come al solito, avevano più volte fatto spallucce. Se si gioca, bene, se no, pazienza. Ci si becca in giro, dal sommelier, da Angelo. Ma la tenacia del presidente non si era fatta attendere e in serata, dopo un summit a due nasi e mezzo (quello del Ragazzo è ben più di una sporgenza ossea) con la presunta cordata di imprenditori che fa a capo al Gibbyna, era riuscito ad ottenere la promessa economica in grado di garantire per l’ottenimento di una proroga ai fini dell’iscrizione al campionato. Il Peroni Team diventava allora Peroni Tim in tutta fretta, come accade nei peggiori tracolli finanziari. Ad ogni modo, il presidente la spuntava come al solito e rivelava ai birrosi della squadra di aver risolto ogni squilibrio societario, sbandierando le sue doti di intermediario finanziario con le pezze al culo. Costante la replica dei birrosi: ci si becca in giro, dal sommelier, da Angelo.
QUEL MERCATO PICCOLO PICCOLO La bagarre societaria si riflette sul calciomercato e questo sulla curva. I rimasti-sotto dei tifosi, spesso presenti nella scorsa stagione anche nei momenti più bui (a proposito, ma chissà come è finita poi?), disertano gli spalti. Manca la curva-sotto, quella organizzata. Manca persino il fotografo ufficiale-addetto stampa-grafico della società, Saveriucc’Nardellucc, imbrigliato negli onomastici di famiglia. L’esordio, d’altronde, è di quelli che è meglio non sbandierare. Troppi dubbi, troppe incertezze. Innanzitutto, dove sono gli acquisti? L’allenatore-allevatore Palese aveva preteso dal presidente Ragazzo (in un faccia a faccia allo specchio del bagno, in campagna) almeno due, tre rinforzi. Un portiere, considerata la partenza di Christian L’Amico di Valerio Tonti, ceduto al Kelvin’Athletic di Londra per un pugno di tranquillanti; un difensore/centrocampista, considerati gli infortunati sempiterni (Polpaccio e Cyrano Morese); e almeno una punta di ricambio. In compenso, fino a pochi minuti dall’inizio della partita, era arrivato dallo Jacob soltanto Beppe Topone, indiscutibile estremo difensore prelevato dal Ragazzo chissà per quale intercessione (considerati i numerosi rifiuti del portiere nella scorsa stagione). Alessandro Sasà Ventura, determinante nel campionato passato durante le varie puntate di Chi l’ha visto?, aveva mantenuto fede alle promesse, ritornando a Napoli subito dopo la stipula del contratto col Peroni. Della punta di ricambio invece, nemmeno l’ombra. Anzi, anche l’italo-argentino Daniele Tucci (fegato funzionante della squadra, oltre che polmone artificiale e rene di fortuna) aveva declinato alla partita. Ma quando sembrava tutto perduto, grazie all’aiuto del direttore sportivo Babe Porceddu (cagliaritano con passaporto viestano) il Ragazzo riesce a portare in squadra, in prestito dal Multisala di Foggia, la punta Daniele Magnisio. Colpo che, in assenza di Nicola Kogiun, si rivelerà determinante.
LA FREDDA, BREVE CRONACA Alla fine infatti, il Peroni Tim ha persino vinto. E, udite udite, con merito. 4 – 2 sul Prosecco: lo stesso risultato con cui avevano perso l’anno passato, in cui si ricorderà lo scellerato autogol di Puccettone (tempi duri, quelli). Una partita mai messa in discussione, giocata in maniera ordinata, cinica. Tanto che all’inizio del secondo tempo, il risultato di 3-0 non sembrava lasciar adito a dubbi, dopo il rasoterra di Daniele Magnisio, l’aggiramento di Polpaccio e il diagonale di Jesus Gal’n. A movimentare il match ci ha pensato Beppe Topone. Causa il fuso orario dopo l’arrivo in terra Peronista, il portierone, il cui valore non si discute, si è fatto scappare due pallette evitabilissime che, almeno per qualche minuto, hanno riaperto l’incontro. Il Peroni allora ha mostrato tutte le sue crepe: il fiato, le gambe, la confusione mentale, tutti i nodi sono venuti al pettine. Ma il team, anzi il Tim, ha resistito. Almeno fino al gran gol dalla media distanza di Danile Magnisio, il quale ha definitivamente scacciato gli incubi.
A fine gara i complimenti si sprecano, qualcuno intona “la capolista eccola qua”, ma il presidente Ragazzo, che sa di averla fatta franca, taglia la corda senza concedersi alla stampa nel post-gara negli studi di Davanti a Enzo il Sommelier. Molte sono le cose da risolvere, dal prestito a gettone non sempre disponibile del buon Magnisio, al sussurrato rifiuto definitivo dell’ottimo Tucci, sino all’infortunio politico di Nicola Kogiun. Si attendono giorni difficili al Bar 2000 e il presidente sa che non può cavarsela con un Vittorio Pupillo qualunque.
NOTE Da segnalare l’assoluta incompetenza del futuro presidente del Peroni Tim, Amo Gibby Giobby, il quale, dopo il primo tempo, rivela alla squadra di non aver visto né capito i due gol della sua futura società, impegnato/impelagato in una difficile telefonata extraurbana provinciale, direzione Lucera. Curioso, invece, un signorotto sui sessant’anni, con le dita nella rete di protezione, sorpreso ad incitare i giallo-birrosi del Peroni e, in modo particolare, l’allenatore-allevatore Tonino Palese. Applausi invece per la nuova taglia indossata con sicumera dal Loprieno: una “elle” piuttosto aderente che, va ammesso, gli fa fare la sua ovvia porca figura.
