venerdì 9 ottobre 2009

Peroni Tim vs Maglia Arancione 5 - 3




IL PUNTO Se all’inizio del torneo qualcuno avesse scommesso sul Peroni Tim primo a punteggio pieno anche solo dopo due partite, gli avrebbero di sicuro riso in faccia. Eppure, la capolista eccola qua. Con un cinico e a tratti trapattoniano 5-3, la squadra dell’allevatore Antonio Palese liquida i più quotati avversari con la Maglia Arancione (come al solito il servizio stampa fa faville). Loro forse più forti, noi meglio assortiti e con un Magnisio in più. Il pupillo del direttore sportivo Babe Porceddu (assente apprezzato della partita, il quale dopo una sfilza di fenomeni parastatali ha finalmente azzeccato il jolly dal mazzo), è stato il vero trascinatore della squadra che però, in tutte le sue unità meno Gal’n e Morese, ha disputato una gran partita. Senza Daniele il Peroni avrebbe perso forse, ma a testa alta. Il “bomber-popcorn” (in omaggio al Multisala che ha concesso il secondo gettone di prestito per questa gara) ha realizzato 4 gol su 5, bombardando l’incerto portiere avversario da ogni posizione. Splendido e imprevedibile un bolide partito da metà campo. Preciso nel gol-lampo dopo un minuto di partita, quando Polpaccio ha rullato (il termine non è casuale) sotto di sé un paio di avversari, facendo recapitare il pallone dalle parti del centravanti.
Ad ogni modo, va detto, i rimastoni hanno meritato di vincere: sempre in vantaggio, sempre pronti a ripartire, sempre duri e ordinati in difesa. L’esempio lampante è tutto nel quinto e ultimo gol, quando si era sul 4 – 3 per il Peroni. Polpaccio (il migliore dopo Magnisio) blocca l’ennesima sfuriata avversaria, Gal’n gli si fa incontro sulla fascia destra e riceve palla. Pur con la lingua penzoloni (dal terzo minuto del primo tempo), indovina l’unica cosa della partita e salta con un tunnel il diretto avversario. Sfera a Daniele che gliela restituisce di prima mettendolo davanti al portiere, quando la difesa avversaria è ormai spappolata. Gesù Gal’n non si fida di se stesso e fa bene. Vede con la coda dell’occhio Marco che ha sapientemente seguito l’azione: palla per lui e appoggio in rete a porta vuota. Un’azione corale, rapida, cinica. Che fotografa l’intera partita.
Per tirare le somme, pur con l’handicap di un Gesù Gal’n con la distrofia muscolare e un Tonino Morese con il piede destro nella scarpa sinistra e viceversa, il Peroni Tim ha giocato da squadra. E ha vinto da squadra, a differenza dei più quotati Arancioni. E in questo sta, forse, la chiave di tutto.

NOTE Da segnalare i primi segni di cedimenti del lucidissimo e sempre bravo Dario. Nonostante le settantanove telefonate del presidente Antonio Ragazzo, il difensore si presenta per la partita con un’ora e passa di anticipo, convinto che fosse alle 21.00 anziché alle 22.00. Passerà l’ora di tempo a riascoltare sul suo nastro mentale le chiamate del presidente, nel vano tentativo di scovare il malocchio. Belli e impegnativi i due falli di mano non visti da parte di Tonino Cyrano Morese: una posa scomposta ma coordinata. Mano alta, aperta in segno di saluto, e contemporaneamente ginocchio truffaldino sotto, il tutto evocante il famoso (e francamente cretino) stemma dei mondiali ’90: il cosiddetto Ciao. In panchina invece, si rivede la “curva-sotto”. Un Tonino Morrison versione commentatore senza telecronista si sbellicava dal ridere, nelle vesti di capo ultrà moderato ma acutissimo. Farà un buon pre-partita, insieme con l’amico Beppe Topone in porta. Torna anche l’addetto stampa-fotografo ufficiale-grafico-rimasto-perbene Saverioucc: talmente preso dalla partita, non si avvierà mai verso il concerto dove aveva promesso di essere dopo il primo tempo – al cuor peroni, non si comanda. Sofferente invece, causa il 90% del suo organismo, esordiva anche Dolores: tenterà varie foto, indovinandone poche. Infine, applausi per Nicola Kogiun, presente in tribuna con la sua compagna e con ancora gli evidenti postumi dell’operazione al naso. Lo aspettiamo.

