BUONI O CATTIVI La buona notizia è che il Peroni è sempre stato in partita. La cattiva è che ha perso, infondo senza ribellarsi più di tanto al suo destino. La buona notizia è che non solo era terzo in classifica al termine della pausa di Natale (pura, purissima disinformazione), ma che lo è ancora, anche dopo questa sconfitta, grazie al pari del temibile Elettromeccanica. La cattiva però è che, tra l’ultima sconfitta del girone di andata, la prima di questo girone di ritorno, e le prossime due difficili partite in calendario, anche l’astrologo più ottimista la vedrebbe grigia, grigissima. La buona notizia infine, è che Loprieno aveva dichiarato il suo ultimo match, giocandolo persino discretamente. La cattiva è che nel post-gara s’è lasciato scappare la riserva di un’ultima probabile partita di congedo, enumerando scusanti vaghe che sembrano confermare la tesi di mister Palese, secondo cui lo faccia apposta allo scopo di scroccare minuti preziosi ed eludere i cambi durante gli incontri. Ad ogni buon conto, questo è il punto. Risibile o meno, esecrabile o più.Il Peroni ritornato Team, terzo in classifica, affronta la seconda, U’Prosecc, perdendo lo scontro pseudo-diretto per 4-3. Avanti 2-0 gli avversari, 1-2 immediato, 3-1 loro, 2-3 poco convinto del Peroni, 4-2 quasi finale su roboante acrobazia di un nano agile, finale 3-4 a spruzzo, con gli ultimi due minuti di non-arrembaggio. Ed è in questi due minuti, forse, che si concentra il senso della partita. Un Peroni che sapeva d’esser più debole degli avversari ma che, pur giocando discretamente e spesso alla pari, non ha fatto molto per ribellarsi al suo destino, perdendo via via le palle utili a ribaltare ogni cosa e sostituendole con un’irascibilità da checche vergini capitate per sbaglio al corteo dell’orgoglio etero. Tutta così, l’intera partita della squadra di Mister Ubriaco Palese: come quegli ultimi due minuti. Forse, si dirà, ci fosse stato Polpaccio (avvistato a fine gara in gran forma e, secondo le malelingue, con la schiena dritta e non in senso metaforico) la partita non sarebbe finita così. Forse, ci fossero state più palle in campo, qualcuna sarebbe rotolata nella porta giusta e il pari, almeno, non sarebbe stato un risultato così chimerico. Ma tant’è (‘ccoddio).
CRONACHISMI I primi dieci minuti sono alla pari, anzi, meglio il Peroni. Più volte, quello che sembrava un ispirato Kogiun’ (con carico emorroidale firmato Amaro Lucano tra le chiappe post-natalizie) ha la palla buona per fare male, ma una volta il palo esterno, un’altra la mira negano quel vantaggio che avrebbe messo il Peroni nelle condizioni ideali di giocare la solita brutta partita di rimessa. Dopodiché, il due a zero avversario, uno al primo tempo su voragine lasciata sulla destra, l’altro a inizio secondo. Ma, a questo punto, il Peroni ha già perso la sua partita, nonostante l’immediato 1-2 di Gesù Incazzato Nero e Crocefisso Con Merito Gal’n, con un pregevole colpo di tacco su azione d’angolo, dopo un primo tempo da “chi l’ha visto?”. Nemmeno cinque minuti e Dario buca, gli esterni sono alti e TizioCaioSempronio non sbaglia, con Topos in leggero ritardo per uscire “a valanga”. Da qui in poi, solo incazzature, sfanculismi e grida insensate, le quali portano alla ribalta Gesù, un vero asso nel mestiere. Il nazareno però sembra essere l’unico schizoide a credere nella rimonta e più volte ci proverà, pur senza brillare in lucidità. Il 2-3 è di Marco, con il piatto, su servizio di Jesus che gli restituisce il favore dalla bandierina. Ma neanche qui il Peroni si rianima. Il quarto gol avversario arriva perché il nano agile si ferma al limite dell’aria, scorreggia, si alza la palla e fa la rovesciata, mentre Tonino Alcol Cyrano Morese, coi riflessi rallentati dall’ubriachezza molesta, lo guarda lievitare in aria e persino, dicono alcuni, gli dà il cinque alla fine del gesto, confondendolo con qualche amichetto d’avventura – un Claudio Villa, un Roberto il Cinese, un Enzino Laccone. L’ultima segnatura, infine, è di Dario, in una bella proiezione offensiva. Ma quando arriva, i rimasti-sotto sono già con la testa negli spogliatoi, a litigare amabilmente.