LE PAPPARDELLE:
Beppe Topone. È l’unico, vero acquisto della società. Al primo tempo, complice una difesa granitica, fa il suo, controllando qualche pallone dalla distanza. Nella ripresa, vive i suoi 5 minuti di follia. Prima va a zonzo su un “pititello” su calcio di punizione, mischiando gli uomini della barriera in modo poco ortodosso. Poi, abbagliato dalla Madonna, sviene al cospetto di un traversone innocuo, confondendo il suo talento con le movente spastiche di un attaccante avversario che però, lo uccellerà furfante. Si rifà sul 2-3, neutralizzando in uscita un “tu per tu” con la punta nemica, alla sua maniera. Voto: 6-; “suspance”.
Marco Bevilacqua. È il duttile della partita, in veste di vice Daniele Tucci. Si sposta da destra a centro a sinistra, senza tralasciare qualche sortita offensiva delle sue. Non è al top, ma la qualità si tocca, tanto dietro che avanti (il riferimento non è fisico, sia chiaro, non fate i ricchioni). Sembra aver finalmente sposato con ardore il progetto del presidente Antonio Ragazzo (lo ricordiamo: la permanenza dal cicchettaro entro il 2027), il quale deve avergli fatto una bella lavata di capo per tutta la pausa estiva. Voto: 6,5; “colonna”.
Dario. È il migliore. L’anno passato, quando era stato acquistato a metà campionato, ci aveva messo qualche gara per riprendere la forma. Adesso, è lui che aspetta i suoi compagni. Non è un caso che i due gol arrivino su due tiri improbabili. Non lo superano mai, tanto che davanti alla porta gli attaccanti non ci arrivano che di rado e in occasioni di fortuna. L’anticipo, per lui, è come la pizzeria Ciak Si Mangia per Loprieno: uno spasso. Voto: 7,5; “chiuso”.
Guidone Barbone Polpaccio. È il suo compleanno e lo festeggia con un gol, dedicandolo al suo amico Silvio Berlusconi, con cui condivide la data di nascita e la passione per le escort. Anche con il solito infortunio alla caviglia (in fase di guarigione, probabilmente entro il 2014, in occasione delle Olimpiadi) gioca un gran primo tempo, bloccando la fascia e inserendosi nel secondo gol, con aggiramento del portiere e diagonale di sinistro. Nel secondo tempo perde smalto, ma ci sta. Speriamo solo che questa non sia la sua unica partita. V: 6,5 “Pdl”
Loprieno. Tutto sommato ordinato. Veniva da una partita di precampionato con Jesus Gal’n in cui, praticamente, non aveva nemmeno sudato. Qui, nella sua nuova taglia “elle” grazie ai digiuni e agli svenimenti estivi, fa una buona figura, sudando quel tanto che basta e indovinando persino qualche bel anticipo su avversari molto, ma molto più svelti di lui. Ha il solito blackout di inizio secondo tempo e si rifiuta di ammetterlo, tanto che verrà sostituito di forza. Questo gli vale, spietatamente, mezzo punto in pagella. V: 6+ “magrolino”
Tonino Cyrano Morese. Scampoli di partita, scampoli di calcio. Entra qua e là, zompetta e gira al largo dal vero gioco, trovandosi per sbaglio un paio di volte davanti alla porta. Maschera bene la sua evidente zoppia, con un ginocchio che non ne vuole ancora sapere. Propositivo e infondo generoso. Svirgola che è un piacere (soprattutto per chi da fuori lo vede svirgolare, d’altronde la classe non si perde mai, anche dopo un lungo infortunio). V: 6++ “papà gambalunga”
Jesus Ges’crist Gal’n. Un buon primo tempo in cui non ha fatto gol, propiziandone però uno (per la verità intestardendosi alla sua maniera) e regalandone un altro con un preciso taglio, a beneficio dell’amico Polpaccio (presentino per il suo compleanno). Prende un palo d’esterno che avrebbe meritato qualcosa di più. Nel secondo tempo disegna un triangolo con Daniele e segna all’angolino il 3-0 della presunta tranquillità. Da quel momento, sposa la causa della panchina. Non morirà. V: 6,5 “semiserio”.
Daniele Magnisio. Due gol parlano da soli, all’esordio con il Peroni. È punta vera, ma spesso arretra, talvolta non trovandosi con il compagno di reparto Gesù. Tuttavia, è alla sua prima uscita e deve ancora capire i non-meccanismi della squadra. In ogni caso, un assist e un gran gol, quello della sicurezza, gli valgono il secondo posto nella classifica dei migliori. Peccato che è in prestito dal Multisala. V: 7, “fuga per la vittoria”.
La mia reazione non è presente tra le tre fantastiche opzioni sagacemente scelte dal curatore del blog. Diciamo che potrebbe non a torto collocarsi in un'intermedia posizione tra discutibile,altolocatamente comico-insurrezionalista e risibile nello smaccato senso di muscoli facciali non contratti.
RispondiEliminaBeppe Topone.
cazzo bisogna rifare tutta la grafìca!!!
RispondiEliminaanche perché il torneo in memoria di Alessio è finito!
come faccio a vedere le vostre partite in streaming?
RispondiElimina