(nelle foto sopra, in ordine di apparizione: Lo spaesato Dario, preda delle telefonate di Morese; Il nuovo arrivo Beppe Topos Barrassi, di passaggio davanti i suoi nuovi tifosi; un momento a fine primo tempo, in cui i compagni di squadra si prendono gioco di Gesù Gal'n, con l'enfisema polmonare in atto; Tonino Cyrano Morese viene mandato in campo da Mister Palese e si chiede il perché, presagendo il peggio)

LE PASTELLE:

Topos Topoi Topone Beppone. È tornato lui. Il suo procuratore Morrison dice che ha avuto qualche defaillance nella scorsa gara a causa di una stramba astinenza che deve avergli tolto la concentrazione. Discutibile, come dice lui (consumato e arguto blogger), ma possibile. Contro gli Arancioni para tutto il possibile parabile e, nel terzo gol, per poco non riesce a parare anche l’imparabile, arrampicandosi tra gambe avversarie, palla e linea di porta. Urlante ed efficacissimo nelle uscite. V: 7,5; “sobrio?”.
Dario. Gli esiti mentali della perdizione dell’ora a vuoto, vagolante nei meandri di San Salvatore a causa dell’invasività Moresiana e in procinto di darsi agli psicofarmaci, si vedono soprattutto nel primo tempo. Quando si fa sorprendere in un paio di occasioni, lasciando libero davanti alla porta un avversario nel gol del 2-2. Nel secondo tempo però, quando c’è da soffrire, scaccia gli spettri Moresiani e alza la solita saracinesca. I tiri arriveranno sempre a distanza da lui. Impeccabile, al solito, negli anticipi. V: 7+; “prozac”.
Marco. Anche lui soffre di certe amnesie difensive, in una partita in cui ogni errore sarebbe potuto essere fatale. Ciononostante, ha grinta e lucidità da vendere sino alla fine, quando deposita in rete il gol della sicurezza. Importante nel far partire le azioni dalla retroguardia: in quello è il migliore di tutti. L’anno passato divideva la sua forza con una squadra rivale nello stesso torneo del Peroni. Quest’anno, pur di non sobbarcarsi le telefonate e i moniti moralizzanti del presidente Ragazzo, ha fatto la sua scelta. E sembra averla azzeccata appieno. V: 7,5 “affiliato”.
Barba Guidoucc Polpaccio. Dopo Daniele, c’è subito lui. Sbaraglia letteralmente la fascia, blocca gli avanti avversari, riparte veloce, serve assist e quando può bombarda, finalmente, il portiere nemico. In più, non si stanca nemmeno. Se non lo si conoscesse verrebbe voglia di definirlo persino lucido – ma sarebbe francamente troppo e francamente offensivo per chi è lucido. A fine partita griderà al miracolo, riflettendo sul fatto che per la prima volta dopo 16 anni la caviglia malmessa non lo ha bloccato. “Non mi fa male nemmeno adesso” riferirà stupito, a sera tarda, forse segnandosi di nascosto e baciando un piccolo crocefisso tascabile. V: 8; “prescelto”.
Gesù Crist Gal’n. Puzza di malattia. Si trascina per tutta la partita senza forze e con un polmone ridotto a gomma americana,. Ama la panchina come fosse il suo Padre Celeste: la cerca, la vuole, la desidera. A volte sviene. Sbaglia goffo tre occasioni che, onestamente, mai avrebbe sbagliato in condizioni normali, cioè senza spina biffida. Ciononostante, aiutato dai compagni, si dà da fare dietro, e nel secondo tempo riesce a collezionare un assist prezioso. Sta alla forma fisica come Berlusconi all’onestà. Ad ogni modo, ha già affittato Parco San Felice per un migliaio di corse. V: 5-; “Influenza A”.
Tonino Cyrano Morese. “Farfallina vola vola, bella e bianca, mai si stanca”. La sua partita sembra una filastrocca. Zompetta e svolazza in giro per il campo, sovverte gli schemi comuni, svirgola e scaracchia palloni da una parte all’altra. Memorabili, alcuni falli laterale. Misteriosi certi assist davanti la porta. Come se non bastasse si bea della sua performance lasciandosi scappare risolini beffardi nei momenti più concitati del match. Prende la vita così come viene, insomma. Eppure, ginocchio permettendo, c’è stato un tempo in cui faceva della corsa la sua qualità – tornerà mai quel tempo? Voto: 5+ “Dolce Remy”.
Daniele Magnisio. È la sua partita: dopo una manciata di secondi ha già segnato il primo gol. Ne farà altri tre: una rasoiata da sinistra, sfruttando la sponda del mongoloide compagno di reparto, un mezzo pallonetto defilato da destra e una sassata velenosa da metà campo, con qualche colpevolezza del portiere. Nel secondo tempo si limita ad incitare la squadra, di cui sembra far parte da anni, e a farla salire, talvolta sciorinando sponde e assist a go-go. È il timone e finalizzatore unico di un Peroni Tim cinico e ordinato dietro, forte e propositivo sugli esterni, sicuro quanto basta tra i pali. Ma senza di lui, non ci sarebbe stata nessuna capitalizzazione. Sfortuna che è in prestito dal Multisala. A fine gara dirà: “un gol l’ho dedicato a Loprieno, mi raccomando, diteglielo”. Perle ai porci? Ma no, infondo è anche merito del suo fiuto da direttore sportivo se è andata così bene. V: 9; “Jammin’.