AMORE POST-GARA “Parole dure, parole dure”, direbbe l’anchor-man Ken Brockman nei Simpson, se i rimasti-sotto facessero parte della fortunata sit televisiva. Nonostante Christian Homer Simpson Loprieno, i birrosi non sono un prodotto di Matt Groening e spiace davvero che ci siano stati alcuni battibecchi a fine gara. Jesus, a detta di molti, avrebbe incazzato la gara ed è cosa possibile, seppur nel suo tentativo in buona fede di scuotere gli uomini (troppo, troppo omosessuali in alcuni frangenti). Nicola Kogiun’ ha accusato Marco di antipatie tattiche, secondo le quali gli avrebbe negato alcuni palloni buoni. Topos ha accusato la squadra di non voler sottoscrivere l’unica legge sacra del pallone, la quale dice che se tiri segni e se segni vinci. Tonino Delirium Tremens Morese, nelle vesti da clochard di Antonio Avana 7 Palese, ha farfugliato motivazioni pseudo-tattiche, incaponendosi sul solito anti-amico Loprieno, il quale nel frattempo, con una ciliegina in mano, annunciava la sua probabile presenza per un’ultima – “davvero” – partita. Alla fine, come deve essere, tutto è finito e il sorriso è ritornato sulle facce dei protagonisti rimasti-sotto. Anche perché là fuori, il Polpaccio di turno la stava già facendo. Apposta per loro.
NOTE Antonio Morese (con tutte le sue personalità a seguito) era ubriaco fradicio. Mezza bottiglia di rum stappata alle ore 18.00. I tabulati telefonici lo testimoniano. I testimoni (Loprieno, l’anti-amico fedele) lo testimoniano. Alle 20.00 circa, farfugliava in Mongolfiera, tentando con una carabina da giostraio di vincere l’orsacchiotto per la sua bella. Loprieno, a suo dire, era il vero orsacchiotto (questa, forse, l’unica cosa sensata detta e fatta durante tutta la giornata dal Morese).
P.S. : in campo, puzzava di cantina (o di Felé).
(la foto sopra, non ha senso /foto sestosenso)
PALOMMELLE
(chi scrive è convinto che, tra una peroni e l'altra, si può fare qualcosa di buono. Per questo ritiene che nessuno, nonostante la sconfitta, sia da insufficienza. Per qusto si incazza tanto, forse. Anzi no, gli piace proprio)
Topos Topos Topos. Niente miracoli sta’ volta. Un ritardino in uscita su una rete, ma l’analisi è di Tonino Cyrano Stock 84 Morese. Il resto, incolpevole; a volte solo e abbandonato. V: 6+ “xenofobato”
Dario. Intimorito come il resto della squadra al primo tempo, sale male sulla seconda rete. Nel secondo tempo è uno di quelli che ci crede più e il gol lo testimonia. “Abbiamo giocato come se avessimo già perso” dirà negli spogliatoi, unico a mantenere la serenità, “eppure siamo sempre stati in partita”. V: 6,5 “padre pio”.
Marco. Sopraffatto nell’incazzatura dal compagno di squadra Jesus, perde un poco di lucidità nei passaggi, come spaesato dalla cosa. Comunque, la spinta non gli manca mai e se c’è qualcosa da dire è solo dal punto di vista difensivo. Negli spogliatoi rimbrotta che deve e rincuora la squadra, come una specie di vero capitano. V: 6+ “Zio Tom”
Loprienovic. Il porco gioca la sua finta ultima partita e non la gioca nemmeno poi così male. Certo è lento e non scatta e, pensandoci meglio, fa anche bene, perché spesso riesce a fare qualche buona chiusura. Il crack mentale-fisico avviene nella ripresa, quando tenterà di capovolgere ogni teoria sul calcetto, lanciando palloni alti da 40 metri tutti terminati, appunto, 40 metri dopo. V: 6, “teorie e tecniche del cal-ciotto”
Tonino George Best Cyrano Morese. Se avesse fatto una bella azione personale si sarebbe potuto scrivere “si beve la difesa avversaria”, ma non ne ha fatte, ovviamente. Comunque, fa rifiatare la squadra col suo alito di rum e, come quando hai il coraggio di provarci con la più bella solo perché sei ubriaco, si esibisce in un bel po’ di tiri verso la porta, coraggioso e meno sbilenco del solito. In ogni caso, il quarto gol è colpa sua. Punto e basta. V: 6- -, “un caffè doppio”
Gesù con Croce a seguito. Il primo tempo lo passa dallo psicologo. Nel secondo, risolti i traumi infantili, si riprende e segna e prova la porta più volte, correndo come un matto appresso a pallone e difensori. Una traversa scheggiata, su deviazione del portiere, gli nega il 3-3. Purtroppo la sua crescita va di pari passo con la sua incazzatura e la squadra ne risente. V: 6- “mestruato”
Nicola Kogiun’. È al 50%, dice subito, indicando in basso, zona emorroidale. Eppure, parte bene, con grinta e rapidità, per poi spegnersi nel corso della gara,quando più sarebbe servita una sua zampata sotto porta. Risente del clima di nervosismo e si vede. È una di quelle punte che ha bisogno di fiducia, come quel Sandro Tovalieri che giocava con i rivali storici della sua squadra del cuore. V: 6 - - “rettogel”
Io credo solo che questa squadra, con polpaccio al suo posto e Nicola più in palla, può dare molto di più. Facciamo il possibile.
RispondiEliminaZio Tom
E senza Loprienovic e con Tonino a Cuba
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