11 commenti:

  1. Indiscrezioni della agenzia Ansia, con la quale ho la fortuna, l'onore e l'onere di essere in discreti rapporti, fanno rimbalzare l'epiteto ufficiale dei "Maglia Arancione" : è Officina D'Angelo.

    Parimenti da segnalare, la scabrosa e poco "ortodossa" novità tutta Salvadoriana dello spogliatoio itinerante, nel primo dei quali erano presenti tavoli da ping-pong ed inumeri calci-balilla.
    Un segnale velato per qualcuno?

    Ossequi, il portiere Peroniano.

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  2. Obliavo, la reazione al post: Esilarante.
    (Pur nella sua indiscutibile esattezza giornalistica).

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  3. lusingato, colgo l'appunto circa lo spogliatoio, di cui colpevolmente ho omesso i retroscena. a proposito del nome della squadra dico che ormai è andata...l'ignoranza è forza.
    (Attendo preziosi contributi toponiani, rubriche da leccarsi i baffi e similari...)
    Gal'n

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  4. e ora scomodiamo pure orwell?
    questo peroni sta crescendo anche culturalmente, merito anche del nuovo portiere?

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  5. Grazie per il 9 e per le parole bellissime e simpatike dell'articolo...... Comunque onore a tutti: questo peroni team comincia a fare davvero paura!!

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  6. il peroni tim è un qualcheccousa...coinvolge come una droga e ubriaca i sensi, come....vabbé, si capisce. Anche il neoarrivo Daniele Magnisio ha sposato la causa, ben consapevole di non poter più tirarsi fuori dal progetto. Il peroni tim porta dipendenza!
    (e anche culturalmente cresce, per rispondere al lucidissimo (???????) sawerioucc, sempre vigile...anche se sono previste imminenti cadute di stile, per fortuna)
    L'eletto dal signore. Anzi no, gal'n

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  7. "Il Peroni Tim è l'anello mancante tra catenaccio e W-M" (Corrado Orrico)

    "Una squadra che vi lascerà sbalorditi"
    (Daily Telegraph)

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  8. BRAVI, BRAVI, BRAVI!
    ALZATO IL LIVELLO CULTURALE, IL LIVELLO ALCOLICO, IL LIVELLO DELLA SQUADRA, IL LIVELLO DI FREQUNZA DELLE TELEFONATE DEL PRESIDENTE RAGAZZO, ORA BISOGNA ALZARE QUELLO DEI FOTOGRAFI EVITANDO DI DARE RESPONSABILITà DEL GENERE ALLA REPORTER "DOLORES" KE NON SPICCA DI CERTO PER LESTEZZA D'IMMORTALAZIONE!

    DISTINTI SALUTI,
    PROCURATORE BABE PORCEDDU.

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  9. senza dubbio il Procuratore Babe Porceddu ha ragione, non si può non avere materiale foto/video quando si vince così, e se per caso Dio decidesse di farmi ripetere un gesto atletico assurdo come allo scorso torneo (anche se molto più probabile che prima avvenga lo scioglimento totale dei ghiacci) e non avessimo testimonianze di ciò?

    lo Strambamente Agile.

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  10. ........e adesso la partita della verità.....ora fateci vedere cosa siete in grado di fare senza il Magnifico Magnisio......forse solo un'inspiegabile ritorno alla lucidità di Tonino Cyrano potra salvarvi....pregate per lui...

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  11. Problemi di doppia personalità conflittuale per il nostro Babe Strambo Agile Porceddu, eh?

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